Desenzano, alla scoperta di Sant’Angela Merici
DESENZANO – A Desenzano si celebra Sant’ Angela Merici, Patrona della città dal 1962, con un percorso guidato alla scoperta della vita e delle opere della Santa.
Lo propone l’associazione culturale “Garda I care”. Il punto di incontro è domenica 25 gennaio alle 15.30 davanti al Castello. Durata della passeggiata : 2 ore circa.
Prenotazioni: gardaicare@libero.it
Contributo di partecipazione: 5 euro (gratis i minori accompagnati).
Angela Merici nacque a Desenzano del Garda nel 1474 in una povera famiglia contadina ed entrò giovanissima tra le Terziarie francescane.
Secondo la tradizione, la Santa ebbe la visione premonitrice della futura fondazione della Compagnia di S. Orsola ove ora sorge il Mericianum, grande parco naturale, oasi di pace e di silenzio e sede di esercizi spirituali e corsi biblici.
Dal 1962 è la patrona principale di Desenzano del Garda. La festa di precetto cade il 27 gennaio.
Cenni Biografici
Nata a Desenzano del Garda in un anno imprecisato, intorno al 1474, Angela vive la sua infanzia in località “Le Grezze”, nel Comune di Desenzano sede di una pieve appartenente alla Diocesi di Verona, territorio soggetto al Dominio Veneto. Il padre di Angela, Giovanni Merici, un tempo cittadino di Brescia, acquisirà la cittadinanza desenzanese nel 1475. La famiglia è di condizioni modeste, ma non povera. La madre di Angela, Caterina Ribolotti, è originaria di Salò; un suo fratello è Ser Biancoso, membro per molti anni del Consiglio Comunale. I coniugi hanno cinque figli: tre maschi e due femmine, e Angela è probabilmente la penultima nata.
Giovanni Merici spesso legge in famiglia le vite dei Santi (e questo particolare denota la sua origine non contadina), determinando con queste letture, come la Santa stessa dichiarerà, la volontà della figlia di condurre vita sobria, spirituale e contemplativa. La giovinezza di Angela è amareggiata dalla perdita della sorella, cui la tradizione agiografica collega una visione della Santa, e dalla scomparsa di entrambi i genitori.
Rimasta orfana, Angela viene accolta dagli zii a Salò. Qui la giovane donna comincia a frequentare la chiesa dei frati francescani e si farà terziaria francescana per potersi dedicare più agevolmente alla vita devota: preghiera, penitenza, buone opere. All’abito di terziaria resterà fedele tutta la vita volendo essere sepolta con quella veste. Resta a Salò fino al 1496 poi Angela torna a Desenzano, dove possiede alcuni beni a lei pervenuti in eredità, e qui conduce una vita silenziosa, casa e campi, ma dedita alla orazione e alle opere di carità, mentre matura lentamente la sua vocazione aperta alla spiritualità del tempo. Risale a quel periodo la visione che determinerà l’orientamento decisivo della sua vita: menntre si trova nei campi della località Brodazzo, raccolta in preghiera, le pare che il cielo si apra e vede scendere angeli e vergini, una voce le preannuncia la sua missione di fondatrice di un’opera per la santificazione spirituale della donna.
Nel 1516 viene invitata a Brescia, dietro ordine dei suoi superiori francescani: vi si trasferisce, per una missione consolatrice in casa di Caterina Patengola, che aveva perduto il marito e due figli. Qui conosce Giovan Antonio Romano. Ben presto attorno a lei si forma un gruppo di persone accomunate dal medesimo desiderio di bene.
Nel 1524 intraprende il pellegrinaggio in Terra Santa e l’anno successivo è a Roma per il Giubileo. Nel 1529, temendo che l’esercito di Carlo V si porti verso Brescia, Angela si ritira a Cremona, ospite di Agostino Gallo e della sorella di lui, Ippolita. Anche a Cremona è visitata da molte persone che vogliono conoscerla. Al ritorno a Brescia è ancora ospite del Gallo, poi si trasferisce dapprima presso San Barnaba infine fissa la sua dimora in una casetta di proprietà dei Canonici Lateranensi, presso alla chiesa di Sant’Afra.
