Alessandro Ducoli e Valerio Gaffurini live

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BRESCIA – Sabato 13 febbraio presso Galleria dell’ombra, via Nino Bixio a Brescia, live il nuovo album di Alessandro Ducoli (voce) e di Valerio Gaffurini (piano).

Si comincia alle 22. Ingresso libero.

ll nuovo album di Alessandro Ducoli (foto sopra) e di Valerio Gaffurini: 8 canzoni “inedite” ripescate da disastrose giovanili avventure musicali. In una veste decisamente “adulta”, rivivono alcuni episodi di Rosso, il primo demotape realizzato nel 1994.  Amori “bellicosi”, scorribande notturne e strade completamente sbagliate. Ecco cosa racchiude questo Gufi, allocchi, barbagianne e altre giovani streghe. Esattamente questo… perché di “giovani streghe” si parla e si racconta e perché stregaformi sono comunemente detti tutti i rapaci notturni, da quelli più sicuri, fino a quelli più strampalati e guasconi. Arrangiato e suonato da Alessandro Ducoli e Valerio Gaffurini. Registrato e mixato da Valerio Gaffurini (Cromo Studio) e Paolo Costola (Mac Wave). Grafica di Armando Bolivar con disegni di Nic Delso. Prodotto da Elena Piccoli.

Un album che nasce dall’esigenza di dare una colonna sonora alla Barbagianna, il vino bianco (o come dice il Ducoli… La Vina Bianca) che l’Azienda Agricola Bragagni ha dedicato alla canzone Un piede nella fossa e quell’altro sulla vanga (una delle colonne portanti di Brumantica).

Il Ducoli presenta le canzoni della ultraventennale carriera: dagli esordi di Lolita’s Malts e Malaspina, fino ai più recenti Brumantica, Piccoli Animaletti, Sandropiteco e Divanomachia, passando per le scorribande FolkAndRoll di I Never Shot An Indie. Con lui sul palcoscenico il suo più fidato compagno di viaggio Valerio Gaffurini, in un live act di grande forza narrativa ed emotiva in cui il Ducoli, non tralascia di proporre i migliori episodi della sua ormai lunghissima discografia: Un piede nella fossa e quell’altro sulla vanga, Giovanna, Sgangherata, Maddaluna, Sandropiteco, I tuoi meravigliosi occhi. Ad arricchire il concerto ci sono anche i curiosi aneddoti che riesce ogni volta ad improvvisare secondo gli schemi del più autentico Teatro-Canzone all’italiana.

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Biografia

Alessandro Ducoli nasce l’1 ottobre 1971 a Breno (Brescia). Conduce infanzia e un’adolescenza decisamente ordinari tra scuola, calcio e altro. Due sorelle maggiori lo costringono all’ascolto reiterato di tutta la peggiore musica melodico-romantica italiana degli anni ’70, ma a metà degli anni ’80 decide di salvarsi la vita acquistando un proprio Walkman. Compra il suo primo album: Like a Virgin di Madonna. Verso la seconda metà degli anni ’80 inizia i primi passi nel mondo della musica suonando l’armonica con gli Springs, i Pond Spashing e i Cantina Occupata. Trasferitosi a Padova per conseguire la Laurea in Scienze Forestali, inizia ad avvicinarsi alla chitarra guidato dal maestro Davide Coslovich; scrive le sue prime (pessime) canzoni. Nello stesso periodo, in collaborazione con Luciano Mirto, con cui completa due demotape: Rosso (1994) e Sopra i muri di questa città (1995). L’anno successivo pubblica quello che lui stesso definisce il suo primo album solista: Lolita (1996); un disco immaturo, ma contenente alcuni brani che segneranno l’intera carriera del Ducoli: Nuda e cruda, Ho trovato l’oro, Benny Jag Blue e Luna ubriaca.

