Tener-a-mente 2015: il programma
GARDONE RIVIERA – Da Conte a Battiato, da Morgan a Biondi, passando per Goran Bregovic, Patti Smith, Ascanio Celestini, Alessandro Preziosi… questo e molto altro per un festival che si annuncia straordinario.
Il cartellone dell’edizione 2015 del “Festival del Vittoriale Tener-a-mente” è online. Ospiti d’eccellenza, tra ritorni a grande richiesta e novità assolute: tra musica, teatro e danza, scopri tutti i protagonisti della nuova edizione.
«Mi pare che la parola stia diventando la protagonista del Festival – ha dichiarato al Giornale di Brescia Viola Costa, ideatrice e responsabile del festival -. Non è ancora, come vorrei, la parola che si impone attraverso il teatro, che è il mezzo che la comunica per eccellenza, anche se ci sono più appuntamenti teatrali del solito. La parola è protagonista in quanto contenuto; è parola pensata. Il Festival Tener-a-mente vuole dare spazio a chi ha qualcosa da dire, sia attraverso la parola, sia attraverso la musica. Ci piacciono e ci interessano i musicisti che hanno qualcosa da dire».
Le prevendite sono già aperte sul sito ufficiale www.anfiteatrodelvittoriale.it e presso i tradizionali punti di prevendita. Per informazioni +39 340 1392446, oppure info@anfiteatrodelvittorial
Il Programma
27 giugno – Paolo Conte
1 luglio – Counting Crows
4 luglio – Morgan «Il libro di Morgan dal vivo»
5 luglio – Paul Weller
12 luglio – Laghetto delle danze – Mario Biondi
16 luglio – Goran Bregovic «If You don’t go crazy, you’re not normal»!
19 luglio – Alessandro Preziosi «Omaggio a d’Annunzio»
21 luglio – Franco Battiato
26 luglio – Ascanio Celestini «Racconti d’estate»
28 luglio – Patti Smith «Horses»
31 luglio Tener-a-mente oltre – Skuli Sverrisson e Oscar Gudjonsonn
1 agosto Tener-a-mente oltre – Hauschka
2 agosto Tener-a-mente oltre – Arto Lindsay
5 agosto – John Butler trio
8 agosto – Sofia Ballet «La bella addormentata | Sleeping Beauty»
Paolo Conte
Sublime, così è il nuovo disco di Paolo Conte. Altro termine non c’è per definirlo. In questo tempo di welter leggeri, arriva un album da peso massimo, che non contiene canzoni ambientali, ma solo universali, che non cerca l’ipotenusa, ma fa di tutto, Pitagora permettendo, per avvicinare i due cateti: parole e musica. Paolo Conte è un instancabile esploratore di geografie esistenziali e sentimentali, è un rapinatore di suoni essenziali, gli unici che somigliano ai desideri vitali. Poco importa che la vita sia immaginata o vissuta, quello che conta è se si sente scorrere il suono della sua imprevedibile musica. Una canzone è veramente bella quando allontana da sé ogni spiegazione, non per presuntuosa perfezione, ma per elegante e misteriosa vocazione, quello che cerca è solo il sintomo di una vita che si nutra di emozione, che valga la pena di essere vissuta. Ogni album di Paolo Conte è il proseguimento di quello precedente, ogni canzone è la continuazione del suo lungo romanzo musicale che ha cominciato a comporre quando ha capito che in un’aula di tribunale si tengono jam session interpretative molto simili alle variazioni musicali in un concerto jazz. Per arrivare alla conclusione che l’incertezza della vita è più stabile della certezza del diritto. Ed è proprio quella incertezza che il Maestro cerca e canta, quella vita sfusa che non si potrà mai racchiudere in un pacchetto. Ecco perché nel romanzo poetico di Paolo Conte la fine non esiste. Se mettessimo in fila tutte le sue canzoni, come se fossero pagine di un libro, tutto si farebbe più chiaro, tutto potrebbe essere: sinfonia, poema, film, affresco, mosaico, letteratura musicale, teatro, pittura animata. In scena lui canta la verità di una vita senza inganno, ma ci fa anche intravedere l’unico modo in cui si può rammendare, senza danno. Questo è quello che ho percepito ascoltando il nuovo album di Paolo Conte, le nuove storie del suo lungo romanzo sono come un lungo bel respiro, e nel suo cantare per fortuna mia c’è anche tutto quello che non ho capito, e anche questo suona magnificamente bene.
