LONATO – Sabato 6 febbraio all’istituto Cerebotani di Lonato assemblea aperta a studenti, docenti e genitori sulla settimana corta. Ecco il discorso del presidente del Consiglio di istituto, Elena Rossi.
I genitori del fronte del “no” alla settimana corta nelle scuole superiori insistono sul fatto che l’unico organo in grado di definire l’orario scolastico è il Consiglio di Istituto ed esprimono le loro preoccupazioni e perplessità per quanto riguarda la qualità di vita dei ragazzi che – per cinque giorni alla settimana, per nove mesi all’anno, per cinque anni scolastici – dovranno alimentarsi in modo inadeguato per la loro crescita, visto e considerato che nelle scuole non ci sono luoghi adibiti o da poter adibire a mense, senza considerare poi il costo che le famiglie dovranno sostenere.
Perplessità sulla qualità dell’insegnamento di materie proposte in 50 minuti (sapendo benissimo che non saranno mai rispettati i tempi). Perplessità sui docenti che non riusciranno a portare a termine i programmi ministeriali, non adeguati alla settimana corta, per mancanza di tempo, andando ad abbassare il livello di conoscenze e preparazione di studenti che ad oggi escono dalla scuola mediamente più preparati di quanto la nostra impresa richieda.
Gli studenti sono intervenuti proponendo iniziative per contrastare tale proposta che vanno dalla manifestazione di protesta estesa a tutti gli istituti di Brescia e provincia, alla richiesta di un incontro con il Presidente Mottinelli.
Infine, riportiamo integralmente il discorso del presidente del Consiglio di istituto del “Cerebotani”, Elena Rossi.
«Prima di iniziare questo mio intervento voglio ringraziare coloro che hanno voluto partecipare a questa assemblea: in primis gli alunni, il corpo docente, il Dirigente Scolastico che ha permesso l’incontro, i genitori. Il tema dell’assemblea, come è noto, è la cosiddetta “settimana corta”.
Prima di addentrarmi nel descrivere la posizione del Consiglio d’Istituto è bene inquadrare cronologicamente i principali avvenimenti che hanno portato all’indizione di questa assemblea.
Nel maggio 2015, successivamente all’assemblea tenutasi in questa sede, aperta a studenti/genitori e docenti della scuola e valutate le forti problematiche che il nostro istituto avrebbe avuto nel passaggio alla settimana corta, il Consiglio d’istituto si era espresso all’unanimità decidendo di mantenere l’orario scolastico sui 6 giorni settimanali.
Al rientro dalla pausa estiva le “voci” che circolavano erano quelle di un’intenzione da parte della Provincia di Brescia di introdurre la “settimana corta” negli istituti superiori, a partire dal settembre 2016.
Come gruppo genitori ci siamo pertanto attivati chiedendo alla Provincia e nella fattispecie all’assessore Vivaldini, un incontro chiarificatore sulla posizione della stessa dato che, di scritto, nulla era pervenuto alla scuola. Tale incontro purtroppo non è mai avvenuto.
Contestualmente numerosi docenti del nostro istituto hanno sottoscritto una lettera, pubblicata nelle lettere al direttore sul GdB del 19.11.2015, nella quale spiegavano come questo passaggio mortificherebbe la didattica ed il Collegio Docenti si è espresso all’unanimità in modo non favorevole alla modificazione oraria.
Il Consiglio d’istituto con delibera del 14.1.2016 ha inviato lettera alla Provincia di Brescia con cui ha sollecitato la stessa ad esprimere, tramite un confronto diretto, quali erano i suoi intendimenti, per l’intera rete Garda Valle Sabbia in generale e per l’IIS. Cerebotani in particolare, alla luce delle peculiarità che caratterizzano l’orario settimanale di quest’ultimo. A tutt’oggi, tale lettera, non ha ottenuto risposta.
Il 26.1.2016 ed il 4.2.2016 la Provincia di Brescia, tramite articoli apparsi anche questi su GdB (che ormai è diventato l’organo “ufficiale” per comunicare”) si è dichiarata ancora una volta pronta con la riforma settimana corta” in tutti gli Istituti superiori, a partire da Settembre 2016.
Dopo la suddetta puntualizzazione su ciò che è avvenuto, soprattutto in qualità di genitore e come Presidente del Consiglio dell’IIS. “Cerebotani” e pertanto rappresentante di questo organo collegiale, ricordo che Collegi di Istituto di altre scuole si sono espressi in maniera contraria e come noi non sono contrari a priori ma evidenziano forti perplessità riguardo all’organizzazione ed alla gestione.
Desidero evidenziare almeno due punti per i quali la settimana corta non può essere attuata:
1- pensare che alcune giornate scolastiche siano articolate su 7 ore di lezione e che pertanto gli studenti debbano preparare per quelle giornate 7 diverse discipline risulta inimmaginabile relativamente alle oggettive difficoltà di ordine didattico;
2 – il prolungarsi delle lezioni in orario pomeridiano, unito ai tempi di percorrenza ed alle problematiche per il ritorno a casa (ricordo che la nostra scuola ha un bacino d’utenza molto ampio con studenti che provengono da paesi non solo della Provincia di Brescia ma anche da quella di Mantova e di Verona), ridurrebbe il tempo a disposizione per l’indispensabile studio individuale e per lo svolgimento dei compiti e di tutte le quelle attività necessarie alla formazione completa di un giovane (attività sportive/musicali/di volontariato).
In questa sede ci sarà modo di esprimere anche tutti gli altri motivi per i quali vi è contrarietà alla “settimana corta” e lo faranno meglio di me i docenti, gli alunni ed i genitori che interverranno.
Le mie personali considerazioni sono: grande amarezza, nonostante sia stato richiesto, per non riuscire ad incontrare la Provincia che ad oggi si è sottratta a qualsiasi confronto e non ha preso in considerazione studenti/famiglie e docenti che sono i fruitori e gli operatori della scuola; non risulta, tra i compiti della Provincia, quello di definire la distribuzione dell’orario scolastico, che compete ai singoli Consigli d’Istituto. Mi rammarico che la Provincia voglia far passare questa intenzione come “innovazione culturale e didattica”.
Esiste una questione urgente, quella dell’edilizia scolastica, di sua competenza, che come ben sapete riguarda anche la nostra scuola nella quale, la carenza di aule, risulta sempre più un problema incombente.
Auguro a tutti un incontro proficuo e chiarificatore delle ragioni che stanno alla base della nostra posizione, la quale tiene ben presente che l’unica motivazione del nostro agire è il bene degli studenti di oggi e di coloro che verranno».