La civica raccolta del disegno
SALÒ – Si è meritata una specifica sezione nel MuSa. Scopriamo cos’è la Civica raccolta del disegno. Espressione unica, in ambito nazionale, di una cultura artistica trascurata, il disegno.
Nell’ambito del patrimonio storico del Comune di Salò si distingue la collezione, da tempo installata, della Civica raccolta del disegno.
Espressione unica, in ambito nazionale, di una cultura artistica spesso trascurata, il disegno appunto, la raccolta riassume, con tono tutt’altro che secondario, la storia dell’arte italiana dal dopoguerra ad oggi.
Questa singolare istituzione artistica salodiana nasce nel 1983 da un’idea di Pino Mongiello, allora assessore alla cultura, di Attilio Forgioli, pittore salodiano, e del critico d’arte Flaminio Gualdoni. L’obiettivo della raccolta, che nei primi anni di vita ha il carattere dell’iniziativa privata, è quello di costituire una collezione stabile di opere originali su carta.
Nel 1989, quando la raccolta vanta ormai un cospicua assortimento di opere ed ha al suo attivo una serie di mostre che hanno richiamato l’attenzione della critica nazionale, il Comune di Salò e la Provincia di Brescia stipulano una convenzione tesa a dare valenza pubblica a questo patrimonio, impegnandosi nel fornire un adeguato sostegno finanziario nel tempo.
La raccolta oggi consta di più di 650 disegni di artisti appartenuti o appartenenti anagraficamente al Novecento italiano, in particolare al secondo dopoguerra.
Un immenso patrimonio grafico che comprende nomi di primo piano del panorama pittorico nazionale: Lucio Fontana, Mario Sironi, Filippo De Pisis, Romolo Romani, Mario Schifano, Tancredi, Giulio Turcato, Osvaldo Licini, Claudio Olivieri, Ennio Morlotti; ma anche significative testimonianze bresciane: Attilio Forgioli, Angelo Landi, Ottorino Garosio.
Un patrimonio al quale è possibile attribuire un valore economico di svariati milioni di euro.
La raccolta salodiana è stata oggetto negli ultimi anni di un’opera di catalogazione e informatizzazione. Un lavoro certosino, eseguito dal curatore, il prof. Marcello Riccioni, che ha dato un ordine inventariato alla collezione.
Ogni opera è stata dotata di una scheda analitica che ne attesta il formato, la data di esecuzione, la provenienza, l’eventuale curriculum espositivo. Tutto questo su supporto informatico.
Per anni si è posto il problema della fruizione di un patrimonio simile. Ora risolto con l’esposizione nel MuSa, il museo della città di Salò.