La conta dei fenicotteri rosa
BUSSOLENGO – Si è svolta la consueta conta annuale dell’intera colonia di fenicotteri rosa ospiti del Parco Natura Viva: 127 adulti e 21 piccoli.
I ventuno piccoli fenicotteri rosa nati al Parco Natura Viva di Bussolengo fra marzo e maggio dello scorso anno, hanno affrontato oggi il loro primo check-up veterinario completo che li ha inseriti ufficialmente nel registro anagrafe del Parco. Al controllo dei giovani fenicotteri rosa sono seguite anche le visite agli adulti, che hanno permesso di svolgere la conta annuale dell’intera colonia.
“I 21 ultimi nati si aggiungono ai 127 adulti che già formavano la colonia, che raggiunge così i 148 esemplari”, spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo. “I giovani non hanno compiuto l’anno e mantengono per il momento il tipico colore grigiastro delle penne che li distingue dal rosa dei genitori. Ma molto presto saranno difficili da distinguere e potranno essere individuati solo grazie all’anello identificativo che gli abbiamo applicato”. Il profilo anagrafico di ognuno sarà completo solo quando arriveranno dal laboratorio inglese gli esiti delle analisi genetiche delle penne, grazie alle quali potrà essere determinato con esattezza il sesso dei giovani esemplari. “C’è una tendenza casuale nella vita della nostra colonia di fenicotteri rosa – continua Avesani Zaborra – che negli anni passati ha registrato una percentuale di maschi e femmine quasi sempre intorno al 50%. Si tratta di un fenomeno non prevedibile e non sappiamo cosa accadrà quest’anno”.
Specie tipica delle zone umide costiere, i fenicotteri rosa hanno ricominciato a nidificare in Italia nei primi anni ’90 grazie ad alcune reintroduzioni in natura. Oggi si registrano circa 15mila coppie riproduttive, in particolar modo sulle coste dell’Emilia Romagna. “I fenicotteri rosa – conclude Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva di Bussolengo – sono animali simbolo di un ambiente naturale fragilissimo come quello delle foci e delle lagune. A pochi giorni dal 2 febbraio, Giornata Mondiale delle Zone Umide, è bene ricordare che la causa principale di pericolo per questa specie è il continuo abbassarsi del livello delle acque nelle zone di nidificazione. Per due motivi: da una parte provoca una maggior pressione predatoria proprio sui nidi, che diventano facilmente accessibili alle volpi e ai cani randagi, dall’altra i laghi che si riducono ospitano acqua troppo salata, che determina una notevole diminuzione di cibo”.
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