L’antica carta della Riviera torna a casa
SALÒ – Torna a casa, nella Capitale della Magnifica Patria, la mappa più famosa della Riviera di Salò. L’ha acquistata l’Asar. Ecco la sua storia.
Nei giorni scorsi l’Asar, l’Associazione storico archeologica della Riviera, ha provveduto all’acquisto dell’originale presso una libreria antiquaria di Verona. Si tratta di una carta realizzata da Vincenzo Coronelli, cartografo e cosmografo della Repubblica di Venezia, datata 1694, particolarmente apprezzata per la precisione con cui rappresenta il territorio nelle sue principali emergenze geografiche e toponomastiche.
«È un’opera eccezionale – dicono all’Asar – che riteniamo possa ben figurare tra le carte dell’Archivio della Comunità. Da tempo si pensava all’acquisto. Avevamo anche cercato, inutilmente, di interessare qualcuno, poi si è deciso di provvedere direttamente. Il bilancio dell’associazione ne ha risentito pesantemente, ma ne valeva la pena».
La carta venne prodotta in 300 copie su ordine dei Deputati della Riviera, ma pareva che tutti gli originali fossero andati perduti o che comunque se ne fossero perse le tracce. Con grande sorpresa, invece, ce n’era ancora una in circolazione.
Ora, dopo più di tre secoli, questa «carta che ci appartiene», come la definisce l’archivista salodiano Giuseppe Piotti, torna a casa.
UNA CARTA CHE CI APPARTIENE (testo di Giuseppe Piotti, pubblicato sul numero 11 di ASARnews)
È nota e spesso utilizzata una mappa della Riviera prodotta nel 1694 dallo studio del cartografo padre Vincenzo Coronelli di Venezia, particolarmente apprezzata per la precisione con cui rappresenta il territorio nelle sue principali emergenze geografiche e toponomastiche. Di essa non esiste alcuna copia negli archivi locali, ma scorrendo i documenti dell’archivio della Magnifica Patria si scopre che in realtà quella carta ci appartiene.
La vicenda del documento inizia il 10 maggio 1693, quando il nunzio della Riviera a Venezia, Gerolamo Tamagnini, in una delle sue periodiche lettere al sindaco e ai deputati segnala un’occasione da non perdere: nel progetto di Atlante Veneto dell’abate Coronelli, cartografo e cosmografo della Repubblica di Venezia, in corso di pubblicazione, è possibile far inserire una tavola che rappresenti il territorio della Riviera separatamente dagli altri. La spesa da sostenere non dovrebbe essere eccessiva e, comunque, potrebbe essere di molto alleviata dalla vendita di molte copie della carta, ma, soprattutto, la Riviera troverebbe in essa una nuova autorevole sanzione della propria autonomia giuridica da Brescia. Tuttavia, il tempo stringe, perché l’Atlante è in via di ultimazione e bisogna fare in fretta.
Il consiglio speciale salodiano coglie la palla al balzo e nella seduta del 20 maggio ordina che venga fatto confezionare «un dissegno in pittura della Riviera da trasmettersi a Venetia».
In luglio il Coronelli manda a Salò i modelli perché i deputati scelgano la dimensione della carta e chiede se oltre all’arma della Comunità vogliano inserire le armi delle principali famiglie della Riviera nei luoghi in cui queste risiedono.
I deputati, però, non si fanno più sentire e il nunzio ripetutamente li sollecita, facendo presente che, una volta fornito il quadro, se questo sarà di sufficiente qualità, in due settimane lo studio Coronelli potrà ultimare il lavoro. Il 16 agosto ancora una volta il Tamagnini torna alla carica, chiedendo che sia inviato il richiesto disegno, aggiungendo che è meglio sbrigarsi intanto che Coronelli si mostra ben disposto e per evitare che la sua buona intenzione «non venisse frastornata da qualche spirito torbido ed avversario»: comincia ad adombrare il pericolo che il progetto della Comunità di farsi rappresentare come entità separata dal territorio bresciano trovi presto subdoli ma potenti oppositori.
Il 6 settembre, quando ormai il disegno dev’essere nelle mani dello studio cartografico, il nunzio raccomanda di preparare i soldi e chiede il testo da inserire nella dedicatoria della carta, che giungerà così formulato: «alli illustrissimi signori li signori sindico e deputati della Patria della Riviera di Salò».
Tutto tace fino al 13 dicembre, quando Tamagnini scrive che sono già pronte le lastre di rame che il Coronelli ha fatto intagliare per la stampa della carta; «saranno poi stampate le carte 300, una de quali credo sarà miniata con vernice sopra e la sua cornice, per tenerla in Patria a publica vista. Io suppongo che la spesa potrà rilevare ducati 60 in circa, mentre già della stampa è stabilito il precio e poi vi sarà qualche fatturetta o abelimento in avvantagio».
