Tutti contro la variante
GARGNANO – Un coro di «no» alla variante urbanistica della Società Lago di Garda. Lo pronunciano le tre minoranze consiliari, le associazioni e la società civile gargnanese.
Tante le persone che venerdì sera hanno partecipato all’incontro pubblico (disertato dalla maggioranza) moderato da Daniele Comboni, organizzato per presentare i contenuti della proposta di variante avanzata dalla proprietà del complesso storico della Società Lago di Garda, ovvero l’antico convento francescano, il chiostro, l’ex oleificio, l’ex laurificio e la sala della cernita.
La variante, illustrata nel dettaglio dall’arch. Alberta Cazzani, docente del Politecnico di Milano e componente del Comitato Per Gargnano Storica, stravolge il progetto presentato nel 2008, la cui convenzione urbanistica fissava il limite massimo del 50% della superficie da destinare ad uso residenziale, riservando il 35% a funzioni turistiche, commerciali e di terziario e il 15% a spazi museali. La variante chiede di poter realizzare residenze sul 94% delle superfici (l’uso pubblico è confermato solo per il chiostro francescano e per alcune stanze del convento destinate a museo).
Nei progetti di variante sparisce inoltre il previsto parcheggio da 32 posti auto pubblici per far posto a due residenze. Come opera di compensazione la proprietà si impegna a cedere al Comune 111 posti auto nel parcheggio interrato previsto all’oratorio.
Non è tutto: è addirittura prevista una piscina nella sala della cernita con una parte esterna a lago che andrebbe ad occupare la zona dove oggi corre la passerella pedonale che collega piazzale Boldini al centro storico. Come non bastasse, si prevede di eliminare lo spazio per la fermata dei bus turistici all’inizio del paese per far posto all’ingresso delle nuove residenze.
Va detto che il Comune ha già dato avvio alla procedura di variante e all’iter per verificare se bisognerà ricorrere alla Valutazione Ambientale Strategica.
Le minoranze insorgono. Per Bruno Bignotti è «un progetto che ucciderà il paese». Marcello Festa considera «vergognosa» la proposta di variante e invita l’Amministrazione a far rispettare i termini della convenzione approvata nel 2008. Daniele Larcher richiama la Giunta alla responsabilità di gestire l’operazione salvaguardando l’identità di questo luogo strategico e di tutto il paese. Qualcuno propone un referendum. La parola ora passa al Consiglio comunale.