L’idrovolante ritrovato di Agello: il video del relitto
DESENZANO – Ecco le prime, straordinarie immagini dell’idrovolante di Francesco Agello, individuato dai Volontari del Garda negli abissi gardesani, al largo di Desenzano.
L’eccezionale scoperta sarà presentata questa mattina, martedì 17 alla stampa in castello a Desenzano (Gardapost, ovviamente, ci sarà).
Seguirà, il 27 maggio alle 21 a palazzo Todeschini (sala Peler) la presentazione pubblica con la proiezioni del filmato del relitto, di cui vedete qui sotto un’anteprima, pubblicata su youtube dai Volontari del Garda.
[su_youtube url=”https://www.youtube.com/watch?v=BJA5W_fMtzc”]
Nel corso degli ultimi anni il lago di Garda ha visto infittirsi i rinvenimenti di relitti di natanti e di velivoli di interesse storico, recentemente culminati nell’individuazione dell’idrovolante da corsa Fiat C29, matricola 129, uno degli aerei perduti in prova dall’asso italiano Francesco Agello che nel 1934 conseguì un record di velocità internazionale tutt’oggi ineguagliato nell’ambito degli idrocorsa con motore a pistoni.
Per dar conto dell’importante ritrovamento e dei problemi connessi alla tutela e alla valorizzazione dei relitti e reperti subacquei d’interesse storico-archeologico, la Soprintendenza Archeologia della Lombardia, la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Lombardia orientale, il Gruppo Volontari del Garda – Ente Morale di Protezione Civile e l’Associazione Atena CuNaMa, in collaborazione con Guardia Costiera, Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e con il patrocinio del Comune di Desenzano del Garda indicono una conferenza stampa che si terrà presso il Castello di Desenzano del Garda – Salone “Gino Benedetti” – il 17 maggio alle 11.
L’idrovolante in questione si inabissò nel lago il 16 luglio del 1929. Quel giorno, durante un ammaraggio, qualcosa andò storto: forse un’onda anomala fece impennare il velivolo, che aveva ancora una velocità superiore ai 150 km orari, e lo fece ricadere verticalmente, di coda. Il Fiat C.29 si inabissò, mentre Agello venne ripescato indenne dai motoscafi di soccorso.
Da allora, per oltre novant’anni, attorno al Garda si è alimentato il mito dell’idrovolante di Agello, ma nessuno, nonostante diversi tentativi, era riuscito a trovarlo. Fino al 21 febbraio scorso.
La scoperta del relitto
Ecco come i Volontari del Garda raccontano il ritrovamento.
“Il 21 Febbraio del 2016 l’imbarcazione da ricerca Volga 2026 del Gruppo Volontari del Garda era impegnata nelle ricerche estese di un apneista disperso dal mese di Gennaio. La zona era quella del golfo di Desenzano dove era stata ritrovata la boa di segnalazione del disperso.
Sul tracciato sonar dell’imbarcazione apparve una sagoma che era senza dubbio di fabbricazione umana e la successiva ispezione visiva con il robot subacqueo filoguidato (ROV) evidenziò che si trattava dei resti di un velivolo di colore rosso, infisso quasi verticalmente nel fondale con la prorpia coda ai suoi piedi ed un inconfondibile stemma del ventennio sulla fiancata.
Dopo la denuncia del ritrovamento alle autorità competenti (Soprintendenza Archeologia, Soprintendenza Beni Ambientali, Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturare e Guardia Costiera) il Nucleo Sommozzatori del GVG ha interessato in maniera anonima e riservata alcuni esperti del settore per il riconoscimento del velivolo. Le prime immagini girate non erano di grande qualità e non inquadravano soprattutto la porzione di coda che avrebbe poi confermato in modo assoluto l’identificazione ma ugualmente, soprattutto per l’apporto dell’associazione Archeologi dell’Aria, i resti vennero catalogati come quelli appartenenti ad un FIAT C.29.
Una successiva ispezione visiva permise di individuare sui resti della coda la scritta “C.29″ e “129″, attribuendo quindi con certezza assoluta la provenienza del relitto.
Da diversi mesi il Gruppo Volontari del Garda collabora con l’associazione Atena CuMaNa, che ricopre un ruolo pratico ed operativo di grande importanza nella tutela dei relitti storici sommersi dei nostri mari. Grazie a questi contatti da tempo sono in corso progetti con la Soprintendenza Archeologia di Brescia per sviluppare una collaborazione operativa sui ritrovamenti storici ed archeologici nel Lago di Garda che si dovrebbero concretizzare con un protocollo nei prossimi mesi.
A questo punto, in accordo con la Soprintendenza Archeologia della Lombardia, si è deciso di procedere con la diffusione della notizia del ritrovamento senza però ovviamente dare informazioni sulla profondità e sulla posizione dei resti, in modo da ottenere fin da subito un livello di tutela elevato ed evitare episodi di depredazione o pericolose immersioni per visitare il relitto.
Anche il Comune di Desenzano, coinvolto nella gestione del ritrovamento, ha accolto entusiaticamente la notizia attivandosi per mettere a disposizione le strutture per la presentazione alla stampa ed al pubblico della scoperta. Il futuro di questi resti è ora affidato alle istituzioni preposte. Ad oggi, visto il breve periodo intercorso dal ritrovamento, non esistono ancora ipotesi su come procedere per la sua valorizzazione”.
Leggi anche “Garda sommerso: segreti svelati”, per conoscere la storia delle più importanti scoperte effettuate nelle profondità gardesane.
I commenti sono chiusi.