RIVA DEL GARDA – Dopo la pausa invernale, riapre il Museo Alto Garda nelle due sedi del Museo di Riva del Garda e della galleria civica «Giovanni Segantini» di Arco.
Il Museo di Riva del Garda inaugura la stagione 2015 sabato 14 marzo alle ore 18, svelando il primo nucleo di mostre temporanee, mentre sabato 28 marzo alle 18 la galleria civica «Segantini» inaugura i suoi spazi e allestimenti rinnovati che danno vita al progetto «Segantini e Arco», realizzato in collaborazione con il MART, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. La proposta 2015 del MAG è stata presentata alla stampa nella mattina di venerdì 27 febbraio nelle sale al piano terra del Museo di Riva del Garda, presenti per il Comune di Arco l’assessore alla cultura Stefano Miori, per il MAG il responsabile Giovanni Pellegrini, per il Comune di Riva del Garda l’assessora alla cultura Maria Flavia Brunelli, e per il MART la presidente Ilaria Vescovi.
Lo sguardo sul paesaggio storico e contemporaneo – indagato dalle diverse angolature che comprendono le discipline della fotografia, della pittura, del disegno e della ricerca storico-scientifica – è una delle impronte più marcate che contraddistinguono l’attività espositiva e di ricerca del MAG. Anche il 2015 sarà permeato di questa materia, la quale attraverserà i molteplici ambiti della progettazione artistica, dello studio del territorio, della produzione editoriale e delle attività partecipative, sempre in stretta sinergia con gli enti, le istituzioni e le realtà culturali del territorio.
Segantini
Nell’idea fondativa del MAG che fin dalla sua nascita è stato pensato come museo diffuso sul territorio dell’Alto Garda, si sta procedendo nell’intento di identificare la città di Arco quale luogo segantiniano, attraverso l’attività espositiva e di ricerca.
Dopo l’apertura nel 2012 ad Arco dello spazio permanente dedicato a Giovanni Segantini, il MAG ha avviato nel 2014 un progetto pluriennale che si inserisce nell’ambito della collaborazione attuata nel 2013 con il Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
Finalità del progetto, curato da Alessandra Tiddia, consiste nell’inserire la Galleria Civica G. Segantini in una rete di relazioni che il MAG intende instaurare con le principali istituzioni che conservano opere di Segantini e con gli studiosi che si occupano dell’artista.
Il progetto Segantini e Arco prevede innanzitutto il rinnovo dell’allestimento, che si comporrà di una parte espositiva tradizionale con dipinti, opere di grafica e documenti storici sull’artista di proprietà delle due istituzioni, e di una parte interattiva che posiziona Arco, città natale di Giovanni Segantini, al centro di un circuito internazionale che fa capo a musei e istituzioni pubbliche in tutto il mondo che possiedono opere dell’artista.
Attività espositiva
Il Museo di Riva del Garda si accinge a inaugurare il primo nucleo di mostre temporanee ideate per l’anno in corso, che andranno ad abitare, a partire da sabato 14 marzo 2015, gli spazi della Rocca di Riva.
Al piano terra della Rocca sarà allestita una mostra dedicata ai paesaggi fotografici del Garda da metà Ottocento fino agli anni Duemila, dal titolo Il tempo e l’istante (15.03-01.11 2015), a cura di Layla Betti, Claudia Gelmi, Sara Vicenzi: un excursus lungo oltre un secolo dentro l’ambiente naturale, la società, il turismo e le loro trasformazioni, restituito attraverso le immagini raccolte nel vasto archivio fotografico del MAG, che spaziano dai grandi fotografi dei secoli scorsi come Napoleone Segatini, Giorgio Sommer, Alois Beer, Augusto Baroni, Giovanni Battista Unterveger, Pietro Floriani, fino agli autori contemporanei quali Gabriele Basilico, Jordi Bernadó, Luca Campigotto, John Davies, Mimmo Jodice, Martin Parr, Bernard Plossu e Massimo Vitali.
Nella Pinacoteca del Museo verrà presentata la mostra Natura Oltre. Visioni di Mario Raciti sul paesaggio dell’Alto Garda (15.03-12.07 2015), a cura di Claudio Cerritelli: l’artista milanese proporrà una serie di opere inedite ispirate ai luoghi gardesani, proseguendo il progetto del MAG dedicato alla pittura e al disegno del paesaggio, iniziato lo scorso anno con l’interpretazione del territorio dell’Alto Garda da parte di Tullio Pericoli.
