I grillini contro il nuovo progetto di depurazione
LAGO DI GARDA – I parlamentari del Movimento 5 Stelle annunciano un’interrogazione parlamentare per avere chiarimenti sul progetto «Il nuovo collettore per il lago di Garda e il futuro del suo territorio».
Ecco il comunicato dei grillini: «Da diverso tempo diverse forze politiche locali e vari enti del lago stanno diffondendo un elevato allarmismo sullo stato del lago di Garda e del suo sistema di collettamento fognario.
I portavoce del M5S, supportati da un gruppo di attivisti del Meetup 3 Sponde, da oltre un anno stanno studiando lo stato del lago di Garda e la soluzione proposta dalle due società di gestione del sistema di collettamento e depurazione.
Concordiamo sul fatto che il lago di Garda sia un delicato equilibrio da preservare.
Fin dagli anni 60 la sua salute ha iniziato a deteriorarsi a causa dell’aumento della pressione antropica, delle attività inquinanti e della crescente speculazione edilizia e cementificazione del territorio. Questo ha comportato la distruzione dell’ecosistema che consentiva al lago di purificarsi (fitodepurazione).
La soluzione del nuovo collettore, cosi come proposta dai gestori del servizio idrico AGS e Garda Uno, ci appare come un proseguimento del vecchio concetto di depurazione-collettamento del lago.
Il tempo ha dimostrato che tale progetto non ha salvaguardato la qualità delle acque e dell’intero ecosistema lacustre nonostante l’ingente dispendio di denaro pubblico sia in termini di investimento che di gestione.
Il nuovo progetto ci appare persino peggiore del precedente, in particolare:
– non garantisce la risoluzione del problema in quanto senza la separazione di acque bianche da quelle nere, non saranno evitati gli sversamenti della fognatura a lago (come confermato dall’assessore all’ambiente della Regione Lombardia in risposta all’interrogazione 2331 Cons. Corbetta /Maccabiani).
– i costi di manutenzione risulterebbero decisamente superiori con ricaduta sulle bollette dei cittadini.
– i tempi di realizzazione delle opere non sono chiaramente quantificabili ed il blocco della gardesana avrà pesanti ripercussioni sull’economia turistica del lago.
– non sono previsti significativi interventi di rinaturalizzazione per ripristinare l’ecosistema lacustre.
– il progetto è supportato dalla stessa classe politica che ha generato e non ha risolto il problema.
In sostanza – continuano gli attivisti del Movimento 5 Stelle – riteniamo che il progetto da oltre 220 milioni di euro rischierà di comportare un enorme spreco di risorse pubbliche, che sarebbero potute essere impiegate in modo più efficiente, ad esempio per la sistemazione delle reti fognarie locali.
Per questi ed altri motivi, specificati nell’interrogazione parlamentare, da diversi mesi stiamo cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità della situazione e sulle soluzioni alternative mirate alla definitiva risoluzione dei problemi con risparmio di denaro pubblico».
La questione sarà affrontata anche nel corso di una conferenza stampa indetta dal M5S nella giornata del 14 novembre, alle 11 presso la sala consiliare di Peschiera del Garda, cui parteciperanno i parlamentari del M5S Businarolo e Alberti.
Ricordiamo che il nuovo progetto, predisposto dalla bresciana Garda Uno e dalla veronese AGS (le municipalizzate che si occupano di depurazione sulle due sponde del lago) e promosso dall’Associazione temporanea di scopo “Garda Ambiente” costituita dalla Comunità del Garda per ottenere i necessari finanziamenti, prevede l’aggiornamento del depuratore di Peschiera, da destinare al servizio della riviera veronese (più Desenzano e Sirmione), e la creazione di un nuovo depuratore per quella bresciana (utilizzando quello di Visano o realizzandone uno nuovo tra Padenghe e Lonato), con la conseguente dismissione e rimozione delle vecchie tubature sub lacuali. Non solo la condotta Torri-Maderno, ma anche i tratti di fognatura che corrono sott’acqua lungo la riviera scaligera, considerati il vero punto critico del sistema fognario del Garda. Servono 220 milioni di euro tra nuove tubazioni (105 km sulla riviera veronese e 81 su quella bresciana), impianti di trattamento e di sollevamento.