Nunzio Barbieri Chitarra – Chitarra Elettrica
Lucio Caliendo Oboe – Fagotto – Percussioni –Tastiere
Claudio Chiara Sax Contralto – Sax Tenore – Sax Baritono – Flauto – Fisarmonica – Basso – Tastiere
Daniele Dall’Omo Chitarre
Daniele Di Gregorio Batteria – Percussioni – Marimba – Piano
Luca Enipeo Chitarra
Massimo Pitzianti Fisarmonica – Bandoneon – Clarinetto – Sax Baritono – Piano – Tastiere
Piergiorgio Rosso Violino
Jino Touche Contrabbasso – Basso elettrico – Chitarra Elettrica
Luca Velotti Sax Soprano– Sax Tenore – Sax Contralto – Sax Baritono – Clarinetto
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Counting Crows
“Probabilmente la cosa più bella di una carriera come la nostra è la possibilità di vedere davvero il mondo. Non dimenticherò mai quando atterrammo a Londra per iniziare il nostro primo tour europeo, o la sensazione di una camminata dopo un concerto nel cuore della notte fino alla torre Eiffel”, ha dichiarato il frontman Adam Duritz. “I tour europei sono magici. Non vedo l’ora.”
Il concerto prevede canzoni dal nuovo album, Somewhere Under Wonderland, il primo in studio negli ultimi setti anni, oltre naturalmente ai grandi successi della band. Somewhere Under Wonderland è il settimo album da studio dei Counting Crow, il primo da Saturday Nights & Sunday Mornings datato 2008.
Counting Crows – Adam Duritz (voce), Jim Bogios (batteria), David Bryson (chitarra), Charlie Gillingham(tastiere), David Immergluck (chitarra), Millard Powers (basso) and Dan Vickrey (chitarra) – hanno venduto più di 20 milioni di album in tutto il mondo dopo la ribalta del pluri-disco di platino album di esordio August and Everything After del 1993.
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Morgan
“Il libro di Morgan dal vivo” è uno spettacolo inedito, che si muove tra parole, immagini e performance live.
Ma, per chi conosce Morgan, è facile immaginare che quello a cui ci trova davanti è un vero e proprio One man show. Morgan si racconta, con autenticità e misura, semplicemente e in modo vero.
Per farlo, combina diversi linguaggi artistici, ritmati dalla sceneggiatura tratta dal libro appena pubblicato per Einaudi: racconta, pensa ad alta voce,suona e canta, sia brani del suo repertorio, sia pezzi originali, scritti appositamente per lo spettacolo.
Modulato in 5 “atti” (Io – l’amore – la musica- gli stronzi – e Dio), Morgan sul palco sarà voce, pianoforte, chitarra, basso acustico e computer, dando vita a una trascinante produzione il cui fondale è la lettura di alcuni passaggi dalla sua autobiografia, ma dove pilastro fondamentale è la musica a cui l’istrionico artista ha dedicato tutta la sua vita.
In ogni concerto Morgan sarà accompagnato da alcuni storici compagni di viaggio.
L’impianto scenico è curato da Luca Volpatti, già ideatore del progetto scenico del Festival La Milanesiana nonché delle scenografie delle opere liriche di Battiato “Genesi”, “Gilgamesh”, “Il cavaliere dell’intelletto”, “Telesio” e dei suoi film. La sceneggiatura de “Il libro di Morgan dal vivo” è di Roberta Castoldi, curatrice del libro, così come la regia co-firmata con Marco Castoldi.
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Mario Biondi
Dopo il grande successo del Sun Tour, che ha toccato le principali città italiane, e dopo il trionfo della sua parte europea, che l’ha visto calcare i palchi più prestigiosi d’Europa, a maggio Mario Biondi torna a esibirsi dal vivo con un nuovo straordinario tour.
Il 2015 di Mario Biondi è iniziato con un importante riconoscimento discografico: per il secondo anno consecutivo l’artista si conferma voce per eccellenza del Natale conquistando il DOPPIO DISCO DI PLATINO per “MARIO CHRISTMAS”, che arriva dopo il platino del 2013. La sua inconfondibile voce ha accompagnato anche queste feste con “A VERY SPECIAL Mario Christmas”, edizione speciale e ricca di sorprese rimasta salda in classifica per tutto il periodo natalizio. Un cofanetto CD+DVD che raccoglie la magia di “Mario Christmas” arricchita con 3 straordinari brani (“Santa Claus is coming to town”, “Please come home for Christmas” e “Happy XMas (War is Over)”) e con le immagini dell’emozionante concerto di Natale del “Sun Tour”, diretto da Sergio Colabona e registrato nella magica cornice del Teatro Augusteo di Napoli.