La sezione Storia del Museo ospiterà L’ultimo giorno di pace. 27 luglio 1914 (15.03-28.06 2015), a cura di Quinto Antonelli, Fabio Bartolini, Mauro Grazioli, Mirko Saltori. Organizzata in collaborazione con la Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, la mostra sarà integrata in questa sua esposizione rivana da un nucleo di approfondimenti sulla vita politica e sociale nelle comunità del Basso Sarca.
Un secondo momento espositivo avrà luogo nell’estate 2015, quando la Pinacoteca del Museo di Riva del Garda si arricchirà di tre nuove mostre.
Assorti nel paesaggio. Pittori nordici sul Garda tra ‘800 e ‘900 è il titolo della mostra che andrà a valorizzare la sezione di pittura del paesaggio della Pinacoteca, realizzata in sinergia con la Soprintendenza per i beni culturali della Provincia di Trento.
Sempre sul filo della collaborazione con il Mart, proseguiranno poi i progetti Der Blitz, che con la mostra Supernova (05.09-01.11 2015) instaurerà un confronto tra interventi di arte contemporanea e le opere della collezione del MAG, e In Pinacoteca. Finestre sul contemporaneo, che darà corpo alla mostra curata da Daniela Ferrari Oltre il confine della tela (18.07-01.11 2015).
Il percorso sul contemporaneo nell’Alto Garda curato da Denis Isaia e Federico Mazzonelli Der Blitz, vedrà un’anteprima il 14 marzo 2015, quando il video dell’artista Angelo Morandini La voce di Red si porrà in relazione, nel corso del vernissage, con la mostra fotografica Il tempo e l’istante.
Storia e ricerca
Oltre alla realizzazione dei progetti espositivi, il MAG continuerà a percorrere la strada tracciata negli anni che lo caratterizza per la peculiare attenzione verso l’interpretazione del territorio e dell’idea di paesaggio attraverso la ricerca.
Nel mese di maggio 2015, dal 17 al 23, si svolgerà una settimana di workshop di ricerca partecipata sui Paesaggi storici del Sommolago, dal titolo All’ombra del castello. Il paesaggio storico della comunità di Drena. Dopo l’esperienza dello scorso anno nel borgo di Campi di Riva del Garda, un gruppo di specializzandi della Scuola di Archeologia dell’Università di Padova, coordinati dal prof. Gian Pietro Brogiolo, si incontrerà a Drena per studiarne il territorio storico e le sue trasformazioni attraverso la documentazione archivistica, le mappe storiche, le tracce presenti nei luoghi e nella memoria locale.
Nel mese di ottobre, il 16 e il 17, si terrà a Riva del Garda il convegno internazionale I Grand Hotel come generatori di cambiamento tra 1870 e 1930. Indagini nei contesti alpini e subalpini tra laghi e monti, curato da Monica Aresi e Alessandro Paris e patrocinato da Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Trento, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, Fondazione Museo Storico del Trentino, Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Provincia di Brescia, Cremona e Mantova, Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, Osservatorio sul Paesaggio – Provincia autonoma di Trento, InGarda, BIM del Sarca.
Nell’intero arco del 2015, il MAG porterà avanti la sua adesione alle attività inserite nell’ambito della Rete Trentino Grande Guerra, in collaborazione con il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, occupandosi della questione dei profughi quale tema indicato dalla Rete stessa.
Rimanendo in tema di prima guerra mondiale, dopo l’apertura avvenuta a fine 2014 in seguito ai lavori di restauro e ripristino delle fortificazioni dell’Alto Garda, il MAG rimarrà l’ente responsabile della gestione dei Forti del Monte Brione, garantendo un calendario di aperture settimanali e proponendo una due giorni di iniziative nel fine settimana del 23 e 24 maggio, nel centesimo anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia.
Editoria
Trasversale a tutte le azioni del MAG e a integrazione delle attività espositive e di ricerca, la sezione editoriale del MAG produrrà nell’anno in corso, oltre ai cataloghi delle mostre, una serie di pubblicazioni, esiti degli studi intrapresi nei vari ambiti di interesse storico e paesaggistico.