Il 25 novembre del 1535, giorno di Santa Caterina, fonda la “Compagnia di Sant’Orsola: le prime ventotto si consacrano a Dio nell’opera di Angela. Muore il 27 gennaio del 1540 e viene sepolta nell’antica chiesa di Sant’Afra (ora Santuario di S. Angela) a Brescia, dove si trova tuttora. Sarà confermata “Beata” dalla Chiesa nel 1768 e proclamata “Santa” nel 1807.
La Sacra Congregazione dei Riti, con decreto del 29 gennaio 1962, “…costituisce e dichiara, anzi conferma, Sant’Angela Merici, principale patrona di Desenzano”.
I luoghi di S. Angela (info tratte dal sito del Comune di Desenzano)
Via Castello – La casa natale della santa
Via Castello è una tra le vie più antiche della città di Desenzano. Oggi collega due quartieri importanti: sopra Capolaterra, in basso il centro storico. A metà si erge il Castello con il suo contrafforte dove è posta una lapide commemorativa che ricorda la nascita di Sant’Angela Merici avvenuta nell’edificio prospiciente all’iscrizione, e precisamente nella stanza nord-ovest del primo piano. Qui, intorno al 1474, nacque Angela Merici. Ebbe per genitori Giovanni Merici e Caterina Ribolotti di Salò.
Il centro abitato, allora, era riconosciuto come uno dei due più cospicui e segnalati luoghi della riviera: Salò e Desenzano.
Recentemente le abitazioni sono state ristrutturate in modo da riportare alla luce la Desenzano risalente al Cinquecento, Seicento e Settecento, che può essere individuata ed apprezzata anche tra vetrine e negozi.
Il Duomo, l’altare, i dipinti, la reliquia
Entrando dalla porta laterale del Duomo (tardo Rinascimento 1586-1611) si può ammirare, subito a sinistra, sopra l’altare, la pala di Giandomenico Cignaroli pittore veronese del ‘700. Il dipinto rappresenta Angela Merici con sant’ Antonio da Padova e san Luigi Gonzaga. Angela era stata dichiarata Beata dalla Chiesa il 30 aprile 1768, la dedicazione dell’altare avvenne nel 1771 Nella navata opposta si trova la cappella, eretta a partire da dal 1874 in occasione del 4° centenario della nascita di Angela Merici.
Presenta uno stile composito tipico di una architettura ottocentesca ancora alla ricerca delle proprie caratteristiche che non si fonde con le linee classiche del resto dell’edificio. Fu benedetta dal Vescovo di Verona il 30 aprile 1881.
La pala, firmata da Giuseppe Sereni e datata 1881, rappresenta sant’Angela con l’abito proprio delle Orsoline claustrali di Blois, che ne avevano sostenuta la spesa, commissionando l’opera la maggior pittore accademico dell’epoca, dimorante in Roma.
Ai lati dell’ingresso della cappella sono esposti sei dipinti rappresentanti alcuni momenti della vita di Angela opere mediocri di Pietro Rizieri Calcinardi e risalenti al 1834: La famiglia della Beata, Il ritorno della Santa dalla Terra Santa, Angela dal duca Francesco Sforza, La visione del Brodazzo, Angela in udienza dal papa Clemente VII, La morte. Sotto la pala il tabernacolo con le reliquie della Santa, che costituiscono la sua presenza fisica nella sua città. In fondo alla navata sinistra del Duomo si trova la Sacrestia nella quale è conservata l’immagine di Angela appena defunta, dipinta a Brescia nel gennaio del 1540 mentre si attendeva il seppellimento della Santa desenzanese. L’opera fu da sempre attribuita dubitativamente ad Alessandro Bonvicino detto il Moretto, ma secondo i migliori studiosi moderni dell’artista bresciano si tratta effettivamente della versione “autografa”, copiata poi dagli allievi in numerose versioni. Prudenzialmente P.V. Begni Redona ha affermato: “se non è quella autografa è sicuramente la copia più bella oggi esistente”
Piazza Malvezzi – Il monumento
La piazza principale di Desenzano, denominata Piazza Malvezzi, ha sullo sfondo i portici, il vecchio Palazzo Municipale soprastante; di fronte il Palazzo del Provveditore, opera dell’autore del progetto del Duomo, il Todeschini (XVI secolo), il quale diede definitivamente assetto urbanistico al centro del paese.