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Goran Bregovic
“Chi non diventa pazzo non è normale!” è il nuovo concerto che Goran Bregovic porterà in tour per l’estate 2015.
Il repertorio spazierà dai suoi grandi successi agli ultimi album (Alkohol e Champagne for Gypsies), con qualche anticipazione di brani del nuovo disco in uscita.
Goran Bregovic sarà accompagnato dalla sua storica formazione, la Wedding & Funeral Band (fiati, percussioni e voci bulgare).
Per il pubblico sarà impossibile resistere ai ritmi travolgenti e alle sonorità fragorose di queste due ore di pura energia.
Goran Bregovic – Chitarra, Sintetizzatore, Voce
Muharem Redzepi Goc (Grancassa tradizionale), Voce
Bokan Stankovic – Prima Tromba
Dragic Velickovic – Seconda Tromba
Stojan Dimov – Sax, Clarinet
Aleksandar Rajkovic – primo Trombone, Glockenspiel
Milos Mihajlovic – Secondo Trombone
Ludmila Radkova Trajkova – Voce bulgara
Daniela Radkova Aleksandrova – Voce bulgara
Ingegnere del suono: Dusan Vasic
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Alessandro Preziosi
Alessandro Preziosi è nato a Napoli il 19 aprile del 1973, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli.
Si è trasferito a Milano, dove si è diplomato all’Accademia dei Filodrammatici.
Nel 1998 debutta nel ruolo di Laerte nell’Amleto di Antonio Calenda, ha allestito per il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e interpreta Cristiano nel Cyrano di Corrado D’ Elia e, successivamente, ha prodotto e interpretato il monologo Le ultime ore di A.I. di Tommaso Mattei. Ancora con lo Stabile del Friuli-Venezia Giulia, e diretto da Antonio Calenda, ha recitato nell’Agamennone di Eschilo ed è stato Oreste in Coefore e in Eumenidi rappresentati a Teatro Greco di Siracusa e poi in tournée nazionale.
Dopo aver a lungo interpretato l’ispettore Pietro Foschi nella fortunata soap di Mediaset “Vivere”, è stato protagonista per Mediaset della fiction in costume “Elisa di Rivombrosa” diretta da Cinzia P.H. Torrini grazie alla quale vince un Telegatto come personaggio maschile dell’anno. Nella seconda serie è presente solo nelle prime due puntate, avendo deciso di dedicarsi al teatro con il musical “Datemi tre caravelle”, dove interpreta il ruolo di Cristoforo Colombo.
Nel 2004 è protagonista di “Vaniglia e cioccolato”, regia di Ciro Ippolito, e della miniserie tv in sei puntate, “Il Capitano” di Vittorio Sindoni, trasmessa da Raidue.
Nel 2006 gira i film “I Viceré” di Roberto Faenza, tratto dal romanzo di Federico De Roberto, e “La masseria delle allodole”, tratto dal libro di Antonia Arslan e diretto da Paolo Taviani e Vittorio Taviani. Entrambi i film escono nelle sale nel 2007; il film “I Viceré”, dopo l’uscita nei cinema, va in onda, in due puntate, su Raiuno.
Dal 7 maggio 2007 inizia le riprese della serie “Il commissario De Luca”, 4 film tv, tratti dai romanzi di Carlo Lucarelli, regia di Antonio Frazzi.
Dopo aver interpretato ll tv movie della Lux vide “S.Agostino” per la regia di Cristian Dougay, è tornato in teatro per l’Amleto di Khora.teatro per la regia di Armando Pugliese che reduce dai successi estivi dopo il debutto in occasione del sessantesimo anniversario del festival Scespiriano di Verona ha terminato nel febbraio 2010 a Roma una lunghissima tournée.
Al cinema nel 2010 è uno dei protagonisti del lungometraggio di Ferzan Ozpetek “Mine vaganti “ e del “Maschi vs femmine” di Fausto Brizzi.
Nel 2011 ha girato per Canale 5 la serie “Amore e vendetta” con Anna Valle per la regia di Raffaele Mertes ed è protagonista accanto a Laura Chiatti del nuovo lavoro di Pappi Corsicato “Il volto di un’altra”.
