DESENZANO – Interrogazione del Movimento 5 Stelle sullo sversamento di combustibile nelle acque del lago. La perdita da un battello? I grillini chiedono chiarezza.
L’interrogazione, a firma del consigliere Luisa Sabbadini e datata 12 maggio, è stata indirizzata al presidente del Consiglio comunale Andrea Palmerini e al sindaco Dott.ssa Rosa Leso.
Questo il testo:
«Premesso che abbiamo appreso dalla stampa che in data 11 maggio, attorno alle ore 7 del mattino, durante le operazioni di rifornimento di uno dei battelli ormeggiati all’altezza di piazza Matteotti, un guasto avrebbe provocato lo sversamento di combustibile nelle acque lacuali;
considerato che nel mese di luglio 2014 a Desenzano si verificò un analogo sversamento di carburante nelle acque antistanti il porto, nel tratto di lago tra la località Maratona e l’attracco della Navigarda; in tale occasione il Movimento 5 Stelle di Desenzano presentò una interrogazione per fare chiarezza sull’accaduto, ma in quel caso non fu possibile risalire ai responsabili;
dato che secondo l’articolo 452-bis del codice penale, i colpevoli di inquinamento ambientale sono puniti con reclusione da 2 a 6 anni e una multa che va da 10mila a 100mila euro. La reclusione aumenta da 3 a 8 anni se dall’azione incriminata ne conseguono anche lesioni gravi verso terzi, da 4 a 9 anni se le lesioni sono gravissime e, in caso di morte della persona si arriva ad una punizione da 5 a 12 anni. Il limite massimo di reclusione è fissato a 20 anni, quando l’azione lesiva interessa più persone oltre che l’ambiente. La natura del reato è la “compromissione o deterioramento significativi e misurabili dello stato preesistente delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo o di un ecosistema, della biodiversità della flora o della fauna”.
Sono considerati disastri ambientali le alterazioni irreversibili nell’equilibrio di un ecosistema con conseguenze onerose per la sua eliminazione attuabile attraverso provvedimenti eccezionali. Si tratta di reati punibili con la reclusione da 5 a 15 anni, considerando che questi includono anche “l’offesa alla pubblica incolumità con riferimento sia alla rilevanza del fatto per l’estensione della compromissione ambientale che per i suoi effetti lesivi per le persone offese o esposte al pericolo”.
Il fatto è aggravato se commesso in area protetta o se danneggia specie animali e vegetali protette. Se davanti ad un ordinanza del giudice o ad un obbligo di legge, il colpevole non provvede alla bonifica, al recupero o ripristino dello stato naturale dei luoghi compromessi, si va incontro a reato di omessa bonifica, introdotto dalla nuova legge, e punibile con la reclusione da 1 a 4 anni e una multa da 20mila a 80mila euro.
Sono previsti sconti di pena per chi si adopera per il ripristino dello stato dei luoghi. Con la nuova legge viene aggiornato anche il decreto legislativo 231 del 2001 che regola la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni. Per i nuovi eco-reati sono previsti quindi diverse sanzioni, erogabili in quote che vanno da un minimo di 258 euro ad un massimo di 1549 euro: per l’inquinamento ambientale si va da 250 a 600 quote, per il reato di disastro ambientale da 400 a 800, per associazione a delinquere aggravata (sia comune che mafiosa) da 300 a 1000 quote, e infine per traffico e abbandono di materiale radioattivo sono previste sanzioni da 250 a 600 quote.
Tutto ciò premesso chiede al sindaco, alla giunta comunale e agli assessori competenti se sia stata, in questo caso, chiarita la dinamica di quanto accaduto, le circostanze esatte che hanno portato allo sversamento, l’entità dello stesso e del possibile danno arrecato all’ambiente circostante, nonché l’attribuzione delle responsabilità per quanto accaduto.
Quali azioni siano state intraprese da parte dei vari soggetti coinvolti per limitare la propagazione dello sversamento e bonificare la zona interessata dai fluidi introdotti e con quale esito. Quali azioni intende attuare questa Amministrazione, da un punto di vista giuridico, per sanzionare i responsabili di tale sversamento e, visti i precedenti, evitare che episodi analoghi possano verificarsi nuovamente in futuro, per disattenzione o negligenza da parte dei vari soggetti che utilizzano gli spazi lacuali pubblici»