La statua di Angela Merici è in marmo bianco di Botticino, scolpita dallo scultore bresciano Santo
Callegari (1698-1775). La Santa è colta mentre compie un gesto energico di dedizione alla volontà divina: il volto rivolto al cielo, la mano destra sul petto e la sinistra impugnante il bastone del pellegrino. In questa piazza, nel 1782, i Desenzanesi innalzarono la statua a lei dedicata usando fieramente, nell’epigrafe commemorativa, la parola «concittadini», anziché quella di «fedeli» o di «devoti» come ci si sarebbe potuto aspettare trattandosi di un monumento in memoria di avvenimenti riguardanti la storia della Chiesa.
La statua di Angela Merici è in marmo bianco di Botticino, scolpita dallo scultore bresciano Santo Callegari (1698-1775). Sant’ Angela Merici nel 1962, con Bolla della Sacra Congregazione dei Riti, è stata proclamata Patrona principale della Desenzano che tanto si onora di averle dato i natali.
Via Santa Maria – Il convento delle suore Orsoline
La Compagnia di S. Orsola a Desenzano ebbe origine nei primi anni del ‘600. Inizialmente, come prevedeva la Regola esse vivevano nelle loro famiglie, solo dopo il 1660 costruirono una piccola chiesa dedicata a S. Orsola in quello che oggi è l’Oratorio Paolo VI. Nei poveri locali annessi alla chiesetta a turno quattro di loro a turno abitavano per custodire la chiesa e, dal 1704 per farvi scuola alle ragazze povere del paese. Cominciò così per loro una nuova forma di attività con l’accoglienza di ragazze da educare con amore, saggezza e sapienza.
L’esperienza delle Orsoline antiche terminò con la soppressione napoleonica nel 1811 Nel 1841 per iniziativa del parroco don Andrea Bocchio e del colto sacerdote don Felice Deder le Orsoline furono rifondate, ma come congregazione claustrale, che però teneva scuola e collegio femminile nell’ampio palazzo acquistato allo scopo in Via Santa Maria. L’architetto Pietro Rizieri Calcinardi, che nacque a Desenzano nel 1803 e vi morì nel 1896, nel 1843 progettò la chiesa delle suore Orsoline di Via Santa Maria.
Nel 1893, ridotte notevolmente di numero e in parte anziane e malate, le Orsoline di Desenzano si fusero con lo Orsoline di S. Carlo a S. Ambrogio di Milano, che porta avanti l’istituzione ancora ai nostri giorni.
Il convento fu molto attivo e per molti anni ospitò diversi corsi scolastici di Scuola Media, Istituto di Ragioneria, Scuola Magistrale, e tenne convitto per le ragazze. Dal 1984 la cooperativa di genitori «Angela Merici» gestisce una scuola elementare parificata e oggi anche una scuola materna, sempre di ispirazione cristiana.
Loc. Grezze – Il luogo dove ha vissuto Sant’Angela
Lasciata la casa di Via Castello, la famiglia Merici si trasferì in una abitazione in località «Le Grezze».
La casa che ora vi si trova non corrisponde più a quella della famiglia Merici, se non che nella parte di sinistra, ove sono presentate una cucina e una camera, si può localizzare una struttura della vecchia casa. La parte di destra fu sede per tredici anni della attuale parrocchia di Sant’Angela Merici.
Qui, alla sera, finiti i lavori nei campi, tutta la famiglia si riuniva e papà Giovanni intratteneva i suoi figli con la lettura delle vite dei Santi. Gesto significativo e importante per la presa di coscienza di Angela perchè in lei, ancora giovanissima, si illuminava così la prospettiva di vivere, come i Santi, una fede viva e forte.
Di quei primi anni di Angela è sicuro quanto lei stessa ha confidato: una attrattiva precoce per la vita contemplativa, sobria, spirituale; la ricerca delle condizioni favorevoli alla preghiera e alla meditazione; lo spirito e l’esercizio della penitenza. Tutto questo interpretato ed espresso come poteva farlo una bambina dotata di intelligenza precoce e di ricca sensibilità. Alcuni lutti, forse in breve tempo, stando alla tradizione, distrussero ben presto la compagine famigliare dei Merici.
