Desenzano Jazz Festival: Ultimo Cielo
DESENZANO – Il sipario di Desenzano Jazz Festival si alza giovedì 30 con il Progetto speciale “Ultimo Cielo”, musiche originali di Battista Lena su videoproiezioni delle opere di Pinot Gallizio.
In questa serata (alle 21.30 in castello, ingresso 10 euro) per la prima volta la Banda cittadina – Ente filarmonico di Desenzano diretta dal M° Guido Poni si esibirà in ambito jazzistico, accompagnando i solisti Battista Lena alla chitarra, Gabriele Mirabassi al clarinetto, Daniele Mencarelli al basso e Marcello di Leonardo alla batteria.
Battista Lena (foto sopra) è attivo dal 1985; inizia in seguito a collaborare con Roberto Gatto con il quale incide 5 Cd. Dal ’91 al ’96 ha fatto parte del quartetto di Enrico Rava sia nella formazione italiana che in quella europea, compiendo numerose tournee e registrando “Rava l’opera va”, miglior disco dell’anno nel referendum della rivista Musica Jazz. Nel 1997 con la Banda di Chianciano Terme ed E. Rava, G. Mirabassi, G. Coscia, E. Pietropaoli e M. Di Leonardo ha realizzato il progetto “Banda Sonora” ottenendo riconoscimenti in Italia e all’estero. Nel 2002 con lo scrittore Marco Lodoli ha realizzato in coproduzione con la Maison de la Culture di Amiens e l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, uno spettacolo e un doppio Cd dal titolo “I Cosmonauti Russi”. Ha inciso per Label Bleu, Bmg, Cam, Egea, Vvj, Fonè. È stato docente di chitarra Jazz ai corsi di perfezionamento di Siena Jazz e ha tenuto seminari al festival “Rumori mediterranei” a Roccella Jonica. Ha insegnato composizione per film al festival internazionale “Strade del Cinema” di Aosta. Dal 2008 al 2012 è stato docente di chitarra Jazz e composizione nella sede di Firenze della New York University.
Il progetto “Ultimo Cielo” nasce da una commissione della Fondation de France tramite il protocollo dei “Nouveaux Commanditaires” (Nuovi Mecenati) dove un’associazione o un singolo cittadino può chiedere un’opera d’arte, un’installazione o una pièce musicale confrontandosi con l’artista nella fase di progettazione. Il confronto fra musicisti amatoriali e professionisti, il percorso di presa di coscienza e responsabilizzazione, non sono un incidente di percorso, un fatto marginale. Insieme al risultato finale, cioè la musica, formano l’opera completa, la vera installazione.
Pinot Gallizio, il grande artista che attraversò come una meteora l’arte italiana e internazionale fra gli anni ’50 e ’60 con straordinarie intuizioni, iniziò come artista che era già quasi anziano, senza quell’aura del predestinato che rappresenta uno dei meccanismi che escludono le “persone normali” dall’esperienza dell’arte. In Gallizio l’arte è un’integrazione della propria esperienza, del proprio modesto agire quotidiano.
Questo è rivoluzionario, oggi più ancora che in passato.
I commenti sono chiusi.