Il piano dei plateatici

0

DESENZANO – Ecco tutti i contenuti del nuovo Piano dei plateatici di Desenzano del Garda. Ce li spiega l’Amministrazione comunale con un comunicato che fa definitivamente chiarezza sull’agomento.

Di seguito le osservazioni dell’Amministrazione comunale Leso e, in particolare, dell’assessore all’Urbanistica e alla Mobilità, ing. Maurizio Tira.

Siamo in un momento storico in cui la “presunta verità” è quella veicolata dai media, e poi magari condivisa da molti con il meccanismo spersonalizzante dei social network. Tuttavia, ciò che conta, come è sempre stato, sono i fatti.

Il Piano dei plateatici è stato oggetto di un ampio dibattito nel 2014 e, ancor più nel 2005/2006, quando ne fu deciso l’impianto che ancora si ripropone.

Un primo piano fu appunto approvato dal consiglio comunale nel 2006, con l’intento di razionalizzare una situazione accumulatasi nel tempo, caotica e criticata da più parti, inclusi titolari di esercizi pubblici. Due esperti avevano redatto lo studio che diede vita a un piano che concedeva tre anni per adeguarvisi. Tale piano non è mai entrato compiutamente in vigore, a causa dell’avvicendamento amministrativo e della scelta politica dell’amministrazione Anelli di inserire nella norma la possibilità di deroga generalizzata.

Ora, la facoltà di deroga a semplice richiesta è una contraddizione in termini rispetto alla programmazione e alla pianificazione, assurdità eliminata dall’Amministrazione Leso nel consiglio comunale del luglio 2014.

Nella stessa seduta consigliare di un anno fa, anche a seguito di un consiglio comunale aperto, si decise di soprassedere alla revisione della planimetria che indica gli spazi occupabili e le tipologie relative, anche se la proposta prevedeva significativi ampliamenti e anche la possibilità di chiudere alcuni plateatici. Nel rinviare ogni decisione in merito, si decise di riparlarne dopo la conclusione del concorso di idee per la riqualificazione delle piazze del centro storico di Desenzano. Appena conclusosi il concorso è stato riavviato il confronto, tramite due incontri con le associazioni di categoria, il 14 e 28 maggio. Al termine dell’incontro quasi tutti i presenti hanno avuto modo di fotografare la tavola di proposta e quindi di analizzarla.

Dopo una espressione articolata di pareri nel primo incontro, nel secondo la discussione ha toccato praticamente soltanto le scelte sui parcheggi nelle piazze del centro storico, trascurando incredibilmente ogni proposta sui plateatici. Alcune osservazioni sono poi arrivate per iscritto, espressione di un più generale malessere rispetto alle riduzione o modifiche di tipologie, e favorevoli solo ad aumenti e a nessuna riduzione.

In sostanza pare che molti invochino una razionalizzazione, l’armonia, un “bello” astratto, ma nel contempo portino avanti una difesa a oltranza di uno malinteso status quo: le concessioni sono infatti rinnovate di anno in anno (nella nuova proposta lo saranno per tre anni), e non v’è nessun diritto maturato su suolo pubblico per averlo occupato anche a lungo.

Il piano presentato martedì sera 9 giugno alla II commissione consigliare, è organizzato per macro aree, in ragione delle diverse caratteristiche delle parti di centro storico. Il lungolago Anelli, la piazza Matteotti, piazza Malvezzi, il Porto Vecchio, piazza Cappelletti, piazza Feltrinelli e via Roma.

In ciascuna di queste aree prevale un criterio di ricerca di omogeneità delle soluzioni assentili, con particolare attenzione alla tutela delle vedute e degli edifici di maggior valore storico.

Tuttavia in ciascuna di queste macro aree la giunta si riserva di approfondire e approvare piani stralcio di fronte a mutate esigenze del contesto, e anche mutate esigenze degli operatori. Ciò per consentire un più snello adattamento a situazioni mutevoli, nel rispetto dei principi ispiratori del piano.

Tra questi principi vi è la trasformazione delle strutture presenti in piazza Malvezzi in ombrelloni, per valorizzare le facciate e le arcate dei portici, con lo spirito di restituire parzialmente alla piazza l’aspetto di un tempo e di creare occasione di rinnovata attrattiva per una clientela turistica che, ne siamo certi, a Desenzano cerca il bello!

L’esito complessivo del piano è comunque di forte aumento delle superfici concedibili, nel loro complesso e per singola macroarea. Mutano le tipologie, ma le opportunità aumentano di molto, così come si conferma la possibilità di chiusura laterale dei dehor, nelle tipologie a tenda avvolgibile e a gazebo, possibilità finora assente o concessa solo in funzione della assurda deroga in vigore per quattro anni.

Le richieste delle attività economiche, in particolare dell’associazione Desenzano Sviluppo Turistico, sono state in questa linea da almeno un paio di anni, al fine di aumentare la stagionalità dell’uso dei dehor e in questa linea ci si è mossi. Saranno assentibili chiusure in materiale trasparente fino a due terzi dell’altezza della copertura.

Non di un rinvio c’è dunque bisogno, ma del coraggio di scommettere che un maquillage attragga ancor di più e risponda anche alle esigenze dei cittadini, che non vanno trascurate e che sono nella direzione della vivibilità del centro storico.

La discussione, forse troppo ridotta, non ha prodotto idee, perché non è un tema facile e nessuno ha la soluzione vincente. Tuttavia la logica additiva, che preveda solo aumenti, contrasta con le più elementari pratiche oggi da perseguire. Le città devono puntare alla rigenerazione, alla ricostruzione su se stesse, e questo – se il paragone non pare troppo avventato – vale anche per l’arredo urbano e i plateatici.

In sintesi, per finire, l’entità degli aumenti degli spazi concedibili per plateatico:

  • gli spazi per tavolini senza coperture aumentano di 201 mq
  • gli spazi per tavolini e ombrelloni aumentano di 222 mq
  • gli spazi per dehor con copertura a tenda retrattile ancorata al muro aumentano di 262 mq
  • gli spazi per dehor con copertura a tenda retrattile ancorata al muro e a terra aumentano di 277 mq
  • gli spazi per dehor con copertura a gazebo diminuiscono di 130 mq

In totale gli spazi concedibili aumentano di 832 mq e anche in piazza Malvezzi gli spazi aumentano di quasi 200 mq.

Difficile quantificare gli effetti sul sistema economico, che dipendono da tantissimi fattori, ma come non pensare a un aumento di posti di lavoro, tra diretti e indotti, legati a nuovi spazi e possibili chiusure.

Vi è comunque modo di riflettere ancora, dopo l’approvazione, sulle singole macroaree, anche prima della necessaria sostituzione delle tipologie in contrasto con il nuovo piano.

Così come vi sarà modo di discutere sulla sosta, sulla riqualificazione necessaria delle magnifiche piazze a lago, sulla gestione della ZTL del lungolago, azioni che daranno nuove opportunità alle imprese.

Lascia una risposta