Trimelone, bonifica per l’isolotto bunker
GARDA VERONESE – Prosegue la bonifica dell’isolotto più armato d’Italia. Al lavoro i palombari della Marina Militare. L’area bonificata al 50%.
Sono circa 200 gli ordigni esplosivi – tra proiettili di medio e grosso calibro, bombe, spolette e detonatori – rimossi dai palombari del Gruppo Operativo Subacquei dislocati presso il Nucleo Sdai di Ancona. Durante la bonifica è stata trovata una cassa contenente mille detonatori.
Le operazioni di bonifica dei fondali, imposte dalla Prefettura di Verona, riprenderanno nella seconda metà del mese di maggio. Le aree da ispezionare sono quelle che si trovano ad ovest dell’isola.
Una questione annosa. L’isolotto, lungo 220 metri, venne adibito a deposito munizioni ai tempi della Grande Guerra. Un’esplosione nel 1954 uccise il guardiano e provocò la dispersione in acqua di pericoloso materiale bellico. Venne quindi emesso un divieto di accesso, navigazione, balneazione, immersione e pesca che riguarda l’isola e l’immediato circondario. Ma non tutti rispettano il divieto di approdo. C’è chi, a proprio rischio, va alla collezione di reperti. La questione della pericolosità di questo luogo torna periodicamente alla ribalta. Da anni il Comune di Brenzone ne chiede la bonifica (particolarmente costosa), ma le istituzioni si rimpallano la questione.
L’isolotto bunker (informazioni dal sito bunkerarcheo.it, da cui è tratta anche la foto in alto). Situato a 300 metri dalla riva, quasi di fronte alla località Assenza, il Trimelone nel 1914 divenne un avamposto contro l’Impero Austro-Ungarico. L’armamento era basato su tre cannoni da 120/40 A. A partire dagli anni Trenta, le strutture vennero utilizzate da un’impresa privata per lo scaricamento di materiale esplosivo di origine bellica. Una spaventosa deflagrazione avvenuta la notte del 5 ottobre 1954 distrusse il corpo principale dell’opera e disperse nell’area limitrofa tonnellate di materiale esplosivo.
In conseguenza di ciò le acque circostanti furono interdette alla navigazione, alla balneazione ad alla pesca. I lavori per la messa in sicurezza dell’area sono proceduti con lentezza. Attualmente le operazioni di bonifica sono completate per quanto riguarda la superficie ed i fondali fino ad una decina di metri di profondità ed hanno portato al ritrovamento di migliaia di ordigni, fra cui alcuni proiettili a caricamento speciale.
Una volta ultimate i lavori, potrebbe prendere avvio il progetto dell’amministrazione comunale di adibire l’isola a museo sulla Grande Guerra.
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