Cinebox vs Scopitone
SALÒ – Questa sera, sabato 20 alle 21, in piazza Vittoria conferenza videomusicale intitolata «La culla bresciana del videoclip». Spettacolare confronto tra i filmati del Cinebox e quelli francesi e americani dello Scopitone.
Per illustrare dettagliatamente l’avventura internazionale del Cinebox – apparecchio successivo al juke-box e dotato di monitor prodotto dalla fine degli anni Cinquanta che arrivò persino a trovare collocazione nei più importanti casinò di Las Vegas, questa sera a Salò conferenza videomusicale: in scaletta il racconto del percorso storico per immagini di quegli apparecchi ma soprattutto un confronto spettacolare tra i filmati italiani del Cinebox realizzati da Vito Molinari e Enzo Trapani – i primi registi RAI ad occuparsi di musica – e quelli francesi e americani dello Scopitone, apparecchio concorrente del Cinebox per cui lavorarono registi come Claude Lelouch, Robert Altman e Francis Ford Coppola.
Sullo schermo gigante si alterneranno le immagini dei più divertenti e fantasiosi filmati di quella prima generazione, raccontati da storici e addetti ai lavori come il giornalista televisivo Michele Bovi (principale esperto del tema), il maestro Vince Tempera (decano dei direttori d’orchestra del Festival di Sanremo e compositore di memorabili sigle di cartoni animati quali Anna dai Capelli Rossi e Ufo Robot), Jack La Cayenne (il ballerino, fantasista e coreografo italiano per trent’anni più famoso nel mondo), il regista Vito Molinari (realizzò circa 200 filmati per il Cinebox), il musicista Johnny Charlton (esperto d’arte, già chitarrista dei Rokes – il gruppo inglese più popolare in Italia negli anni Sessanta – protagonista di alcune di quelle prime pellicole), il regista televisivo Paolo Beldì (membro della giuria del Festival di Sanremo ha firmato tutti i programmi tv di Adriano Celentano), il professor Guido Crapanzano (economista e consulente numismatico della Banca d’Italia, con il nome d’arte di Guidone fece parte negli anni ’60 del Clan Celentano e si esibì come cantante-spalla dei Beatles nella tournée italiana del 1965), l’imprenditore di Salò Roberto Marai, figlio di Giuseppe storico distributore degli apparecchi Cinebox, titolare della Farogames e imprenditore leader nel panorama italiano del settore videogiochi. Roberto Marai possiede una collezione strepitosa di Cinebox, Scopitone, flipper e vecchi videogiochi, in mostra a Salò fino a domani, domenica 21 (dalle 10 alle 24) presso la Loggia della Magnifica Patria.
Roberto Marai, quali oggetti troveremo esposti a “Riviera Cinebox…Canzoni con vista”? Perché il protagonista è il Cinebox?
Io sono figlio d’arte: già mio padre, Giuseppe, negli anni 60, per motivi di salute, aveva convertito la sua attività da commerciante di olii e vini del Garda in quella di noleggiatore di distributori di noccioline e chewing gum, ma anche di jukebox e Cinebox. Nasco quindi nell’ambiente dell’intrattenimento e delle macchine a moneta e gettone, che saranno presenti, in varie declinazioni, all’interno della mostra Riviera Cinebox…Canzoni con vista.
Il protagonista della mostra è il Cinebox, apparecchio del 1959, rivoluzionario per l’epoca: ricordiamoci che allora, in moltissimi locali, gli apparecchi da intrattenimento erano rappresentati sostanzialmente dai jukebox, riproduttori esclusivamente sonori di dischi musicali. E proprio rispetto a questi ultimi il Cinebox, o juke-box ad immagini, rappresentava l’innovazione poiché oltre all’ascolto della musica gli utenti potevano ora vedere anche i videoclip, riprodotti su un monitor, e per di più a colori. Per ascoltare e vederne uno bisognava inserire nell’apposita feritoia una moneta da 100 lire.
Gli apparecchi Cinebox erano costruiti, dopo l’esperienza della romana OMI (Ottico Meccanica Italiana), a Gardone Val Trompia dalla MI-VAL, già rinomata fabbrica di motocicli, controllata dalla Armi Beretta, ed erano distribuiti nel Nord Italia anche dall’azienda salodiana di mio padre.
Altro protagonista di Riviera Cinebox è anche il cugino francese del Cinebox, ovvero lo Scopitone, di proprietà dell’amico collezionista Federico Negro.
Fra gli altri apparecchi esposti della mia collezione troveremo diversi jukebox, alcuni anche degli anni ‘40, giochi e flipper d’epoca e anche slot machine: fra tutte 2 bellissime Rol-a-Top degli anni ‘30, prodotte dall’americana Watling.
Ritornando a parlare in maniera più generale della mia collezione, alcuni oggetti di quelli che saranno esposti provengono direttamente dall’eredità commerciale che mi ha lasciato mio padre, altri invece li ho collezionati negli anni successivi, visto che ho continuato l’attività paterna rimanendo ad operare nel settore dell’intrattenimento, che mi ha regalato diverse soddisfazioni. Dal 2001, in particolare, mi sono avvicinato, grazie all’amico Michele Bovi, al mondo, anche se preferisco chiamarla “famiglia”, del Cinebox.
Michele Bovi, autore del libro che troverete in vendita presso la mostra, grazie al connubio della sua passione per la musica e alla sua attività di giornalista, ha voluto riportare alla luce questa macchina particolarissima, che, ad onor di cronaca, purtroppo non ebbe un grande successo commerciale, a causa della frequente manutenzione che richiedeva.
Io sono possessore di 2 Cinebox e di 77 pellicole.
Il materiale anche da me collezionato, negli anni, ha contribuito, insieme ad altri, alla realizzazione di 2 programmi tv RAI, sempre curati dall’amico Bovi: “Eventi Pop”, del 2003 , e “i ‘60 a colori” del 2007.
E dopo “l’esperienza televisiva” è stato il turno delle mostre itineranti che hanno avuto sempre come protagonista il Cinebox:
– La prima, presso la Reggia di Caserta, nel luglio 2007
– La seconda, presso il Museo Civico di Roma, gennaio-febbraio 2008
– La terza, a Roma, a Palazzo Venezia, nel novembre del 2008
– La quarta a Bellaria, nel giugno del 2011
– La quinta, nuovamente a Roma, da giugno a settembre 2014, all’interno della manifestazione “Lungo il Tevere…Roma”, iniziativa che ha visto anche la nascita del nome “Riviera Cinebox … canzoni con vista” ideato da Pasquale Panella.
– Quest’anno, finalmente, con mio immenso piacere, sulle rive del Garda, nella mia città natale, Salò.
ed un augurio che questi apparecchi possano trovare una collocazione, magari in pianta stabile, presso una location permanente qui a Salò, andando a costituire un arricchimento, penso, dell’offerta culturale della nostra città, sia per i miei concittadini che per i numerosi turisti.