RIVA DEL GARDA – Le storie della “generazione Erasmus” in un sito internet dedicato ai gardesani che sono migrati all’estero, professionisti, artisti, creativi.
Il Comune di Riva del Garda ha presentato «Altrove», un innovativo progetto sul tema del nuovo fenomeno migratorio in uscita dall’Italia e, più nello specifico, dalla zona del Garda, voluto per offrire ai giovani migranti uno spazio dove raccontare le proprie storie e dove pubblicare interventi, foto e video-interviste sui temi e le criticità della migrazione, creando una rete che unisca e supporti i migranti di oggi.
Cuore del progetto, realizzato in collaborazione con SCUP, il Servizio civile universale provinciale, è il sito web www.altrovereporter.it (realizzato dall’Area Innovazione del Consorzio dei Comuni trentini, online entro la fine del mese). Un servizio che si potrà estendere in tempi brevi ad altre municipalità trentine.
Il fenomeno migratorio in uscita dall’Italia è in costante aumento e negli ultimi anni ha raggiunto una sostanziale parità con quello in entrata, che però è in calo (dati ISTAT 2013, “Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente”). D’altronde la migrazione di oggi è sostanzialmente diversa da quella del Novecento: a spostarsi sono più spesso le singole persone (e non le famiglie), in modo molto flessibile (e non diretto ad una nuova vita stabile). Una situazione che tuttavia sembra rimanere spesso ignorata o comunque affrontata come una generica “fuga di cervelli”, intesi come pochi individui altamente formati.
Il progetto «Altrove» nasce all’inizio del 2015 dall’iniziativa di Monica Ronchini, dipendente comunale e responsabile del progetto, che, dopo aver riscontrato l’interesse e aver ricevuto la disponibilità a collaborare da una larga rete di contatti istituzionali (Servizio provinciale emigrazione, Agenzia del lavoro, Consorzio dei Comuni, Fondazione Museo Storico, associazione Trentini nel Mondo onlus, Unione delle famiglie trentine all’estero onlus), si attiva per realizzare un sito online che funga da “megafono” e centro di attrazione per i giovani emigrati.
Il progetto è realizzato grazie alla partecipazione di due ragazzi in servizio civile provinciale, Simone Casciano e Thomas Saglia, scelti sulla base di interessi e capacità nell’ambito del giornalismo e del video making. Ciò ha permesso da un lato al Comune di avere persone pronte a lavorare subito ad «Altrove», e dall’altro di creare per entrambi i giovani percorsi di perfezionamento e, successivamente, di certificazione delle loro competenze acquisite durante l’anno di servizio civile. Nella redazione è presente anche un tirocinante, Mirko Tommasini.
Durante i primi mesi la redazione si è concentrata, oltre che nel progettare il sito web (in collaborazione con l’Area Innovazione del Consorzio dei Comuni trentini), nel contattare i giovani all’estero e nel realizzare interviste e articoli sulle loro storie. In circa cinque mesi di attività «Altrove» ha contattato 110 persone, numero in costante aumento. Le storie raccolte dalla redazione (finora 22) mostrano un fenomeno ampio e molto articolato, costituito da professionisti altamente formati, artisti, creativi e lavoratori del mondo dell’arte (molto presenti soprattutto a Londra), fino a lavoratori che nella nuova patria decidono di proseguire gli studi. «Altrove», che oltre al sito web dispone di una pagina Facebook, si farà promotore nei prossimi mesi di iniziative sul territorio dedicate ai giovani, in collaborazione con altre realtà associative.
La conferenza stampa di presentazione del progetto s’è tenuta nella mattina di venerdì 12 febbraio in municipio a Riva del Garda, presenti oltre alla redazione al completo, il sindaco Adalberto Mosaner, la segretaria generale Lorenza Moresco e, per l’Area Innovazione del Consorzio del Comuni Trentini, il responsabile Walter Merler.