Franco Battiato
Franco Battiato è nato anni fa a Jonia (Catania). Dopo i primi anni ’70 dedicati alla musica elettronica e sperimentale (Fetus, Pollution…), Battiato compie le sue prime ascensioni sonore con album più sostanziosi come Sulle corde di Aries, Clic e Mademoiselle le gladiator. La sua fase di ricerca e di sperimentazione più “arrabbiata” è della seconda metà degli anni Settanta, con arditi dischi come L’ Egitto prima delle sabbie. Album come L’era del cinghiale bianco, Patriots, La voce del padrone e L’arca di Noè lo proiettano verso un successo da rockstar, con vendite da capogiro. Ma quasi per controbilanciare tanta sfacciata fortuna terrena, Battiato si dedica ai suoi miti celesti e all’approfondimento interiore, via Gurdjieff e gli antichi saggi della cultura sufista. Inizia anche a fare l’editore di libri esoterici, con la sua piccola casa editrice L’Ottava. Con la prima opera lirica Genesi, nel 1987 inaugura una doppia carriera di compositore serio, usando linguaggi più “alti”.
Gilgamesh del 1992 è la sua seconda e più matura opera lirica. Altri album importanti per la Emi, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dell’ultimo decennio, sono Fisiognomica, Giubbe rosse, Come un cammello in una grondaia, che contiene tra l’altro l’interpretazione ‘leggera’ di quattro lieder romantici di Beethoven, Brahms, Wagner e Martin-Berlioz, e Caffè de la Paix. Nel 1994 Battiato inaugura un’intensa collaborazione e un proficuo scambio culturale col filosofo Manlio Sgalambro, che scrive il libretto dell’opera teatrale Il cavaliere dell’Intelletto dedicata a Federico II. I due congegnano insieme anche un primo album di canzoni, L’ombrello e la macchina da cucire. L’Imboscata, uscito nel 1996, è il primo capitolo della “nuova era” con la casa discografica Polygram (oggi Universal Music). Nel 1997 ha curato la regia de “Gli Schopenhauer”, commedia pessimistica di Manlio Sgalambro. A settembre del 1998 esce Gommalacca, contenente il singolo di grande successo “Shock in my town”, album che ha proseguito il discorso musicale iniziato con L’imboscata, arricchendolo ulteriormente di sonorità dure e spigolose. Il 22 ottobre 1999 viene pubblicato Fleurs, album nel quale Franco Battiato interpreta 10 canzoni altrui e 2 inediti, e che gli vale la targa di Miglior Interprete all’edizione 2000 del Premio Tenco. Campi magnetici, la musica per balletto che Franco Battiato ha composto per il Maggio Musicale Fiorentino, diventa un CD pubblicato il 9 giugno 2000 da Sony Classical. Il 13 aprile 2001 esce invece il primo album di musica pop di Franco Battiato per l’etichetta Columbia/Sony Music dal titolo Ferro battuto. Scritto a quattro mani con il filosofo Manlio Sgalambro, l’album contiene 10 brani prodotti e arrangiati dallo stesso Battiato. Nove brani inediti su dieci, con la partecipazione di alcuni prestigiosi “ospiti”, primo fra tutti Jim Kerr dei Simple Minds, che duetta con Battiato in Running against the grain, poi la voce di Natacha Atlas e gli archi della London String Orchestra. Il 30 agosto 2002 esce Fleurs3, prosecuzione ideale del primo disco di cover. E’ primo in classifica e si segnala tra i 20 album più venduti del 2002. Parallelamente Battiato scrive insieme a Sgalambro, la sceneggiatura di Perduto Amor, film opera prima dell’eclettico musicista siciliano. Il film, uscito nelle sale nel maggio 2003, narra il percorso formativo di un bambino/ragazzo siciliano nella Sicilia e nella Milano degli anni 50 e 60. Nell’ottobre 2003 esce il doppio album-live Last summer dance registrato durante il Tour dell’estate 2003.
Nell’aprile 2004 Franco Battiato vince, con il suo Perduto Amor, il Nastro d’argento come miglior regista italiano esordiente. Il 1^ ottobre 2004 esce il nuovo album di canzoni inedite Dieci Stratagemmi che entra subito al 1^ posto nella classifica degli album più venduti. Nel dicembre 2004, il debutto televisivo con una trasmissione ideata e condotta da Franco Battiato dal titolo “Bitte Keine Reklame” produzione per Rai Futura. Nel 2005 la collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri per l’Esposizione Universale di Aichi.
