MONTICHIARI – Serata dedicata al cinema surrealista, con i capolavori di Luis Buñuel e Salvador Dalí, domenica 31 gennaio alle 21.al caffè letterario Galeter di Montichiari.
In programma la proiezione dei due principali film surrealisti dedicati all’amour fou.
Un chien andalou: Luis Buñuel, 1926, 16 minuti, B/N, sonoro
L’age d’or: Luis Buñuel, 1930, 62 minuti, B/N, sonoro
Introduzione di Janos Bellingeri.
Entrata gratuita.
In Un chien andalou la primissima scena è una delle più terrificanti dell’intera storia del cinema: il taglio dell’occhio di una donna con un rasoio (in realtà un trucco di montaggio, col taglio dell’occhio di un bue morto). La scena, che ha come attore il regista Buñuel stesso, è emblematica della rivoluzione visiva surrealista, che intende squarciare l’occhio dello spettatore per fargli vedere, anche a costo di grandi sofferenze, tutto quello che non ha mai visto e forse non ha mai voluto vedere.
Nei circa 16 minuti del film si vedono un uomo e una donna attratti reciprocamente da una pulsione erotica intensa e violenta (tra le prime rappresentazioni cinematografiche di una sensualità così esplicita), ma una serie di situazioni e figure si interpongono fra i due: distrazioni, ostacoli (come i preti legati al pianoforte che bloccano l’uomo), nemici (come l’anti-io del protagonista) e la repulsione che alterna e frustra i loro desideri. In un continuo passaggio a situazioni e ambienti diversi, come in un sogno, il film finisce con una visione triste e demistificata: l’uomo e la donna sono sepolti nella sabbia sul mare, a pochissima distanza l’uno dall’altra ma impossibilitati a toccarsi, in un crudele paradosso.
L’age d’or è un film ancora più provocatorio, che cozza col titolo volutamente sarcastico. In un mondo di crimini, violenze e ferocia primitiva una coppia di amanti è travolta fino alla sofferenza più dolorosa, con una scena conclusiva accusata di blasfemia: Gesù Cristo e il duca de Blangis (il protagonista de Le centoventi giornate di Sodoma del Marchese de Sade) sono la stessa persona. A causa delle accuse di anticristianesimo Buñuel dovette scappare in Messico, dove girò alcuni film negli anni quaranta