GARDA BRESCIANO – L’iniziativa per arginare i disturbi del gioco d’azzardo nell’area bresciana del Garda ha ottenuto un contributo di 50mila euro dalla Regione Lombardia e più enti stanno lavorando in rete. Desenzano è il comune capofila.
Il Garda bresciano scende in campo contro le ludopatie e lo fa attraverso un progetto condiviso da numerosi soggetti del Distretto 11: oltre a 17 Comuni del Distretto, la Fondazione Servizi Integrati Gardesani, l’Unione Comuni della Valtenesi e la Comunità Montana Alto Garda si stanno impegnando per prevenire e curare quello che è a tutti gli effetti un “disturbo di salute pubblica”. Alla cooperativa “SMI Gli acrobati” è stato affidato l’incarico di gestire gli interventi previsti per il progetto, che ha una durata temporale di un anno.
Presso il palazzo comunale di Desenzano del Garda, ente capofila dell’iniziativa, questa mattina (26 ottobre 2015) è stato presentato il programma alla stampa.
“Elaborare strategie preventive, di informazione e sostegno affinché i cittadini siano in grado di conoscere, evitare e/o contenere eventuali attività connesse al gioco d’azzardo”: questa è la finalità espressa nel progetto, che ha ottenuto un contributo regionale di 50mila euro su un totale di spesa stimata di 64mila euro, nel bando BURL n. 27 del 30 giugno 2015 (“Progetti contro le ludopatie, a tutela del risparmio e per prevenire le truffe”).
L’obiettivo primario, afferma ilsindaco desenzanese Rosa Leso, «è di costruire una rete di collaborazione tra enti pubblici, associazioni e scuole del territorio gardesano, al fine di condividere una linea d’intervento unica in ambiti prioritari per la prevenzione delle ludopatie. Grazie al finanziamento regionale, potremo agire a livello distrettuale e disporre di strumenti efficaci per la prevenzione, l’individuazione e il sostegno al problema».
Dalle parole si è già passati ai fatti. È già stato effettuato un primo intervento di sensibilizzazione e divulgazione dell’iniziativa, in occasione della Festa delle Associazioni dello scorso 27 settembre a Desenzano, tramite uno stand informativo e la presentazione curata dal presidente dello “SMI Gli acrobati”.
Nei mesi scorsi sono stati avviati contatti con gli istituti comprensivi e con gli istituti superiori del territorio gardesano, per pianificare gli interventi formativi rivolti agli insegnanti e agli alunni. Per i ragazzi delle scuole medie, considerata la giovane età, gli interventi toccheranno anche i temi sulla dipendenza da videogiochi e sull’uso di internet e degli smartphone.
In questa prima fase, informa l’assessore ai Servizi sociali, culturali ed educativi Antonella Soccini, «sono stati raccolti anche i dati riferiti alle realtà associative del comprensorio e, in accordo con i referenti dei singoli comuni coinvolti, la Comunità Montana e la Fondazione Servizi Integrati Gardesani si sta procedendo alla promozione e programmazione di azioni formative per i volontari. Sono stati inoltre raccolti i dati degli esercizi pubblici (bar e tabacchi) attivi sul territorio, per procedere nei prossimi sei mesi alla mappatura del numero di slot machine e videolottery presenti».
Finalità del progetto è anche quella di rafforzare le competenze di vita, insistendo sul valore del denaro, sui valori del benessere personale e sociale, sull’assertività e sull’importanza delle relazioni. I cittadini del territorio verranno informati della presenza di sportelli di sostegno per soggetti a rischio (di prossima apertura) e di servizi di cura specialistici presenti sul territorio. Le tre sedi individuate per gli sportelli di ascolto, orientamento e sostegno dei famigliari sono: nel Comune di Padenghe per l’Unione Comuni della Valtenesi, a Sirmione per il basso lago e nella sede della Comunità Montana per la zona dell’alto lago. «Cercheremo di favorire – continua l’assessore Soccini – la creazione di gruppi di auto-aiuto in cui siano possibili il dialogo e la condivisione di esperienze con altre famiglie e persone che vivono situazioni simili di dipendenza».
In un secondo momento, sempre in un’ottica preventiva, insieme alle istituzioni verrà avviato un tavolo di lavoro aperto al territorio e agli esercenti, per elaborare un codice etico sul gioco d’azzardo, da sottoporre agli esercenti. Sono previste anche attività formative rivolte ai volontari delle associazioni e a operatori di sportelli welfare, comuni, polizia locale, anche ad avvocati, medici di base, bancari, insegnanti, studenti ed esercenti.
Le numerose azioni programmate sono coordinate dal Consorzio “Gli Acrobati Onlus” (www.smigliacrobati.it), che gestisce un Servizio multidisciplinare integrato (SMI), facente parte dei Servizi specialistici del Dipartimento delle dipendenze. La cabina di regia del progetto è in capo al Comune di Desenzano, in qualità di ente capofila.
Alla conferenza stampa di presentazione e avvio del progetto, tenutasi presso la Sala Orologio del Comune di Desenzano, sono intervenuti il sindaco Rosa Leso e l’assessore alle Politiche sociali, educative e culturali di Desenzano Antonella Soccini, l’assessore ai Servizi sociali dell’Unione Comuni della Valtenesi e sindaco di Padenghe Patrizia Avanzini, l’assessore ai Servizi sociali di Sirmione Elena Boschi, la direttrice della Comunità montana Parco Alto Garda Bresciano Beatrice Zambiasi, la dirigente dei Servizi sociali e culturali di Desenzano Anna Maria Finazzi, la presidente di “SMI Gli Acrobati” Morena Galiazzi e la psicoterapeuta Cinzia Sala.
La ludopatia -La ludopatia non è solo un fenomeno sociale, ma una malattia che rende incapaci di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse con gravi conseguenze personali e sociali. Nel cervello del giocatore si accende un interruttore che porta il ludopatico a sfidare continuamente la fortuna attraverso slot, videolottery, lotto, gratta&vinci, poker, scommesse, bingo o altro, dopo aver provato l’ebbrezza di una vincita, piccola o grande che sia. Per pochi euro si riducono in povertà intere famiglie. Nel 2015, in Italia, si contano circa 790mila malati dipendenti dal gioco, mentre un milione e 750mila è considerato a rischio patologia.
Si tratta perlopiù di disoccupati, casalinghe, pensionati e, purtroppo, tantissimi ragazzi e giovani, che già dall’età infantile risultano contagiati dalla dipendenza dal gioco. Secondo un recente studio di Codacons, il 50% dei disoccupati italiani presenta forme più o meno gravi di ludopatia, con il 17% dei pensionati colpiti, il 25% delle casalinghe e il 17% dei giovanissimi. I ragazzi tra i 15 e i 18 anni aumentano con una media del 13% all’anno mentre sono 400mila i bambini tra i 7 e i 9 anni che risultano contagiati dalla dipendenza del gioco. È evidente come questo “fenomeno” possa essere considerato un “disturbo di salute pubblica”.