Sempre nel 2005 la regia e produzione della seconda opera cinematografica dal titolo
“Musikanten” con la partecipazione di A. Jodorowsky (nei panni di L. v. Beethoven) Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni. Il film ha partecipato nella sezione Orizzonti alla 62^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Nei mesi di ottobre-novembre-dicembre Battiato gira l’Italia ( più di 40 date) presentando il suo nuovo film “Musikanten” che a Marzo 2006 “Musikanten” è uscito nelle sale. A novembre 2005 è uscito per la SonyBmg/Columbia il cd/dvd live “Un soffio al cuore di natura elettrica” . A fine 2006 inizia a lavorare al suo nuovo film “Niente è come sembra”, presentato ad ottobre 2007 in anteprima al Festival del Cinema di Roma. A Febbraio 2007 è uscito l’album “Il Vuoto” per la Universal. Il 14 novembre 2008 è uscito nei negozi “Fleurs 2”, che vede le partecipazioni, tra gli altri, di Anne Ducros, Antony e Juri Camisasca. Oltre a 10 canzoni di altri notissimi autori, ci sono le inedite “Tutto l’universo obbedisce all’amore” cantata con Carmen Consoli e la personalissima e suggestiva “L’addio” dedicata a Giuni Russo. Nel 2009 è l’anno di “Inneres Auge”, “L’Occhio Interiore”, album principalmente composto da reinterpretazioni che riguardano soprattutto il periodo pop-elettronico degli anni Ottanta, album come “Orizzonti Perduti” e “Mondi lontanissimi” rivisitati con sofisticata sensibilità. Ma questo non è solo un album di cover, la canzone che dà il titolo all’album, unico inedito insieme a “U Cuntu” e “Tibet” (pubblicata solo in digitale prima) sono un grido di protesta contro il degrado e al decadimento del genere umano, partendo dalla situazione politica italiana fino al lontano Tibet. Non tralasciamo uno dei gioielli dell’album, “Inverno “ di De André, eccellente interpretazione del Maestro. Nel 2011, su commissione del Comune di Cosenza/Teatro Rendano, Battiato compone Telesio, la sua quarta opera, con libretto di Manlio Sgalambro. Il 23 ottobre 2012 il nuovo album di inediti “Apriti Sesamo” per Universal Music. Il 26 novembre 2013 esce l’album “Del Suo Veloce Volo” incontro dal vivo tra Antony & the Johnsons e Franco Battiato dal concerto tenutosi all’Arena di Verona il 2 settembre con arrangiamenti della Filarmonica Arturo Toscanini. In mezzo ai set dei due artisti, i duetti: “You’re My Sister”, la cover dei Rolling Stones “As tears go by” e il brano da cui la loro collaborazione è iniziata, “Frankenstein” di Antony che su Fleurs 2 si era trasformata in “Del suo veloce volo”.
Il 16 settembre 2014 esce per Universal Music Italia il progetto JOE PATT’S EXPERIMENTAL GROUP, dove Battiato insieme al suo sound engineer Pino “Pinaxa” Pischetola propone un album la cui protagonista è la musica elettronica e sperimentale a cui l’artista ha nel tempo dedicato un’ampia e dirompente produzione. Qualcosa di diverso rispetto ai suoi ultimi lavori, con un rimando al suo periodo degli anni ’70, un viaggio con un approccio innovativo tra rivisitazioni e nuove composizioni. Il singolo in radio ad anticipare il progetto è la traccia “Proprietà Proibita” (rivisitazione del celebre brano contenuto nell’album CLIC del 1974 il cui titolo originale era in spagnolo), accompagnato da un video diretto da Leandro Manuel Emede http://vevo.ly/4kIIs0.
Un tour in tutta Italia ha fatto seguito alla nuova pubblicazione.
Il 12 novembre pubblica con Bompiani Attraversando il Bardo – Il film, il libro (collana Grandi Saggi).
Dal 6 marzo 2015 Battiato porterà in Europa il progetto JOE PATTI’S EXPERIMENTAL GROUP, in un tour che farà tappa a Dublino, Amsterdam, Londra, Parigi, Barcellona ed Oviedo.
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Ascanio Celestini
“fiabe per adulti che volevano essere bambini cattivi”
Il fantasma: sono il fantasma formaggino!
Pierino: vieni qui che ti spalmo sul panino!
C’è una barzelletta di qualche anno fa che aveva per protagonisti tre politici famosi.
Saddam Hussein va da Dio e chiede “come sarà l’Iraq tra 5 anni”. E Dio “distrutto dalle bombe americane” e Saddam piange disperato.
Anche Bush va da Dio e chiede “come saranno gli Stati Uniti tra 5 anni?”. E Dio “distrutto dagli attentati degli islamisti” e il presidente americano piange disperato.