Durante il 2015, in date ancora da definire, saranno presentati i seguenti volumi:
– Guida di Drena, a cura di Romano Turrini, collana Pagine del Garda. Guide, in collaborazione con Il Sommolago
– Storia della Colonia Pavese, a cura di Nicola Mazzoldi, progetto MAG Museo Alto Garda e Comune Nago-Torbole, Gruppo culturale Nago-Torbole
– Origini e sviluppo del turismo a Nago e Torbole e storia dei primi grandi alberghi, a cura di Ferdinando Martinelli e Aldo Miorelli,in collaborazione con Gruppo culturale Nago-Torbole
– Ristampa volume Sentieri di confine, in collaborazione con Associazione R. Pinter
– La prima legislatura di Riva del Garda, a cura di Tomaso Benamati
L’attività del MAG si arricchirà infine di una serie di progetti volti a coinvolgere la popolazione, adulti e bambini, in prima persona, al fine di renderla partecipe e protagonista del progetto museale stesso.
In questo senso, imprescindibile e trasversale a ogni azione e visione è la proposta Didattica del MAG, che copre una fascia d’età che si dispiega dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di II grado: l’educazione al patrimonio storico, artistico e archeologico è infatti missione prioritaria del MAG in quanto custode di memoria e identità, ma anche cantiere di interpretazione della contemporaneità e di generazione del futuro.
Sul versante del coinvolgimento di adulti e bambini in attività dentro e fuori le mura dei luoghi museali, si dipaneranno le proposte di OpenMAG (appuntamenti che comprendono, a corollario dall’attività istituzionale, una variegata offerta di laboratori e incontri) e di Sguardi Aperti (un programma di itinerari di conoscenza del territorio e del paesaggio realizzato in collaborazione con il MUSE – Museo delle Palafitte del Lago di Ledro).
In diversi spazi del Museo di Riva del Garda si articola infine il percorso permanente dedicato alle famiglie, ai bambini e ai ragazzi Invento, ideato per fruire il museo in modo diverso e creativo.
Quest’anno Invento si rinnoverà nel classico percorso di esplorazione della Pinacoteca, nella sezione Invento Book, arricchita di nuove pubblicazioni da sfogliare rilassati su morbidi cuscini, e nelle due nuove sezioni Invento Relax, dove saranno proiettati corti di animazione di artisti italiani, e Invento Lab, ovvero una serie di appuntamenti per bambini in cui creare, sperimentare e divertirsi.
Progetto «Segantini e Arco»
A cura di Alessandra Tiddia, MART
Arco, Galleria Civica G. Segantini
29 marzo 2015
Inaugurazione 28 marzo 2015, ore 18
In collaborazione con MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Il MAG ha avviato nel 2014 un progetto pluriennale dedicato al pittore Giovanni Segantini, che si inserisce nell’ambito della stretta collaborazione, attuata nel 2013, fra il MAG e il Mart di Rovereto.
Finalità del progetto è quella di valorizzare la città di Arco come luogo segantiniano, inserendo la Galleria Civica G. Segantini in una rete di relazioni che il MAG intende instaurare con le principali istituzioni che conservano opere di Segantini e con gli studiosi che si occupano di questo artista.
Il progetto prevede innanzitutto il rinnovo dell’allestimento della Galleria Civica, dopo l’apertura dello spazio permanente dedicato al pittore divisionista nel 2012: l’allestimento si comporrà di una parte espositiva tradizionale con dipinti, opere di grafica e documenti storici sull’artista di proprietà delle due istituzioni, e di una parte interattiva che posiziona Arco, città natale di Giovanni Segantini, al centro di un circuito internazionale che fa capo a musei e istituzioni pubbliche in tutto il mondo che possiedono opere dell’artista. L’inaugurazione dei rinnovati locali della Galleria è prevista per il 28 marzo 2015.
All’apertura dello spazio farà seguito una giornata di studio, il 18 aprile 2015, intitolata Segantini. Scritture d’alta quota, dedicata alla fortuna critica di Giovanni Segantini nei paesi di lingua tedesca. L’intenzione di questa tavola rotonda è quella di riunire studiosi e ricercatori del settore di area italiana, svizzera e austriaca, coinvolgendoli in un dibattito seminariale che sia occasione per progettare nuovi spunti di ricerca ed espositivi sull’opera dell’artista arcense. In occasione della giornata di studio verrà presentata la traduzione italiana della prima monografia su Giovanni Segantini scritta da Franz Servaes nel 1902, Giovanni Segantini. Sein Leben und Werk (La sua vita e la sua opera), una copia della quale è conservata presso la Biblioteca Civica “G. Emmert” di Arco.
