Oltre i fuochi, la storia di Sant’Ercolano

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MADERNO – Questa sera, martedì 11, a Maderno è in programma lo spettacolo pirotecnico che vanta forse la più antica tradizione sul Garda, quello organizzato in occasione della Festa di Sant’Ercolano, patrono del paese e di tutta la riviera gardesana.

Per l’occasione la Navigarda organizza una crociera notturna con le motonavi Tonale (imbarchi a Desenzano alle 20.35, a Moniga alle 21, a Portese alle 21.40 e a Gardone alle 21.55) e Mincio (imbarchi da Salò alle 21.20 e da Maderno alle 22; prevendite presso le biglietterie Navigarda di Portese, Moniga, Gardone e Desenzano, info www.navigazionelaghi.it).

Sant’Ercolano, il protettore della Riviera

I fuochi sono l’aspetto folcloristico di un’antica tradizione religiosa, che si rinnova annualmente da secoli. Le luci dello spettacolo pirotecnico si rifletteranno sulle acque del golfo, lungo quel gioco di correnti che secondo la leggenda si intrecciò con il destino di Ercolano, quando alla sua morte, avvenuta probabilmente nel 576 a Campione, si decise di adagiare la sua salma su una barca senza governo affinché fosse il fato ad indicare in quale località seppellirla.

Nel 1600 Bongioanni Grattarolo, nella celebre «Historia della Riviera di Salò», scrive: «…quando le spoglie furono levate di Campione, contendendosi tra molte terre per haverle, furono messe in una barchetta, e lasciando che andassero dove Dio volesse condurre, e presero terra a Maderno, dianzi alla piazza, a fronte della chiesa dove è ora una scaletta molto rispettata e havuta in devotione…» (c’è ancora una lapide posta a ricordo dell’evento).

Sant'Ercolano
La lapide che ricorda il punto in cui approdò la barca con le spoglie di Sant’Ercolano

Gli storici, più verosimilmente, ritengono che la salma di Ercolano sia stata condotta a Maderno dai frati Benedettini di Leno, che possedevano terre sia a Campione che a Maderno.

Per i fedeli del Garda bresciano le celebrazioni in onore di Ercolano sono il segno di una devozione secolare. Il culto del Santo, vissuto nella seconda metà del VI secolo, è attestato da manoscritti del 1200.

La sua vicenda è di particolare interesse proprio relativamente al lasso di tempo che trascorse sulle rive del Garda. Dopo aver coperto la carica vescovile di Brescia (fu il diciottesimo vescovo bresciano, fra san Cipriano e sant’Onorio), Ercolano lasciò gli onori del mondo ritirandosi in eremitaggio a Campione (forse per sfuggire alle persecuzioni di Goti e Longobardi che invasero l’Italia nel VI secolo), dove morì in odore di santità.

Documenti di varie epoche attribuiscono al Santo miracoli e prodigi che gli valsero la massima venerazione. Questa devozione trova conferma, oltre che nella contesa scoppiata tra i gardesani per la sua sepoltura, anche nel documentato timore dei madernesi che altre parrocchie mirassero ad impadronirsi delle venerate spoglie.

Lo storico Vitali racconta che i locali «per tenerselo più sicuro, lo assicurarono in una cappelletta che fecero in mezzo alla chiesa alquanto sottoterra, mettendovi l’Arca fermata con chiavistelli di ferro per maggior difesa». Per i fedeli di Maderno il punto in cui, secondo la leggenda, approdò il corpo di Ercolano divenne luogo di culto: «Ivi l’acqua migliore e più salubre – racconta il Vitali – si cavava per darla agli infermi. E di più che di quantunque spesse volte ivi siano caduti dei fanciulli nessuno è mai annegato, benché l’acqua vi fosse profondissima. Un divoto rispetto ancora fino ai nostri tempi si è portato a quel luogo, essendo tassate delle pene a chiunque ardisse imbrattare quell’acqua, o in altro modo profanarla».

Il 6 luglio 1466 la Magnifica Patria elesse Sant’Ercolano protettore della Riviera di Salò, istituendo come festa di precetto il 12 agosto.

Sant'Ercolano
Il monumento a Sant’Ercolano, in piazza a Maderno

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