Infine Berlusconi va da Dio e chiede “come sarà l’Italia tra cinque anni” e Dio piange disperato.
Raccontata tenendosi a distanza dal terrorismo e dalla cosiddetta esportazione della democrazia possiamo sentirci al sicuro e ridere. Ma proviamo a immaginare se alla grande manifestazione di Parigi dell’11 gennaio, all’indomani degli attentati, avesse partecipato proprio l’ex premier Silvio Berlusconi, che ha sempre manifestato la sua passione per le barzellette, e avesse raccontato questa storiella sostituendo Bush con Hollande, Saddam con il califfo dell’Isis e se stesso con Renzi per prenderlo in giro. Il meccanismo sarebbe stato lo stesso, ma non l’effetto comico.
Spesso nelle barzellette accade ciò che vediamo nelle vecchie comiche: ridiamo per l’uomo grasso che scivola sulla buccia di banana, ma se quell’uomo siamo noi non ci troviamo niente da ridere. Allora ho pensato di recuperare alcuni racconti che ho scritto in questi anni e scriverne altri nuovi nei quali ci troviamo davanti ad un meccanismo simile a quello delle storielle. Ma a differenza di esse in queste mie storie c’è qualcosa che si inceppa. Incominciamo a ridere come da ragazzini ridevamo del fantasma formaggino e poi, invece di immedesimarci in Pierino, ci troviamo spalmati sul panino.
Ascanio Celestini
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Patti Smith
1975: agli albori del punk, usciva Horses, primo album di Patti Smith per l’etichetta discografica Arista Records, prodotto da John Cale.
2015: la cantautrice americana e la sua band celebrano i quarant’anni di questo disco che è ormai considerato una vera e propria pietra miliare della storia del rock, con un tour mondiale che include il Vittoriale. Sul palco insieme a lei, Lenny Kaye alla chitarra e Jay Dee Daugherty alla batteria, storici compagni dal 1975 e che hanno partecipato alle recording session di Horses, il figlio Jackson Smith, alla chitarra, e Tony Shanahan, al basso, che collabora con Patti dal suo ritorno sulla scena, dalla metà degli anni Novanta.
Sacerdotessa del rock, passionaria di Chicago, poetessa, sciamana selvaggia: molte sono le etichette con le quali nel corso degli anni hanno provato a definirla. Ma Patti Smith è Patti Smith. Una straordinaria autrice e interprete, una delle figure femminili più carismatiche e dirompenti della storia della musica dalla fine degli anni Sessanta a oggi, che continua a rinnovarsi anche attraverso la scrittura e a catturare anche le generazione più giovani con l’intensità visionaria della forza che emana.
Horses, il meno elettrico dei suoi dischi degli anni ’70, convulso, originale, punk, è un disco unico, il prodotto e l’opera di una band. Segna l’ingresso di un nuovo linguaggio musicale, ancora oggi di un’attualità sorprendente, che ha influenzato e ispirato molti musicisti, come – storia ormai nota – l’allora giovane Michael Stipe, futuro leader dei Rem.
Da Gloria, cover del brano di Van Morrison, che apre il disco, a Redondo Beach, dal ritmo reggae, nato dopo una violenta lite con la sorella, ai lunghi 9 minuti di Birdland, suite di piano, voce e chitarra. E ancoraFree Money, Kimberly, dal tocco new wave, Break it up, dove emerge la chitarra di Tom Verlaine, fino aLand, vero capolavoro del disco, divisa a sua volta in tre momenti: Horses / Land Of a Thousand Dances, La Mer(De). Ultima traccia: Elegie. Di sicuro Horses rappresenta un vero e proprio spartiacque nel modo della musica rock, traghettando dal passato al futuro nuove sonorità e intenti indelebili.
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Skuli & Oscar
Skúli Sverrisson e Óskar Guðjónsson sono tutt’oggi tra i più importanti musicisti islandesi, con all’attivo una serie di partecipazioni prestigiosissime in ambiti musicali tra i più disparati. Negli anni più recenti direttore musicale di Laurie Anderson, Skúli ha lavorato accanto a leggende del free jazz e vere e proprie icone della musica rock, da Lou Reed a Ryuichi Sakamoto, daChris Speed ai Blonde Redhead.
Il loro album in duo, The Box Tree, ne sottolinea – qualora ci fosse ulteriormente bisogno – il grande talento. La musica di questo unico e originale combo è decisamente senza etichette: sconfina nellamusica da camera e nella musica sacra ma con un tocco profondamente intimistico e una originale capacità di reinterpetare la tradizione nordica. The Box Tree è tutto questo assieme, sapientemente miscelato con grande sensibilità e un’abilità strumentale non da poco. Non a caso la copertina, originale fin dal packaging, rappresenta la mappa antica e dettagliata di un territorio non identificabile.