Der Blitz 2015
Falsipiani / Supernova
A cura di Denis Isaia, Federico Mazzonelli
Riva del Garda e Arco
Dal 14 marzo al primo novembre 2015
In collaborazione con MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Il progetto Der Blitz nasce all’interno del MAG come strumento per rappresentare le ricerche legate all’arte contemporanea e metterle a confronto con il territorio.
Nel 2013, anno zero di Der Blitz, due mostre, una collettiva e una personale, hanno declinato l’obiettivo proposto seguendo un’argomentazione di natura tematica. La natura e il paesaggio sono stati affrontati come due questioni complesse con cui l’Alto Garda fa continuamente i conti per l’impianto culturale ed economico che sorregge il territorio.
Nel 2014, generate le fondamenta del nuovo progetto, un fitto e incalzante programma di mostre ha messo Der Blitz al centro di un sistema di relazioni nazionali. L’obiettivo è stato duplice: da un lato legittimare e consolidare le ricerche di Der Blitz posizionandole all’interno di uno spazio di circolazione delle idee più ampio e dall’altro dare l’opportunità al pubblico dell’Alto Garda di fruire di un’offerta aggiornata sul contemporaneo. Facendosi condurre dalle proposte degli artisti, Der Blitz nel 2014 oltre allo spazio espositivo della Galleria Civica G. Segantini di Arco si è confrontato con gli spazi esterni, il Museo di Riva del Garda, ma anche l’Eremo di San Paolo ad Arco.
Il programma di Der Blitz 2013 e 2014 ha posto le basi per una maggiore integrazione del progetto sia con il territorio che con l’istituzione che lo ha voluto e sostenuto. Abbandonati gli spazi della Galleria Civica G. Segantini – già ampiamente interpretati negli anni 2013 e 2014 e ora restituiti all’artista che dà loro il nome – Der Blitz 2015 propone due distinti progetti, il primo diffuso nel territorio dell’Alto Garda e il secondo nel cuore espositivo del MAG, il Museo di Riva del Garda.
Falsipiani è il titolo di una serie di azioni che da marzo a luglio prenderanno forma fra Arco e Riva del Garda. La definizione generica di azione rimanda al carattere multiforme che Falsipiani ha immaginato per il programma 2015.
Angelo Morandini proporrà negli spazi del Museo di Riva del Garda, in relazione con la mostra dedicata alla fotografia di paesaggio Il tempo e l’istante, una visione attualissima del territorio.
Alberto Scodro interverrà in uno spazio pubblico di Riva del Garda con una scultura in grado di interpretare in maniera sorprendete il territorio.
Michele Spanghero proporrà all’Eremo S. Paolo di Arco una performance sonora per far risuonare uno dei luoghi più preziosi dell’Alto Garda.
Arnold Mario Dall’O agirà anch’esso ad Arco attraverso una serie di gadget per inserire i linguaggi del contemporaneo nella quotidianità.
Conclusa la serie di azioni, Der Blitz darà corpo a partire dal 5 settembre 2015 a Supernova, una interpretazione coraggiosa delle sale e delle opere all’interno della Pinacoteca del Museo di Riva del Garda. Opere del passato, già ampiamente storicizzate, saranno attivate da un confronto con le opere di artisti dei nostri giorni di provenienza nazionale ed internazionale. L’idea che anima Superonova consiste nel generare attraverso una sequenza di lavori d’arte un percorso esperienziale capace di nutrire nuove connessioni e nuove interpretazioni della collezione del MAG e dello stesso momento di visita. La violazione di ambiti, cronologie e riferimenti è maneggiata come uno strumento per ampliare i livelli di lettura e non come puro elemento di dissacrazione. Seppur guidata da un intento sperimentale, Supernova intende il museo, e l’esperienza che il visitatore fa dello stesso, essenziale per la genesi delle opere d’arte. Sorprendente e luminosa, la mostra si propone come un intreccio complesso in cui elementi di teatralizzazione dello spazio si alternano a tentativi di attualizzazione delle opere d’arte della collezione del MAG.
