Afide del cipresso: la situazione ad Arco

ARCO – L’epidemia dell’afide del cipresso – nome scientifico Cinara cupressi – sta interessando anche il Trentino e il territorio comunale arcense. Il punto dell’Amministrazione comunale.

L’Amministrazione comunale ha raccolto informazioni e sta monitorando la situazione. Di fronte alla comprensibile preoccupazione della cittadinanza, nella mattina di venerdì 17 luglio il sindaco Alessandro Betta ha convocato la stampa e fatto il punto della situazione, presenti il tecnico comunale Augusto Ricci e il consigliere comunale Marco Zanoni, esperto in materia.

«È una situazione che preoccupa – ha detto il sindaco – e di fronte alla quale già da tempo ci siamo mossi per approfondire e trovare le soluzioni migliori. Ma abbiamo capito che è presto per valutare l’impatto dell’epidemia, e che la situazione è in divenire. Ma nel frattempo alcune iniziative sono state decise, e mi è parso doveroso informare la cittadinanza».

«Il patogeno è un afide conosciuto e non nuovo – ha spiegato Marco Zanoni – che però quest’anno, come succede di tanto in tanto, ha avuto una notevole pullulazione, dovuta ad un mix di cause ambientali. Attacca non solo il cipresso, partendo dalla zona vasale. Normalmente la pianta sopravvive e riprende la normale vegetazione, ma in caso di attacchi gravi possono verificarsi danni pesanti. Nel nostro caso non è possibile valutare, ad oggi, la situazione, e nemmeno è questo il momento per particolari interventi, dato che con il caldo l’afide è poco attivo. Quello che dobbiamo fare è monitorare la situazione, per arrivare a poter dire qualcosa di certo alla fine della stagione».

Augusto Ricci ha spiegato che sono state stimate in un migliaio le piante di cipresso contagiate nel territorio comunale di Arco, e in una trentina quelle più gravi (si trovano soprattutto nei cimiteri, mentre gli esemplari al castello sono ad oggi immuni); per queste ultime si è deciso di intervenire con l’endoterapia, ovvero iniettando nelle piante una sostanza che risulta tossica per gli afidi. Il sistema rispetto ad altri ha il vantaggio di non comportare la dispersione in ambiente di sostanze tossiche, e di avere una copertura duratura, dell’ordine dei tre anni. Inoltre si sta valutando, per le piante di maggiore pregio, la possibilità di intervenire con delle potature mirate.

Per quanto riguarda i privati cittadini, si fa presente che la lotta a questo tipo di patogeno è del tutto nota alle aziende del settore, che sapranno certo consigliare al meglio su come affrontare le situazioni concrete che venissero loro sottoposte.

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GardaPost