Airbnb nel mirino degli albergatori gardesani
GARDA VERONESE – Indagine sul sommerso turistico. Per Federalberghi Garda Veneto i furbetti inquinano il mercato e danneggiano gli operatori corretti.
«Il sommerso turistico, che noi stiamo combattendo con tutte le nostre forze, cresce senza sosta ed inquina il mercato», dichiara ancora una volta Marco Lucchini, presidente di Federalberghi Garda Veneto (www.federalberghigardaveneto.it), alla lettura del rapporto realizzato e diffuso da Federalberghi nazionale con la collaborazione tecnica di Incipit e Inside Airbnb.
In attesa di poter avere a disposizione anche le liste degli annunci pubblicati sui grandi portali, affinché vengano svolti gli opportuni controlli sulle attività irregolari, l’indagine mette in evidenza che, solo sul portale di Airbnb, nel mese di agosto 2016, nei 10 comuni del Garda Veneto si proponevano 787 alloggi di cui il 76,5% riferiti ad interi appartamenti; 68,9% disponibili per più di sei mesi; il 61,9% gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio.
Questi dati fanno riflettere sul fenomeno della Sharing Economy che, nata con l’intento di aiutare le famiglie ad incentivare il reddito familiare, ha modificato la sua funzione primaria fino a far nascere delle vere e proprie imprese, spesso non dichiarate agli organi di competenza, quindi senza regole, senza controlli e senza oneri.
«Questa inchiesta – prosegue Lucchini – ci presenta dati inequivocabili che smascherano le grandi falsità di questa Sharing Economy. Innanzitutto non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare: la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno; non è vero che si tratta di attività occasionali: la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno; non è vero che si tratta di forme integrative del reddito: sono attività economiche a tutti gli effetti, che molto spesso fanno capo ad inserzionisti che gestiscono più alloggi; non è vero che le nuove formule compensano la mancanza di offerta: in una località turistica come quella del Lago di Garda, l’offerta alberghiera ed extralberghiera ufficiale è più che sufficiente a rispondere alla domanda del mercato turistico. Ne consegue che non solo il consumatore viene ingannato, ma soprattutto, e secondo me questo è l’aspetto più grave, vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività, del mercato. Già nei mesi scorsi abbiamo denunciato a gran voce, anche attraverso gli organi di stampa, l’insinuarsi di questo fenomeno sul lago di Garda che comporta rischi per la sicurezza sociale, evasione fiscale e lavoro in nero e abbiamo richiesto la piena collaborazione dei Comuni ai quali le nostre Associazioni Albergatori hanno inviato una lettera dove si auspicava la definizione di nuove e condivise regole, capaci di mettere a fuoco con chiarezza il fenomeno e contrastare gli abusi, a favore della sicurezza degli ospiti e degli stessi abitanti».
Va detto che molti sindaci del territorio hanno avviato delle verifiche con interessanti risultati, «ma secondo noi – conclude il presidente di Federalberghi Garda Veneto – l’azione potrebbe avere una maggiore efficacia e incisività se queste attività fossero coordinate e i risultati messi a confronto in modo da facilitare il lavoro di tutti. Da qui la nostra disponibilità a sederci attorno ad un tavolo con tutti gli amministratori e organi di controllo. Una collaborazione tra Comuni e Associazioni nel contrasto all’illegalità garantirebbe, tra l’altro, maggiori tributi locali alle casse comunali e quindi a disposizione della comunità intera. Il nostro impegno, conclude Lucchini, è volto a tutelare tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza».
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