Alla scoperta della Pieve di Santa Maria in Valtenesi
Sabato 19 luglio la rassegna “Sapori gardesani tra arte e storia” dell’associazione Lacus fa tappa alla Pieve di Santa Maria in Valtenesi, a Manerba. Ritrovo alle 17.
Dopo la visita alla Pieve di Santa Maria in Valtenesi, seguirà una visita alla cantina e al frantoio Avanzi, con degustazione di prodotti tipici. Per la partecipazione è richiesto un rimborso spese di 8 euro; per i soci Touring Club è previsto uno sconto del 15%. Info e prenotazioni: lacus3@libero.it; tel 331 2386503.
Il monumento di maggior valore artistico del paese è la pieve di S. Maria Assunta. È considerata la «chiesa madre» di tutte le comunità della Valtenesi. Sorta a ridosso dei ruderi di una villa romana, ha un posto di rilievo tra le chiese che ammantano le colline moreniche del Garda, e più in generale tra gli edifici del Garda bresciano, per la sua antichità.
Si suppone che il primo nucleo dell’edificio risalga alla fase della tarda antichità, verso il V-VI secolo (sono stati rinvenuti resti archeologici di questa prima struttura, che comprendeva un piccolo oratorio ad aula unica e un abside semicircolare). Di certo l’edificio che ancora oggi possiamo ammirare risale al periodo tra l’XI e il XII secolo, anche se la sua forma ha subito successivi mutamenti. La chiesa fu parrocchiale di Manerba fino al 1781, quando venne sostituita dalla nuova chiesa consacrata nel centro del borgo.
All’antica Pieve è legata una leggenda che parla del pievano Ermoaldo, che nel 747, per ribadire la sua innocenza dalle accuse di ipocrisia e avarizia scelse di fare un miracolo, camminando sulle acque come il Cristo, dalla costa all’isola di San Biagio. Questa testimonianza costituisce un’ulteriore indicazione di uno stratificarsi di memorie che danno il segno della presenza di una vivace comunità religiosa in questo sito nell’alto Medioevo.
L’edificio è a tre navate con tetto a vista, divise da tre pilastri quadrangolari che sorreggono archi a pieno centro. La pieve è il monumento più importante per il periodo medioevale anche per la decorazione pittorica che conserva al suo interno, che costituisce un significativo esempio d’arte medievale bresciana. Vi sono conservati stupendi affreschi, tra cui il «Martirio di Sant’Orsola e compagne»,del secolo XII, considerato un rarissimo esempio di pittura romanica, una «Annunciazione»del XIV secolo e la «Madonna in trono fra i SS. Sivino e Rocco».
Meritano particolare attenzione le figure dell’arco trionfale, che presentano personaggi in tunica ed armati che potrebbero riferirsi a qualche leggenda feudale della zona. Altri frammenti di pittura emergono e si sovrappongono in varie zona della chiesa in una sinfonia di santi e immagini sacre. All’esterno si impone la mole del campanile seicentesco, la cui muratura presenta alla base un’iscrizione romana.