Balneazione, Asl vs Goletta: chi ha ragione?
LAGO DI GARDA – Come stanno le acque del Garda? Tutte “eccellenti” secondo l’Asl, “fortemente inquinate” in certi punti secondo la Goletta dei Laghi di Legambiente. Dove sta verità?Ogni anno la stessa storia. L’Asl che promuove la acque di balneazione gardesane e la Goletta dei laghi che le boccia. Due valutazioni diverse, che emergono da due sistemi di monitoraggio diversi.
La fotografia del Garda fatta Legambiente parla chiaro: nel bresciano i punti critici quest’anno sono scesi da 6 a 4 (“fortemente inquinati” i campioni prelevati a Salò nel canale nei pressi della spiaggia, a Padenghe alle foci del rio Maguzzano e del torrente nei pressi del porto; “inquinati” i campioni prelevati a Rivoltella di Desenzano il punto alla foce del canale presso via F. Agello incrocio con via Giulio Cesare). Nel veronese i punti critici sono cinque: “fortemente inquinati” sono i campioni prelevati alle foci del torrente Gusa a Garda, del torrente San Severo a Bardolino, del torrente Marra a Lazise e del rio Dugale dei Ronchi a Castelnuovo del Garda; inquinato a Pai il punto presso via Pai di Sotto, angolo con via Manzoni.
Per l’Asl, invece, tutte le spiagge sono balneabili, nessun punto critico. Quindi?
Sulla querelle è intervenuta l’Asl di Brescia, che ha confermato, ovviamente, i propri dati. Asl ricorda che il monitoraggio delle acque di balneazione avviene prelevando campioni in prossimità delle rive, in pratica dove la gente fa il bagno, e non nei porti, in vicinanza degli scarichi o foci di torrenti, come fa Legambiente, che va a cercare le criticità.
Asl effettua i campionamenti seguendo le indicazioni del Decreto Legislativo 116/2008
Non è vero, dunque, che Asl esegue i controlli a 100 metri dalla riva, dove nessuno fa il bagno. La legge dice che “il punto di monitoraggio è fissato, all’interno di ciascuna acqua di balneazione, dove si prevede il maggior afflusso di bagnanti o il rischio più elevato di inquinamento in base al profilo delle acque di balneazione”.
I risultati del monitoraggio dell’Asl (eseguito ogni 15 giorni nel periodo 1° maggio-30 settembre) vengono poi trasmessi alla Regione Lombardia, che a sua volta esegue la valutazione di qualità: scarsa, sufficiente, buona ed eccellente. Nel bresciano sono 55 i punti di monitoraggio per il lago di Garda.
«Noi facciamo un monitoraggio di tipo sanitario, non ambientale – dicono all’Asl -. I nostri controlli sono nei pressi delle località balneabili, non vicino alla foce dei torrenti, che soprattutto con le piogge portano a lago di tutto. Il nostro scopo è tutelare la balneazione delle persone: i dati parlano chiaro. Se rileviamo superamenti lo segnaliamo subito ai Comuni che vietano di fare il bagno finché tutto torna nei limiti di legge».
Diversa invece la metodologia di Legambiente, che va a cercare, volutamente, i punti critici: foci dei torrenti e porti, dove nessuno fa il bagno. Ecco perché i dati sono contrastanti.
Chi ha ragione, dunque? Probabilmente entrambi. Certo è che il lago è uno e l’acqua la stessa. Assurdo, dunque, ignorare l’allarme lanciato da Legambiente.