Tutto il disco si basa sul dialogo tra i due musicisti: Skuli alla chitarra e basso, a tessere una trama ritmica e reiterata fin quasi all’ossessività ritualistica, eppure con suoni timbricamente classici ed eleganti; eOskar al sax tenore, suonato in modo ostentatamente espressivo, con abbondanza di soffiati, di accentature e modulazioni, ma sempre sotto traccia, senza mai alzare la voce e senza alcun virtuosismo, solo per esprimere con la voce il senso di un racconto. Perché alla fine The Box Tree è un racconto di trentaquattro minuti, suddiviso in dieci miniature; un racconto intimo e ricco di pathos, dal sapore giustamente nordico, reso vivido e interessante soprattutto dalle voci che lo narrano.
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Hauschka
Al secolo Volker Bertelmann, compositore e pianista tedesco, Hauschka è uno dei musicisti contemporanei più influenti degli ultimi anni. Specializzato nel “pianoforte preparato”, esplora in maniera estremamente creativa tutte le possibilità dello strumento; ottiene una gamma sonora più ampia mediante l’inserimento su corde e martelletti di vari oggetti e materiali (palline da ping pong, gomma, pezzetti di legno, etc.), che conferiscono allo strumento anche una valenza percussiva.
Ciò lo porta ad agire in un territorio di confine tra la tradizione della ricerca accademica e i ritmi contemporanei del new-jazz, creando una sorta di elettronica “acustica” di grande impatto.
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Arto Lindsay
Arto Lindsay per tutta la vita ha attraversato confini geografici e musicali.
Nato negli Stati Uniti e cresciuto nel Brasile degli eclettici anni Settanta e del movimento Tropicalia di Caetano Veloso e Gilberto Gil, il poliedricocantautore/produttore/cantante/chitarrista si è costruito una reputazione internazionale come artista tanto creativo quanto curioso, collezionando le collaborazioni più disparate, da Brian Eno a Laurie Anderson, da David Byrne a John Zorne.
Musicista pop, provocatore sonoro, produttore, al di là di difficili etichette Arto Lindsay è sicuramente un grande artista, amato per la sua voce sommessa e il suo stile chitarristico insieme rumoroso e atonale. Dopo il successo del suo ultimo album “Encyclopedia of Arto”, uscito a Maggio 2014 per Ponderosa Music&Art, Arto torna in Europa con un tour che toccherà per la prima volta anche il Vittoriale.
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John Butler Trio
Volano dall’Australia sulle ali di cinque dischi di platino e innumerevoli successi: sono il John Butler Trio, mercoledì 5 agosto sul palco dell’Anfiteatro.
La band jam rock si forma a Fremantle, in Australia, nel 1998 e negli anni colleziona una serie di successi, tra i quali i cinque dischi di platino in Australia per “Sunrise Over Sea” (Jarrah Records, 2004).L’ultimo lavoro in studio del John Butler Trio, “Flesh & Blood” (Jarrah Records/MGM Records), è uscito a febbraio 2014 e ha vinto l’ARIA Award come Best Blues and Roots Album 2014, mentre il singolo “Livin’ In The City” ha ottenuto una nomination nella categoria Best Blues and Roots Song agli APRA Songwriting Awards 2015.
Il John Butler Trio è composto dal fondatore John Butler (chitarra, voce), Byron Luiters (basso) e Grant Gerathy (batteria, percussioni e cori), che si è unito alla band lo scorso anno.
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Sofia Ballet
Il Sofia Festival Ballet, oggi diretto da Vessa Tonova, grande Etoile del Balletto Nazionale, è la prima compagnia privata bulgara di balletto classico costituitasi per portare la tradizione del balletto bulgaro in tutto il mondo.
Il Balletto Nazionale di Sofia ha debuttato nel febbraio del 1928 e da quel momento la sua crescita artistica è andata aumentando sempre più ottenendo ottimi riconoscimenti da critici del settore danza. Il corpo di ballo è costituito dalla selezione di ballerini provenienti dalle istituzioni di balletto più prestigiose della Bulgaria, come il National Opera and Ballet Sofia e il Rousse State Opera and Ballet e da altri importanti teatri d’Europa, come il National Opera and Ballet Bucarest e il Norwegian National Opera and Ballet.