Der Blitz: Falsipiani
14 marzo 2015
Riva del Garda, Museo
Angelo Morandini
26 giugno 2015
Riva del Garda
Alberto Scodro
04 luglio 2015
Arco, eremo di San Paolo
Michele Spanghero
17 luglio 2015
Arco
Arnold Mario Dall’O
Der Blitz: Supernova
Dal 5 settembre al primo novembre 2015
Riva del Garda, Museo
Natura Oltre
Visioni di Mario Raciti sul paesaggio dell’Alto Garda
A cura di Claudio Cerritelli
Riva del Garda, Museo
Dal 15 marzo al 12 luglio 2015
Inaugurazione: 14 marzo 2015, ore 18
Dopo alcune esplorazioni del territorio dell’Alto Garda avvenute nel mese di novembre 2014, Mario Raciti si è dedicato ad un ciclo di opere su carta che restituiscono all’osservatore differenti percorsi immaginativi intorno ai luoghi che lo hanno maggiormente sedotto, sia dal punto di vista naturalistico sia da quello più indeterminato e sfuggente che implica la possibilità di portarsi oltre il visibile, verso le zone instabili della visione sospesa, straniante, errante.
Il titolo scelto dall’artista per questa esposizione (Natura Oltre) indica lo sconfinamento immaginativo che le morfologie del paesaggio hanno suscitato tenendo aperto quel carattere di presenza-assenza dell’immagine che costituisce l’identità costante della sua ricerca, processo d’invenzione e rivelazione dell’invisibile.
Questo ciclo di opere è ancor più significativo in quanto – nel contesto di ricerca che Raciti conduce da diversi decenni intorno alle forme dell’ignoto – esso si pone come una felice digressione, un racconto di molteplici avvistamenti che si apre e si chiude in modo autonomo e compiuto, nel rispetto del referente naturalistico. Attraverso circa sessanta fogli di diversa dimensione (disegni, inchiostri, tempere, tecniche miste) la mostra raccoglie nuclei di immagini relative a luoghi, forme naturali, panorami che da minimi dettagli si aprono verso il respiro dell’altrove, con intuizioni spaziali che affermano l’oltrepassamento delle forme conosciute.
La svettante rocca di Arco, le rocce scoscese del Ponale, le gallerie della gardesana occidentale, la cascata del Varone, le trasfigurazioni del monte Brione, la riscoperta simbolica dei cimiteri, il panorama con le sponde del lago, i crinali dei monti visti da lontano, le vie e i camminamenti dentro le vegetazioni, il profilo degli uliveti e il ritmo spaziale dei cipressi. Sono questi i luoghi ricorrenti che hanno attirato l’artista nel suo viaggio tra le atmosfere evocative della natura gardesana, intuizioni figurali che esprimono lo stupore e l’incanto del paesaggio, ma anche quel senso di sottile smarrimento che Raciti coltiva come valore necessario al suo modo di creare segni e colori. Si tratta di una sequenza di visioni poetiche che rimandano alle energie profonde dell’inconscio, agli impulsi inquieti dell’immaginazione, alle avventure grafico-cromatiche che sono una preziosa lezione di sguardo che privilegia il flusso della fantasia tra meditazione e trasfigurazione interiore.
Per l’occasione verrà pubblicato il catalogo delle opere esposte introdotte da un saggio critico del curatore Claudio Cerritelli, docente di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Mario Raciti
È nato a Milano nel 1934. Abbandonata la professione legale, si è dedicato professionalmente alla pittura dagli ultimi anni ’50. Da allora, opere che hanno superato il mezzo secolo resistono sulle pareti di collezioni e istituzioni, nella continuità di un’ossessione, propria dell’artista di ogni tempo, che lo porta, attraverso vari giochi della fantasia e dei momenti, a percorrere un mondo sempre aperto all’altrove, all'”oltre”.
«Quando, nel 1952, mi iscrissi a Giurisprudenza anziché a Brera, pur desiderando a tutti i costi di “fare il pittore”, incominciavo già a seguire quella linea “trasgressiva” che mi seguirà nel mio fare poi professionale, di pittore vero. Un po’ anarchico, non adeguato ai canoni correnti (usavo la pennellata “à plat” in tempo di pittura analitica!), non seguivo il fare del momento come altri, non sentivo l’arte come forma (non rassomigliavo, come molti affermavano, a Novelli o a Twombly per via del bianco e della matita); mi avvicinavo alla povertà della stesura (negli anni ’70) più per rarefazione spirituale che per pragmatismo esecutivo (“troppo poetica per appartenere alla nuova pittura, la tua”, mi disse Fagone).
