Le case del sole
ARCO – «Le case del sole», un documentario sui sanatori di Arco che andrà in onda su History Lab (canale tv 602 del digitale terrestre) tutti i venerdì alle 20.30.
«Le case del sole» è un documentario a puntate che racconta le memorie dei sanatori di Arco a partire dall’incontro con chi a diverso titolo ha vissuto parte della propria vita dentro e fuori questi edifici. Il programma, a cura di Micol Cossali (sceneggiatura e regia), è prodotto da History Lab – Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione con la Mnemoteca del Basso Sarca, ed è trasmesso su History Lab canale tv 602 del digitale terrestre tutti i venerdì alle 20.30, in replica lo stesso giorno alle 22 e il sabato seguente alle ore 15, e in contemporanea anche sul web nella pagina http://hl.museostorico.it.
Un percorso in otto puntate in cui si intrecciano i fili del passato con il presente, i racconti dei testimoni, le fotografie e i filmati d’archivio in un’esplorazione degli spazi dei sanatori di allora, oggi diventati alberghi, abitazioni, case di cura o luoghi deserti e abbandonati in attesa di destinazione. Ci guidano i racconti e le memorie di pazienti, medici, infermieri, inservienti e abitanti di Arco in un viaggio che farà riaffiorare le memorie di un passato vicino e allo stesso tempo lontano.
Questi i principali aspetti affrontati da «Le case del sole»:
Economia della cura
La cittadina di Arco in Trentino dagli anni trenta agli anni settanta del Novecento fu un importante centro sanatoriale nazionale. Migliaia di persone in questi anni transitarono nei suoi centri di cura antitubercolari come pazienti, personale medico e di assistenza. Già in precedenza nel periodo asburgico Arco fu una nota località di soggiorno e di cura per la nobiltà dell’epoca, ma se di questa storia rinomata se ne parla con orgoglio, più difficilmente si affronta la memoria legata alla sofferenza e alla paura del mal sottile, la tubercolosi. Per più di cinquant’anni Arco visse e si sviluppò grazie alla presenza dei sanatori che nel secondo dopoguerra raggiunsero le trentaquattro unità, per un totale di oltre tremila persone ricoverate. La cura della tubercolosi, l’industria del bacillo, diventò così la fonte principale di occupazione e reddito, all’interno e all’esterno delle cliniche con l’indotto che queste generavano.
Convivere con la malattia
Ma il rapporto tra i sanatori e la città è anche il rapporto tra due collettività distinte formate dagli abitanti e dai pazienti, autoctoni e forestieri, sani e ammalati che si trovarono a coabitare disegnando spazi propri, dandosi proprie regole di comportamento e relazione.
I pazienti potevano uscire solo in giorni e orari prestabiliti; la loro presenza non di rado creava preoccupazione e timore di un possibile contagio tra la popolazione.
Vita in un tempo sospeso
Da tutta Italia, donne, uomini e anche bambini furono ricoverati ad Arco per un periodo di cura che durava mesi e molto spesso anni. Il sanatorio diventava così un microcosmo abitato da una popolazione di varia provenienza accomunata dalla convivenza faticosa e molte volte esiziale con la sofferenza e la malattia. I sanatori erano chiamati “le case del sole” per le caratteristiche verande in cui soggiornavano i pazienti per la maggior parte del tempo della cura che consisteva principalmente nel riposo assoluto all’aria aperta e al sole.
Un centro medico d’avanguardia
Lo sviluppo del centro sanatoriale di Arco favorì la presenza di importanti medici pneumologi e tisiologi nelle sue strutture impegnati nella ricerca e nell’applicazione di nuovi metodi di cura all’avanguardia. Gli sviluppi della ricerca medica e in particolare la diffusione delle cure antibiotiche nella seconda metà del Novecento portarono ad una svolta epocale che determinò la chiusura delle strutture sanatoriali.
A partire dagli anni settanta Arco si è dovuta confrontare con questa grande trasformazione e velocemente si è lasciata alle spalle questa memoria ingombrante, ma fare i conti con questo passato è un punto di partenza indispensabile per capire dove siamo e dove stiamo andando.
Info
“Le case del sole”: un programma a cura di Micol Cossali, in collaborazione con Mnemoteca del Basso Sarca. Sceneggiatura e regia Micol Cossali, direttore della fotografia Luigi Zoner, suono in presa diretta Dominic Rogan, Marco Troiano, operatori Marco Chiusole e Elia Giordani, segretario di produzione Matteo Gentilini, ricerche a cura della Mnemoteca del Basso Sarca, produzione History Lab – Fondazione Museo storico del Trentino, 2015.