Negli anni si sono succeduti vari direttori alla guida della compagnia, si ricordano Petar Lukanov, Hikmed Mehmedov, Yasen Valchanov, Maria Llieva, Silvia Tomova.
Prologo
Alla corte del re Floristano viene indetta una magnifica festa per il battesimo della tanto attesa principessa Aurora: vengono invitati i cavalieri, le dame e tutte le fate buone del regno, che portano con sé un dono per la principessa. Solo una fata manca all’appello: Carabosse. Ed eccola arrivare, proprio nel momento in cui le altre fate porgono i loro doni di bellezza, grazia, generosità, canto e temperamento: incollerita, impreca contro il re che aveva dimenticato di invitarla e lancia una maledizione sulla piccola: un giorno la principessa morirà pungendosi un dito. La fata dei Lillà però, non avendo ancora consegnato il suo dono, può modificare la maledizione: sebbene Aurora si pungerà, non morirà, ma sprofonderà in un sonno lunghissimo dal quale verrà risvegliata solo grazie al bacio di un giovane principe. Carabosse e il suo entourage preparano l’ago avvelenato e lo nascondono in un bouquet di fiori per la principessa.
Atto I
Al giardino del castello si festeggia il diciottesimo anno di età della principessa. Le celebrazioni hanno inizio e Aurora viene corteggiata da quattro pretendenti che arrivano dai quattro continenti onorandola con doni di rose. Ecco il famoso Adagio della Rosa, l’idillio prima del misfatto: durante i festeggiamenti, infatti, la principessa stringe i fiori di Carabosse, si punge e sviene. Fortunatamente la fata dei Lillà torna in aiuto per mantenere la propria promessa e trasformare, con il suo dono, la morte in sonno. Assieme ad Aurora si addormentano anche gli invitati e il castello viene avvolto dai rovi e circondato dalla vegetazione. La principessa viene portata nel palazzo dove lei e la corte dormiranno fino all’arrivo del principe.
Atto II
Cent’anni dopo, in una radura nei pressi del castello ancora avvolto dai rovi, si trova una compagnia di nobili in battuta di caccia. Tra questi vi è anche il principe Florimundo che là nella foresta ha una visione: è Aurora, la più bella ragazza che abbia mai potuto immaginare. Dopo che il principe in un attimo se ne innamora perdutamente, i due danzano insieme felici. Ma la visione scompare e Florimundo implora la Fata dei Lillà di portarlo dalla vera Aurora. Egli scopre così il castello ricoperto dalla vegetazione, ma prima deve battersi con la maga Carabosse, che in tutti i modi gli impedirà di entrare. Una volta nel castello, Florimundo trova finalmente Aurora e la bacia, spezzando così l’incantesimo; la corte si risveglia e le danze ricominciano, il re e la regina danno la propria benedizione per il matrimonio e il principe potrà ora sposare la principessa Aurora.
Atto III
Il giorno del matrimonio sta arrivando: nel palazzo si spolvera via la polvere degli anni, si cuce l’abito da sposa per Aurora e tutto dev’essere perfetto. Al Castello arriva il giorno della gran festa e tra gli invitati vi sono le fate che tornano assieme ai personaggi delle favole, tra i quali l’Uccello Turchino, la Principessa Fiorina e il Gatto con gli Stivali. I due promessi sposi danzano in un celebre Passo a Due e con loro anche tutti gli invitati. Florimundo e la principessa Aurora divengono finalmente sposi e ricevono la benedizione della Fata dei Lillà.
The Sleeping Beauty
Ballet by Pyotr Ilych Tchaikovsky
Choreography Marius Petipa
Libretto Ivan Vsevolozhsky
Producer and Director Maria Ilieva
Conductor Grigor Palikarov
Set Designer Ivan Savov
Costume Designer Maria Blazheva
Assistant and Set Manager Riolina Topalova
Répétiteurs Maria Ilieva, Yasen Valchanov, Milena Simeonova, Trifon Mitev, Ivanka Kasabova, Riolina Topalova
Piano répétiteurs Rusanna Tashchyan, Yuliana Idesman, Nedelcho Michev Aurora Marta Petkova, Katerina Petrova, Boryana Petrova
Désiré Emil Yordanov, Alexander Alexandrov, Tsetso Ivanov, Nikola Hadzhitanev
The Lilac Fairy Vesa Tonova, Marta Petkova, Katerina Petrova, Vihra Madzharova
Fairy Carabosse Sara-Nora Krysteva, Vesa Tonova, Venera Hristova, Kalina Kalcheva