Inseguivo chimere altre, era un viaggio che svolgeva verso un non dove, in una atmosfera visionaria di tensione e dissipazione. Ho pensato sempre alla mia pittura, che viaggia e varia nella psiche profonda del viaggiatore, come a un romanzo di formazione, alla maniera di Enrico di Ofterdingen di cui Klaus Wolbert ha citato per il mio lavoro il “fiore azzurro”, che è simbolo romantico.
Per cui, se, per alcuni, sono “borderline”, se altri, come Barilli (su l’Unità), mi ritengono ancora un informale “come un kamikaze giapponese che combatte ancora su un’isola senza sapere che la guerra è finita”, (ma quanto tempo è passato dal vecchio informale, quasi quanto quello del “fare pittura”): io so solo che, memore dell’arte di sempre, invento tra le macerie dell’oggi “una pittura ultima”, ed è colpa del mio inestinguibile, pressante sogno, se sono kandiskianamente necessitato da una forma che è quella e non si può classificare alla luce dei regolamenti vigenti.
Ed in questo senso mi sento “moderno” (e non “modernista”): perché vivo drammaticamente l’impossibilità della pittura di esserci come presenza (“Non fosse artista”, cito Gualdoni, “Mario Raciti vorrebbe una pittura felice…”), ma come traccia visionaria, come velato altrove, in attesa di un domani più vero, oggi dolorosamente impossibile.
I fiori del profondo è l’ultima evoluzione della mia pittura. Dopo le figurazioni fantastiche degli anni ’60, le Presenze assenze degli anni ’70, le Mitologie degli anni ’80, negli anni ’90 nascono i Misteri, che evolvono nel 2000 nei Why (drammatico “perché” del Cristo sulla croce). Poi, rivivendo il mito di Proserpina, che, prigioniera nell’Ade, anela a comunicare sulla terra colla madre Demetra, dea delle messi, facendo nascere sul pianeta i fiori a primavera, apro il dramma alla speranza, Speranza, oggi velata dalla privazione di contatti veri, speranza di un nuovo vivere. Ultimamente lavoro su Una o due figure, con i fiori divenuti dardi e la descrizione di irraggiungibili amplessi».
Mario Raciti
L’ultimo giorno di pace. 27 luglio 1914
A cura di Quinto Antonelli, Fabio Bartolini, Mauro Grazioli, Mirko Saltori
Riva del Garda, Museo
Dal 15 marzo al 28 giugno 2015
Inaugurazione: 14 marzo 2015, ore 18
In collaborazione con Società di Studi Trentini di Scienze Storiche
Il MAG Museo Alto Garda ospita la mostra organizzata dalla Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, presentando questa iniziativa nel centenario della Grande Guerra, nell’ambito della sua adesione alla Rete Trentino Grande Guerra coordinata dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.
La mostra sarà visitabile al terzo piano della Rocca di Riva del Garda, andando a costituire un ulteriore arricchimento temporaneo della composita sezione di Storia del Museo.
Gli approfondimenti sulla vita politica e sociale nelle comunità del Basso Sarca inseriti nel percorso sono a cura di Mauro Grazioli. Il catalogo della mostra, disponibile presso il bookshop del MAG, sarà arricchito da un inserto dedicato specificatamente alla realtà del Basso Sarca in quei giorni di cento anni fa.
Anche in Trentino, come in gran parte d’Europa, i giornali del luglio 1914 non accennano all’ultimatum dell’Austria inviato alla Serbia e la guerra incombente rimane sullo sfondo sino all’ultimo. Le lettere dei primi giorni di guerra scritte da chi si trovò catapultato nell’incubo delle trincee costituiscono un secondo importante nucleo di significato. È tra questi «due poli di carta – i giornali degli ultimi giorni di pace e i diari e le lettere dei primi giorni di guerra» – che avviene, come illustra nel catalogo il presidente della Società di studi trentini di Scienze storiche Marcello Bonazza un vero e proprio «cortocircuito della memoria»; infatti: «il Trentino della pace reale, povero, polemico e politicizzato, complicato e ricco di contraddizioni, si appiattisce nel Trentino della pace ideale, con strascichi che si avvertono ancora oggi nella costruzione identitaria e nel dibattito politico locale».
Il percorso da questa quiete prima della tempesta sino al pieno svolgimento della tragedia bellica si articola in una dozzina di tappe, esemplificate da oggetti, fotografie, documenti e articoli di giornale. Si ripercorrono capitoli centrali della storia sociale dell’epoca: emigrazione, sistema scolastico, polemiche culturali, associazionismo sportivo e musicale, igiene e salute, agricoltura, vita religiosa, tempo libero e turismo, nonché dibattito politico e censura austriaca. Emergono così le debolezze di una comunità trentina ancora in gran parte legata ad una agricoltura di sussistenza, caratterizzata dal ricorso all’emigrazione stagionale, segnata dalle malattie sociali, ma anche impegnata in battaglie politiche e ideologiche contrapposte.
