GAVARDO – Il caso dei colori assassini: esce il 4 marzo il terzo romanzo del ciclo che l’autore Enrico Giustacchini ha dedicato al giudice Albertano, con i disegni originali del magistrato medievale.
Si presenta venerdì 4 marzo a Gavardo “Il giudice Albertano e il caso dei colori assassini”, il terzo romanzo di Enrico Giustacchini con protagonista il detective medievale.
L’appuntamento è alle 20.30 nell’auditorium Cecilia Zane. Conversa con l’autore Claudio Baroni del Giornale di Brescia. Ospite d’onore il coro La Faita, che eseguirà brani di musica provenzale.
Il romanzo è, come i precedenti, un giallo, ambientato naturalmente all’epoca di Albertano, ossia nel XIII secolo. Stavolta, teatro della vicenda sono le rive del lago di Garda, dove l’investigatore si trova ad affrontare un serial killer senza volto, ma di diabolica intelligenza, in una sfida difficile e rischiosa.
Tutto comincia con una morte misteriosa, accompagnata da un messaggio altrettanto enigmatico, una minaccia indirizzata al giudice Zenobio Benacense.
“Zenobio, i colori delle gemme uccidono i tuoi servi e uccideranno anche te. E finirai nelle tenebre…”. Il destinatario, asserragliato nella propria casa-fortezza affacciata sul lago, deve chiedere aiuto al collega Albertano per sconfiggere l’assassino: un essere implacabile e crudele che colpisce, ogni volta, “firmando” i suoi delitti con i diversi colori delle pietre preziose, sulla scia di quanto scritto, in proposito, nel Liber lapidum, il celebre trattato di Marbodo di Rennes.
Sullo sfondo, a far capolino è l’affascinante mondo dei catari, gli eretici che proprio sul Garda, a Desenzano, avevano, al tempo, una delle loro colonie più numerose, guidata dalle rivoluzionarie concezioni teologiche di Giovanni da Lugio. Il giudice e letterato Albertano da Brescia, tra l’altro, aveva controbattuto alcune delle tesi sostenute dai catari nel primo dei suoi trattati, il De amore et dilectione.
Di tutto ciò troviamo eco nel romanzo, che come i precedenti cala l’invenzione fantastica in una cornice storica accuratissima, frutto di pazienti ricerche documentali. Ricerche che sono alla radice anche della riscoperta di una straordinaria e misconosciuta teoria scientifica elaborata in quegli stessi anni dal maggiore fisico del tempo, Roberto Grossatesta, ossia la teoria dei “sedici colori senza nome” di cui sarebbe costituito l’universo.
Il libro di Giustacchini si sviluppa in un serrato crescendo, all’insegna di continue sorprese, sino allo scioglimento finale, scandito dal più imprevedibile dei colpi di scena.
E sorprendenti si riveleranno per il lettore pure i disegni riprodotti in appendice al volume (ne vedete uno nella foto sopra). Si tratta nientemeno che dei disegni originali di Albertano, tracciati dal giudice sui margini di un codice del IX secolo e pubblicati adesso in “prima assoluta” dopo ottocento anni, grazie al contributo della Biblioteca Queriniana di Brescia.
Una strepitosa riproposta di enorme valore culturale, che ci mostra il famoso scrittore, magistrato e diplomatico sotto una veste inaspettata, ossia quella di un uomo ironico, arguto, attento ai risvolti caricaturali della realtà.
Enrico Giustacchini, Il giudice Albertano e il caso dei colori assassini, Liberedizioni, 160 pagine, ill. a colori, 14 euro