Un CD autoprodotto dalle atmosfere molto eteree dove i testi e le musiche di Ducoli vengono arricchite dagli interventi di superlativi musicisti. Giorgio Baratto (Viceversa; 04-1997) Nel 1996, con lo pseudonimo di Bacco il Matto, inizia la collaborazione musicale con il chitarrista Nicola Bonetti, che porterà ad un’intensa attività live e alla produzione di due album: S. Marco (1999 e Cercatori d’oro (2000); quest’ultimo arricchito dal cameo di Raffaella, una canzone appositamente scritta per loro da Chip Taylor. Il riconoscimento di critica consente al gruppo di muoversi sui più diversi palcoscenici d’Italia.

Nel 1998 la carriera solista del Ducoli, parallela a quella di Bacco il Matto, prosegue con il chitarrista Mario Stivala, con cui costruisce le canzoni e gli arrangiamenti di Malaspina (1999), il suo secondo album solista, cui segue Anche io non posso entrare (2001). Nel 2001 l’attività live inizia a concentrarsi sulla promozione dei lavori solisti e, in compagnia del batterista Arcangelo Buelli e del contrabbassista Massimo Saviola, dà vita al progetto La Banda del Ducoli, a cui partecipano anche il chitarrista Lorenzo Lama e il pianista Renato Saviori. La collaborazione si consolida nell’uscita di

Taverne, stamberghe, caverne (2003). Il lavoro è ben segnalato dalla critica ed è finalista al Premio Città di Recanati (edizione 2004) e al Festival di Mantova (prima edizione). L’irrequieto Bacco il Matto degli anni Novanta e il più poetico e visionario Alessandro Ducoli incrociano la loro urgenza di raccontarsi in maniera intensa e coinvolgente, proponendo i suoi personaggi romantici e poco allineati dentro i luoghi della sua vita quotidiana, una periferia alpina dove ci si racconta nelle taverne e si frequentano le fiere, e dove storie di amori balordi s’incrociano con storie di rane che ti attraversano la strada. Fabio Zamboni (Alto Adige, 04-2003)

Nel 2004, sempre in compagnia di Mario Stivala, inizia la stesura di un nuovo lavoro la cui produzione è affidata a Paolo Filippi e Teo Marchese. Il nuovo album, intitolato Brumantica, esce nel novembre 2006 e vede la partecipazione di alcuni tra i più riconosciuti musicisti italiani: Ellade Bandini, Ares Tavolazzi, Alessandro Galati, Fabrizio Bosso, Sandro Gibellini e Tino Tracanna. Se il jazz (quello vero, non quelle insipide contaminazioni che oggi vanno tanto di moda…) incontra la canzone d’autore, che succede? Succede qualcuna delle invenzioni di Paolo Conte e poco altro. Tanti, ora, fanno canzone d’autore “jazzata” (a volte anche bene, nulla da dire), tanti viceversa suonano jazz facendo il verso alla canzone d’autore: sono proposte spesso valide, lo si è detto, ma sono e rimangono spurie. Fino ad oggi. Oggi c’è questo disco. Autentica canzone d’autore in autentico jazz. Ciò che pareva quasi impossibile, oggi è accaduto. Quindi era possibile. Bravo Ducoli, a mostrarcelo, ed a fare ancora di più: a farcelo sembrare facile. Naturale. Questo è il pregio dei grandi: fare cose geniali facendole apparire normali, quasi banali. Quindi Ducoli è geniale, non abbiamo paura adirlo. Andrea Rossi (www.musicmap.it; febbraio 2007).

Nel 2008, dopo la pubblicazione di Lolita’s malts (ristampa del suo primo album con una bonusversion elettronica curata da Valerio Gaffurini), il Ducoli pubblica il suo sesto album solista, Artemisia Absinthium, e contemporaneamente il cofanetto Quando si tagliava la coda ai cani (con le versioni rimasterizzate di Malaspina, Anche io non posso entrare e Taverne stamberghe caverne). Sempre nel 2008 consolida definitivamente il sodalizio artistico con il pianista Andrey Kutov, con cui vince l’edizione 2009 del Premio Claudio Mazzitello. Nel febbraio del 2010 esce Piccoli animaletti, con la partecipazione di Andrey Kutov e Valerio Gaffurini al pianoforte, Mirko Spreafico alle percussioni,

www.ducoli.eu; infoline 339 856 3716

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