ARCO – Un nuovo ramale dell’acquedotto di 3 chilometri e mezzo, realizzato tra febbraio e dicembre 2014, è ora in esercizio e copre un’ampia zona del Comune ad ovest del fiume Sarca.
Si tratta della zona che va dal centro storico cittadino fino a poco prima di San Giorgio, per una portata di circa 27 litri al secondo, che a regime (e realizzato il secondo lotto del progetto) arriverà ad oltre 40 litri al secondo. Il costo sostenuto è di 975 mila euro, finanziati per il 90 per cento dalla Provincia tramite il FUT (Fondo Unico Territoriale). I lavori sono stati eseguiti in parte dall’impresa Martinatti, in parte dall’impresa Calzà, entrambe di Arco; il progetto è dell’ingegner Maurizio Lutterotti di Trento.
L’acquedotto – la denominazione di progetto è «Arco sud – I lotto» mette in collegamento il serbatoio al Cretaccio, alimentato dalla sorgente Sass del Diaol, all’abitato di Arco, e si sviluppa dal punto di consegna del serbatoio lungo via Monte Brione fino a via della Crosetta e via San Sisto, per uno lunghezza complessiva di circa 3.440 metri. Il costo dell’opera previsto nel progetto esecutivo ammontava a 1.025.000 euro, ma a consuntivo la cifra effettiva è risultata di 975 mila euro. Grazie alla gestione diretta da parte del Comune della fornitura dei tubi e alla posa di parte dell’acquedotto in concomitanza dei lavori di realizzazione della condotta della rete di irrigazione da parte del Consorzio di Miglioramento Fondiario di II grado «Alto Garda», si sono realizzati risparmi tali da rendere possibile posare 3,6 chilometri di condotte a fronte dei 2,8 previsti dal progetto esecutivo.
«Se ne parla da decenni – ha spiegato l’assessore a bilancio, patrimonio e reti tecnologiche Tomaso Ricci, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella mattina di lunedì 2 agosto in municipio, presenti anche il sindaco Alessandro Betta, per l’Ufficio tecnico comunale Ruggero Betta e il progettista Maurizio Lutterotti – ma ora abbiamo potuto cogliere l’opportunità del finanziamento del FUT, sgravando le casse comunali di un impegno che diversamente sarebbe risultato gravoso. Grazie ad un attento lavoro di mediazione abbiamo ottenuto l’autorizzazione di tutti i proprietari dei terreni interessati, senza quindi costi aggiuntivi o ritardi. Ma soprattutto, pianificando i lavori e realizzandoli in contemporanea alla posa dell’impianto d’irrigazione del Consorzio Alto Garda e della fibra ottica di Trentino Network, abbiamo potuto condividere i costi di scavo e ottenere un risparmio notevole, che a parità di costo ci ha consentito di realizzare un chilometro in più di tubazione. Adesso un’ampia zona del territorio comunale viene alimentata a caduta e non più con le pompe, con un risparmio sensibile nei costi di energia, oltre al fatto che disponiamo di un notevole quantitativo d’acqua in più. Senza il quale già nelle scorse settimane la situazione dell’approvvigionamento idrico sarebbe probabilmente andato in crisi».
Il secondo lotto dell’intervento, che sarà realizzato prossimamente, consentirà di ampliare ancora l’area servita dal nuovo ramale e di limitare ulteriormente l’utilizzo delle pompe che prelevano acqua dai pozzi di Prabi, e di disporre di altra acqua, fino ad oltre 40 litri al secondo.
Il nuovo acquedotto intercetta la tubazione esistente in via Monte Brione, in corrispondenza del quale è stata realizzata una nuova camera di manovra; da quel punto la condotta (tipo DN315) prosegue verso nord attraversando le campagne ad est di San Giorgio. Nei pressi di via Sabbioni la condotta prosegue parallelamente alla strada a lato della canaletta d’irrigazione fino all’incrocio, dove una camera di manovra consente il collegamento con la linea esistente di via Sabbioni. Proseguendo verso nord la condotta si sviluppa lungo la corsia destra della SP 118. A circa 40 metri a nord dell’incrocio fra via Aldo Moro e via Sant’Isidoro si apre una strada secondaria che permette di accedere a parte della zona artigianale: in corrispondenza di questo incrocio è realizzato un pozzetto di stacco per gli allacciamenti della zona artigianale. Un secondo pozzetto di stacco è disposto a circa 130 metri dal primo, sempre proseguendo verso nord, in corrispondenza dell’incrocio di via Aldo Moro con una strada secondaria privata, e infine un terzo pozzetto di stacco si trova ancora a 100 metri dal precedente, all’imbocco di una strada che confluisce su via Aldo Moro.
Nei pressi di Omkafè è realizzata una camera di manovra all’interno della quale è previsto un allacciamento fra la tubazione di progetto e l’esistente tubazione, al fine di chiudere l’anello con l’acquedotto che attualmente serve la prima parte della zona artigianale. Da questa camera di manovra, la tubazione di progetto procede verso via Cima Tofino fino all’altezza del «Senter dei Ladri», dove è presente la diramazione (tipo DN200) verso via San Sisto e un’altra (tipo DN280) verso via Santa Caterina e via della Crosetta. Il ramale di via San Sisto, in particolare, permette il collegamento dell’acquedotto Arco sud a nodi fondamentali della rete esistente. Lungo via San Sisto sono costruite due camere di manovra all’interno delle quali si realizzano gli allacciamenti con le tubazioni già presenti, in modo tale da poter chiudere l’anello con la rete esistente. Il ramale di via Cima Tofino si innesta alla rete esistente presso l’incrocio di via Santa Caterina e prosegue lungo via della Crosetta fino al collegamento con il pozzetto esistente della rete idrica della zona artigianale di Ceole. Infine, nel corso dei lavori è stato ripristinato il collegamento tra il ramale di via Narzelle con quello di via Santa Caterina. Tutte le condotte dell’acquedotto sono realizzate in PEAD PE100 ad alta resistenza alla propagazione della frattura. Oltre alla struttura della rete idrica, i lavori hanno riguardato anche la posa dei cavidotti e dei pozzetti per la rete a banda larga lungo via Aldo Moro, via San Sisto, Via Cima Tofino e «Senter dei Ladri».