Morirono la sorella, la madre, il padre, anche se non si sa chi prima e chi dopo. Angela allora, forse con il fratello minore, si trasferì per qualche tempo a Salò dagli zii materni.
La chiesetta in località Machetto
La tradizione pone una visione, avuta da Angela, in località Machetto, dove tuttora esiste una chiesetta (costruita nel 1684) dedicata a San Francesco Saverio.
É poco lontano da «Le Grezze» dove s’era svolta tanta parte della vita dei figli Merici, nei prati e nei campi, proprietà in seguito dei signori Conti de Villio. Il Conte de Villio fece erigere un oratorio privato, proprio al Machetto, sulla via per Centenaro e Vaccarolo. L’oratorio quindi sorse nel luogo dove la Santa desenzanese ebbe una visione, oltre a quella più famosa avuta al Brodazzo; la visione della sorella morta che, circondata da una schiera di angeli, era tutta felice e trionfante. Per lei Angela aveva tanto pregato.
Loc. Grezze – La chiesa di Sant’Angela Merici
La Parrocchia di Sant’Angela Merici, in Desenzano, fu eretta ecclesiasticamente il 27 gennaio 1975, festa della Santa, dal Vescovo di Verona mons. Giuseppe Carraro. É dedicata alla Santa perché nella Parrocchia esisteva la casa della sua vita e c’è la Chiesetta del Machetto. Il 27 gennaio 1985, ricorrendo anche il 450° anniversario di fondazione della istituzione di Sant’Angela, a «Le Grezze», da parte di Mons. Giuseppe Amari, allora Vescovo di Verona, fu benedetta solennemente la prima pietra della nuova chiesa che si impone per la sua struttura accogliente e garbata.
Prima di entrare dalla porta principale della Chiesa, sulla sinistra si trova incastonata nella parete, una tela d’altare dipinta da Andrea Celesti nel 1686, per ordine dei conti Villio, raffigurante la Madonna del Carmine, San Francesco Saverio e la «Beata Angela». Questa tela era conservata originariamente nella Chiesetta del Machetto.
All’interno della Chiesa nuova c’è una scultura lignea che raffigura Angela giovane in abito da contadina. É stata ideata dall’architetto Benedetto Pietrogrande di Milano e realizzata da Peter Kostner di Ortisei (Bolzano). La vetrata policroma, che fa da sfondo alla statua, vuole essere una immagine della luce delle visioni e quasi una aureola che avvolge la giovane Angela.
Il “Mericianum” – La visione della scala
L’edificio, costruito dal 1963 e benedetto nel 1965 dal Vescovo di Verona Mons. Giuseppe Carraro, fu portato avanti con grande fede perché nel luogo della visione del Brodazzo ci fosse un punto di riferimento per esercizi, ritiri e attività spirituali.
Il primo a dare notizia della visione cosiddetta della «scala» è padre Francesco Landini, confessore delle vergini della «Compagnia di sant’Orsola» di Brescia, in una sua lettera del 1566. Lo sfondo è la campagna al tempo della mietitura. É l’ora della siesta, cioè verso il mezzogiorno astronomico. Durante l’estate la Messa mattutina veniva celebrata al primo baluginare dell’alba. All’aurora i contadini già erano al lavoro nei campi. Verso le 16-17 di allora, cioè le 10 – 11 astronomiche, quando il sole era già alto e la fatica si faceva sentire, aveva luogo il pranzo seguito da un breve riposo. Poi il lavoro riprendeva e, prima dell’Ave Maria, al calar del sole, bisognava aver fatto ritorno a casa.
Durante la siesta Angela si era ritirata in disparte a pregare e le parve che il cielo si aprisse e vide uscire una processione di angeli e di vergini. E in questa visione ebbe l’annuncio di essere scelta per fondare una Compagnia di vergini, il che fece a Brescia il 25 novembre 1535, quando diede inizio ufficiale alla «Compagnia di sant’Orsola» prima istituzione di vita consacrata contemplativa a diretto contatto con il mondo.