In dicembre si arriva alla fase della correzione della bozza. Tamagnini scrive ai deputati il 16: «il padre Coronelli desidera che vi sia persona che riveda i primi abbozzi del dissegno che sarà stampato, acciò non si faccia qualche errore sopra le carte. Io non posso fidarmi in ciò di me solo e perciò pregarò anco il signor Cattaneo [il vice nunzio]; ma se esse mi raccordassero qualche altro di maggior cognitione della situazione della nostra Riviera, mi valerei per più sicurezza».
Salò dopo qualche settimana risponde con una delibera del consiglio speciale della Riviera del 9 gennaio 1694: «per il rincontro del dissegno della Riviera del padre Coronelli cosmografo della Serenissima Repubblica, ordinarono a me cancelliere che debba scrivere al signor Giovanni Battista Aurera a Polpenazze acciò si porti per mercordì, o più presto se si puotrà, a Salò per fare il medesimo rincontro».
Come gentilmente mi informa l’amico Gabriele Bocchio, studioso dell’autore, Giovanni Battista Aurera è un pittore operante in quel tempo nel territorio gardesano. Figlio del medico Francesco Aurera quondam Baldassarre, nasce a Salò il 18 febbraio 1646 e muore a Polpenazze in contrada Picedo il 1° luglio 1716; la sua salma verrà traslata nella tomba di famiglia presso la chiesa di San Bernardino di Salò. La famiglia aveva casa in Salò in Borgo di Mezzo, l’attuale via Gasparo da Salò, in corrispondenza del numero civico 32.
L’esecuzione del lavoro assegnatogli dai deputati della Comunità è riscontrata dalla delibera di pagamento da parte del consiglio speciale il 27 febbraio 1694: «ordinarono bolletta al signor Giovanni Battista Aurera di ducati quattro dal grosso per haver riformato il dissegno della Riviera e levati certi errori corsi nell’impressione del rame fatta dal padre maestro Coronelli cosmografo della Serenissima Repubblica di Venetia, cioè £ 24.16».
Il contributo dato alla carta del Coronelli dall’Aurera, che peraltro firma l’opera, oltre alla correzione di cui abbiamo detto, è consistito anche, come precisa Bocchio, nell’aggiunta della parte decorativa, in particolare il cartiglio con la dedicatoria e la firma di Coronelli in alto a destra e l’immagine del dio Benaco con putti e l’allegoria della Riviera in basso a sinistra.
Ai primi di marzo, finalmente, il materiale prodotto dal Coronelli giunge a Salò, come riscontrato dalla delibera di pagamento del corriere approvata dal consiglio speciale il 10 dello stesso mese: «item un’altra boletta di due ducati e mezzo a Carlo Crescino corriero per robbe portate da Venetia per uso di questa Patria con un cassone, in cui vi era dentro il quadro dorato del dissegno della Riviera, cioè con cornice d’oro, fatto in stampa di rame e miniato dal reverendissimo padre maestro fra Vincenzo Coronelli cosmografo della Serenissima Repubblica di Venetia e da lui inviato a questa Patria con sua lettera di 6 corrente con altre copie n. 300 di detto dissegno pure in stampa di rame, cioè £ 15:10».
Infine, il 13 marzo il consiglio speciale provvede al pagamento dell’opera: «introdotto don Pietro Rocchetti cassiero di don Pietro Bondoni tesoriero straordinario di questa Patria et in adempimento de comandi della magnifica banca, consignò alla medesima lire quatrocento trenta quatro piccoli per mandarle a Venetia mercordì prossimo all’eccellentissimo signor nostro nuntio Tamagnini acciò le consegni al reverendissimo padre maestro cosmografo Coronelli, dal quale è stata delineata la pianta della Riviera destinta dagl’altri territori circonvicini, questa ridotta in rame, stampata e dedicata ai signori deputati della Patria, con la missione di trecento stampe et una miniata con cornice dorata, per riporla dentro il suo Atlante; et ciò in segno di riconoscimento della fatica, spesa e rispetto che ha dimostrato verso questa Patria. Ordinando poscia che siano quelle accompagnate al predetto reverendissimo padre cosmografo Coronelli con lettera di questa Patria di ringratiamento ecc. e che poi della medesima summa ne fusse fatta boletta a detto Rochetti cassiero, cioè di £ 434».
Alla conclusione della vicenda non manca un ultimo brivido, in qualche modo presentito dal nunzio: le resistenze di Brescia a questa nuova affermazione grafica della separatezza della Riviera sono venute alla luce attraverso rimostranze fatte dal nunzio della città direttamente al Coronelli, ma, per fortuna, sembra che questi abbia respinto ogni obiezione ed abbia difeso le scelte della Riviera e il proprio lavoro. L’episodio spinge i deputati a chiedere al Coronelli un ultimo servizio, che consiste nell’aggiungere alla carta una linea che segni il confine tra il territorio della Comunità e il contado di Brescia, correzione che verrà effettivamente realizzata.