SALO’ – “Dall’abbandono al Mu.Sa.” (acronimo di Museo Salò), questo è il titolo del progetto presentato lo scorso agosto dal comune di Salò in Regione Lombardia, premiato con un finanziamento di 300mila euro.
Nella graduatoria pubblicata il 6 novembre il progetto salodiano si è classificato, con più di duecento richieste pervenute da tutta la Regione, al terzo posto assoluto totalizzando 76 punti su 78 e venendo premiato con un finanziamento di 300.000 euro, a fronte di un investimento complessivo che supera il milione di euro.
“Abbiamo scelto di privilegiare iniziative che non si esauriscano nei sei mesi di Expo” afferma l’assessore regionale Cristina Cappellini.
In un periodo di bilanci stretti e tagli orizzontali è sempre più necessario capire dove poter andare a recuperare i finanziamenti avendo la capacità di proporre idee nuove, concrete e condivise . E questo è quello che ha fatto una task force comunale composta da Flavio Casali, dirigente dell’Ufficio Cultura e Servizi Sociali, Barbara Ghizzi responsabile dell’Ufficio Urbanistica e Alessandro Tonacci, già presidente della Biblioteca e curatore nell’ultimo anno di altri due progetti dedicati a iniziative della biblioteca finanziati con 16.000 euro.
Il progetto premiato dalla Regione Lombardia nasce come un’integrazione e a completamento dell’allestimento del Museo che, dal 1° maggio 2015, metterà in vetrina i materiali delle collezioni salodiane attualmente sparse su più sedi, non sempre di facile accessibilità. “Il progetto – spiega Flavio Casali – vuole proporre un’immagine di museo moderno prevedendo chioschi multimediali con touch-screen installati nelle vie del centro cittadino e applicazioni QR code per smartphone”.
“Il progetto inoltre – continua Casali – si rivolge a una diversificata tipologia di pubblico: ai turisti italiani e stranieri grazie al multilinguismo dei chioschi interattivi, della guida al museo, dei materiali informativi realizzati grazie a questo finanziamento; ai disabili (disabili motori, sordomuti, ciechi) attraverso percorsi specifici a loro dedicati e apparati tecnologici a loro destinati; alle scuole attraverso un progetto didattico integrato museo/città e città/territorio; ai bambini, giovani e anziani attraverso app ed eventi a loro dedicati realizzati all’interno del museo e nel complesso di Santa Giustina.”
“Infine – conclude Tonacci – il Museo verrà ad integrarsi non solo con il tessuto cittadino e con le sue principali emergenze storico e artistiche ma anche con l’intero territorio gardesano e valsabbino attraverso una serie di rimandi e proposte di visita alle altre realtà presenti sul territorio: il vicino Vittoriale degli Italiani, il Museo della Carta e la Valle delle Cartiere, la limonaia di Prà de la Fam a Tignale, la Fondazione Ugo da Como e la Rocca di Lonato, le ville romane di Toscolano, Desenzano e Sirmione, il musei archeologici di Gavardo e Desenzano e ancora i parchi e giardini botanici gardesani e i musei del lavoro della Valsabbia.”
Unica condizione che tutto venga speso entro maggio 2015, ma questa – assicurano dal Comune – sarà la parte più divertente.
Ricordiamo che l’allestimento è curato dall’architetto museografo Giovanni Tortelli che si è avvalso di una task force di studiosi ed esperti come Monica Ibsen, Marcello Riccioni, Roberto Chiarini, Elena Pala, Emanuele Cerutti, Flavio Dassenno e Roberto Codazzi. Il tutto con la supervisione dell’Ufficio Tecnico Comunale, guidato dall’arch. Anna Gatti.
Il progetto premiato dalla Regione Lombardia gode dell’adesione della Comunità Montana, del GAL, dell’Ateneo di Salò, del Centro studi RSI, della Fondazione “Il Vittoriale degli italiani”, del CTRH di Salò (Centro Territoriale risorse e servizi per l’handicap), del CNIS (coordinamento nazionale insegnanti specializzati per la ricerca sulle situazioni di handicap), della Scuola di audiofonetica della Provincia di Brescia e dall’UICI (UnionE italiana ciechi ed ipovedenti).