GARDONE RIVIERA – «L’Arengo torna al suo colore», scrive su Facebook il presidente del Vittoriale, Giordani Bruno Guerri. Restauro conservativo per uno dei luoghi “sacri” del Vittoriale.
Il Vittoriale continua nell’opera di «riconquista» di sé stesso. Un mecenate finanzia il recupero conservativo dell’Arengo. I lavori, avviati in questi giorni, sono annunciati dal presidente Guerri con un post su Facebook e la pubblicazione di una foto (vedi sotto) in cui le sedute dannunziane in pietra appaiono del loro colore originale.
L’Arengo è il luogo più sacro del Vittoriale, una sorta di tempio laico realizzato tra il 1923 e il 1924, nel quale d’Annunzio celebrava con i suoi legionari l’impresa di Fiume alla luce delle fiaccole.
È costituito da un quadrifoglio di sedili in pietra e da 27 colonne grigie (del XIII-XIV e del XVII secolo) a ricordo delle 27 vittorie della Grande Guerra e di Fiume; quella più scura, alla cui sommità si trova un’urna con la terra del Carso, ricorda Caporetto, una disfatta considerata dal poeta vittoria morale, poiché fece scaturire negli animi la volontà di riscatto.
«D’Annunzio – spiega il presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri – ha realizzato l’Arengo in un boschetto di magnolie, le cui radici dissestano tutto e le cui fronde ombrose favoriscono la crescita di muschi sulle pietre dannunziane. L’Arengo è la nostra Pompei». Da anni questo luogo reclama un’adeguata sistemazione. Intervento che ora è promosso grazie a un mecenate, il gallerista bresciano Roberto Agnellini, che ne finanzia il recupero.
L’intervento è attuato nell’ambito di un progetto denominato appunto «Riconquista», che prevede entro il 2021 – centenario del Vittoriale – l’apertura o la riapertura di ogni area, con nuovi servizi e nuovi spazi museali.