ARCO – Il Comune di Arco ha emanato un’ordinanza tipo che norma la materia in modo da soddisfare sia le esigenze degli operatori agricoli, sia quelle dell’ambiente e della sicurezza.
In questi ultimi anni la combustione dei rifiuti provenienti dall’attività agricola (paglia, sterpaglie, sfalci e potature, scarti vegetali) è stata oggetto di ripetuti interventi normativi, sia nazionali sia provinciali, per via dell’impatto sull’inquinamento dell’aria (in particolare PM10) e sul rischio di incendi. Ora, in seguito alle ultime novità normative, il Comune di Arco ha messo in campo – nelle persone dell’assessore alle politiche ambientali Silvia Girelli e del consigliere comunale con delega all’olivaia Roberto Zampiccoli – un ampio lavoro di partecipazione che ha coinvolto gli altri Comuni della Comunità Alto Garda e Ledro, Coldiretti, Forestale e Polizia locale, e che ha portato ad un’ordinanza-tipo – approvata all’unanimità dalla Conferenza dei sindaci – che norma la materia in modo da soddisfare sia le esigenze degli operatori agricoli, sia quelle dell’ambiente e della sicurezza.
Premesso che le modalità consigliate per smaltire questi materiali rimangono il conferimento al CRM (Centro di raccolta materiali) e la cippatura, e che quindi la bruciatura autorizzata è da utilizzare solo per esigenze particolari e solo per piccolissime quantità, l’ordinanza – firmata dal sindaco Alessandro Betta giovedì 18 dicembre – stabilisce che la combustione degli scarti vegetali è sempre vietata nel periodo che va dal primo novembre al 31 marzo e dal primo giugno al 14 settembre. Per il restante periodo, si può effettuare esclusivamente nella fascia oraria che va dalle ore 7 alle ore 18, limitatamente alla quantità massima giornaliera di 3 metri steri per ettaro. Per le violazioni sono applicate sanzioni che vanno da 30 a 480 euro.
Per quanto riguarda la modalità, prima di essere smaltiti gli scarti devono essere lasciati sul posto per un primo processo di appassimento che faciliti la combustione ed eviti l’emissione di grandi quantità di fumo; l’attività di combustione deve essere costantemente controllata da persona maggiorenne, pronta ad intervenire se necessario. Un altro elemento rilevante della norma è l’obbligo di comunicazione dell’operazione di combustione, da inoltrare in forma scritta su apposito modulo all’amministrazione comunale, con almeno tre giorni di anticipo, specificando, oltre alle complete generalità, una serie di altre informazioni (tra cui tipo e quantità del materiale che si intende bruciare, e il numero del telefono portatile della persona che se ne occupa).
Altri dettagli: non si può bruciare all’interno dei centri abitati, nemmeno ad una distanza di meno di 50 metri dall’abitazione più vicina, e neanche all’interno dei boschi o a meno di 100 metri dai boschi, nonché in caso di condizioni meteorologiche avverse (ad esempio nelle giornate ventose).