Il tempo e l’istante
Paesaggi fotografici del Garda 1870-2000
A cura di Layla Betti, Claudia Gelmi, Sara Vicenzi
Riva del Garda, Museo
Dal 15 marzo al primo novembre 2015
Inaugurazione: 14 marzo 2015, ore 18
Punto di approdo per tanti turisti, meta d’obbligo di molti Grand Tour, il lago di Garda è un soggetto che da sempre attira gli sguardi e la curiosità, catturandone l’attenzione fin dagli albori della fotografia.
Il tempo e l’istante è un viaggio che ripercorre i paesaggi fotografici del Garda nell’arco di circa un secolo e mezzo di storia, un excursus dentro l’ambiente naturale, la società, il turismo e le loro trasformazioni, restituito attraverso le immagini selezionate dal vasto patrimonio presente nell’archivio fotografico del MAG. In questo modo l’istante, il battito colto da uno scatto a lungo studiato o magari semplicemente improvvisato, contribuisce a narrare un tempo lungo più di un secolo e a evocare chi quel tempo lo ha vissuto, in differenti momenti del suo passaggio.
Attraversando le sale, il visitatore avrà l’impressione di leggervi il paesaggio nelle sue lente ma inesorabili trasformazioni. Una prima sezione è dedicata a Riva del Garda, ai suoi scorci e a scatti che la ritraggono da quei punti di osservazione che sono simili a quelli dei giorni nostri.
Segue poi una lettura dell’Alto Garda e dei suoi centri, con alcune significative immagini della Strada del Ponale e diverse inquadrature del lago stesso, soggetto fotografico per eccellenza.
La grande sala centrale è dedicata ai borghi che si affacciano sull’intero lago – Malcesine, Sirmione, Desenzano, Salò, Fasano, Gardone, Gargnano, Limone – e alle attività umane. Questo viaggio, infatti, racconta anche le attività antropiche legate al lago di Garda, la vita comune.
È così che, accanto alle immagini di turisti o alle fotografie scattate da viaggiatori e fotografi illustri, oltre a quella natura maestosa raccontata dagli scrittori, compaiono in questo viaggio anche immagini legate alle professioni dell’uomo: le lavandaie intente nel loro lavoro, fermate per sempre in uno scatto che allude a un movimento sapiente tramandato nel tempo, i pescatori al lavoro sul lago, le persone in attesa a un imbarco. Poi, in un’epoca più recente, gli sport d’acqua e le colonie estive che narrano di un passato non troppo lontano.
Tra i protagonisti del tempo, i turisti, che immortalano gli scorci più belli o potenti, o che si fanno fotografare in pose che cambiano così come cambia la sensibilità dei tempi che questa mostra attraversa.
Alcune delle immagini scelte per rappresentare questo viaggio fotografico sono firmate da autori famosi al loro tempo, come Napoleone Segatini, Giorgio Sommer, Alois Beer, Augusto Baroni, Giovanni Battista Unterveger e Pietro Floriani. Particolare visibilità viene inoltre data alle edizioni dell’epoca, quali Photoglob di Zurigo, Wehrli A. Kilchberg G. di Zurigo, Würthle & Spinnhirn di Salisburgo e Stengel e Co. di Dresda, e ai fondi presenti nell’archivio del MAG, come quelli di Pozzini, Armani, Biatel, Zane.
L’ultima parte del percorso espositivo è dedicata al periodo che va dagli anni venti agli anni sessanta del Novecento. Ancora una volta, il modo di fotografare cambia parallelamente a come mutano i costumi e i panorami urbani.
Nel fluire di questo viaggio temporale per istanti, il visitatore incontrerà anche delle immagini che produrranno una sorta di corto circuito rispetto al percorso intrapreso. Si tratta delle fotografie tratte dalle collezioni SguardiGardesani, che raccontano gli stessi luoghi con la sensibilità contemporanea di autori quali Gabriele Basilico, Jordi Bernadó, Luca Campigotto, John Davies, Mimmo Jodice, Martin Parr, Bernard Plossu e Massimo Vitali.