«Si tratta di una bella e intelligente novità rivolta ai giovani che vanno all’estero – ha detto il sindaco Mosaner – realizzata da un’Amministrazione comunale che si pone il tema dell’emigrazione, sia come problema, sia come opportunità, e sempre nell’ottica del loro ritorno in patria. Quello dell’offerta di lavoro è un problema che esiste ed è concreto, d’altra parte le generazioni attuali sono cresciute studiando con Erasmus e in un’ottica di grande apertura, il che è certamente una ricchezza; ma perché dopo gli studi nessuno si occupa più di loro nello stesso modo, aperto all’Europa e al mondo? Oggi il bacino a cui rivolgersi per trovare lavoro è necessariamente europeo e internazionale, e questo può essere anche l’opportunità per noi e per il nostro Paese di avere giovani con un’alta formazione e con una ricca esperienza. I giovani all’estero hanno imparato, hanno affrontato situazioni complesse che li hanno resi più forti a capaci, e hanno creato una rete di rapporti personali e di relazioni. Da qui l’idea della dott.ssa Monica Ronchini, che l’Amministrazione ha convintamente sostenuto: comprendere chi sono i Rivani e i giovani del nostro territorio che se ne sono andati, e metterli in rete, in modo che chi sceglierà di fare altrettanto potrà attingere a tante esperienze; questo servendosi dello strumento del servizio civile, opportunità che il nostro Comune è tra i primissimi ad aver attivato, il che vuol dire dare un’opportunità a dei giovani di formarsi e di fare curriculum, e allo stesso tempo all’Amministrazione comunale di disporre di risorse aggiuntive; il tutto per creare una grande rete istituzionale che mette assieme il Servizio emigrazione, l’Agenzia del lavoro, il Consorzio dei Comuni, la Fondazione Museo Storico, l’associazione Trentini nel Mondo e l’Unione delle famiglie trentine all’estero, con già la disponibilità dell’importante collaborazione dell’Università di Trento, e addirittura l’interesse espresso dalla Cancelleria generale dell’Ambasciata italiana a Berlino».
«L’idea è mettere in rete le storie dei giovani migranti per favorire opportunità di scelta in tema di studio e di lavoro nella nuova dimensione internazionale del lavoro – ha spiegato Monica Ronchini – dato che per i ragazzi di oggi muoversi nel mondo è qualcosa di scontato. L’emigrazione è un elemento di grande ricchezza ma anche di criticità, e soprattutto è un fenomeno che non è stato studiato; noi disponiamo unicamente dei dati dell’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, la quale ci dice solo che il fenomeno è in crescita. Il nostro progetto cerca gli strumenti per conoscere il fenomeno e per creare opportunità concrete, sfruttando la rete internet, lavorando per ora nel raggio d’azione consentito ai nostri mezzi. Un lavoro che pone subito il problema centrale: come far rientrare chi se n’è andato? Noi cercheremo di farlo mettendo in rete i nostri giovani migranti e rendendoli noti, visibili; sarà possibile sapere chi sono, cosa fanno, quali professionalità hanno appreso, in modo da renderli interessanti per il nostro mercato del lavoro, magari non sempre per un’assunzione a tempo indeterminato, ma comunque per attività che mettano a frutto le loro competenze. Mi pare di grande interesse che una simile iniziativa sia messa in campo da un Comune, in modo coerente con le proprie finalità».
«Abbiamo subito intravisto in questo progetto un valore enorme – ha detto il responsabile dell’Area Innovazione del Consorzio del Comuni Trentini Walter Merler – e lo consideriamo il primo elemento di un ecosistema che potrà crescere, formato da ragazzi, imprese, enti e opportunità; una rete istituzionale che è anche rete tecnologica; la piattaforma che abbiamo creato, studiata per la più ampia multicanalità e partecipazione civica, è già replicabile e Riva del Garda è per noi un laboratorio; il nostro impegno sarà stimolare altre Amministrazioni comunali a servirsene per farla proliferare, presumibilmente con Riva del Garda ente capofila».
«Un progetto del quale siamo orgogliosi – ha detto la segretaria generale Lorenza Moresco – e del quale all’inizio, cioè circa un anno fa, non immaginavamo potesse avere uno sviluppo così rapido e potente, creando in tempi brevi una simile rete di contatti e suscitando un vasto interesse, promettendo di espandersi a livello provinciale. Anche il servizio civile è una sorpresa positiva, in grado di immettere nell’Amministrazione energie ragguardevoli. Adesso il progetto va coltivato nel tempo, perché cresca e crei opportunità concrete, conoscenza, confronto. Ci attendiamo che con il Consorzio dei Comuni possa prendere piede in Trentino, come confermano non poche manifestazioni d’interesse che già abbiamo ricevuto».