Mario Maggi, i diari di un prisoner of war
SALÒ – Domenica 21 alle 17 in Sala del Provveditori si presenta il libro «All’ombra del reticolato», i diari del salodiano Mario Maggi trascritti dai nipoti.
Mario Raggi, salodiano classe 1908, è stato un prigioniero di guerra italiano catturato dagli inglesi in terra africana, recluso prima in Sudan, dal 1941 al 1943, e poi, dal 1943 al 1947, in Sudafrica.
I suoi diari, gelosamente custoditi prima dall’autore stesso e successivamente dalla moglie e dai familiari, ora sono stati fedelmente trascritti da Paolo e Roberto Maggi, insegnanti salodiani, nipoti dell’autore.
Il libro, edito da Liberedizioni, racconta il trascorso storico, personale, a volte profondamente intimo, di un figlio del suo tempo. Al di là della vicenda umana di Maggi, i diari percorrono anche la vicenda, ancora poco indagata, dei «prisoners of war», i prigionieri di guerra italiani catturati dagli inglesi in terra africana, divenuti manodopera a basso costo, dimenticati dal governo italiano, considerati a volte con disprezzo e diffidenza dai civili.
Maggi aveva combattuto in Abissinia durante la guerra 1935-36, guadagnandosi un Croce di guerra al valor militare nel ruolo di caporal maggior portaferiti.
La seconda guerra mondiale Maggi la combatte ancora in Africa orientale, partecipando alla conquista della Somalia britannica e alla battaglia di Cheren, di cui fu uno dei pochi superstiti. Poi la prigionia nei lager inglesi. Spregiativamente classificato come «Prisoner of war recidive» (prigioniero non disposto a collaborare), ritenne sempre un onore non aver venduto il proprio ideale.
Tardivamente rilasciato, poté riabbracciare la sua famiglia nel gennaio del 1947. Socio del Nastro Azzurro, ha donato al museo salodiano la sua croce di guerra e la sua bandiera. Mario Maggi è morto nel luglio del 1979. Oggi, grazie all’interessamento dei nipoti, la sua storia diviene patrimonio di tutti i salodiani.
Nella foto sopra: Mario Maggi, a sinistra. Guerra d’Etiopia, 1935-36. Momento di relax.