Corsini a Salò per il no. Il Pd rifiuta il contraddittorio
SALÒ – Incontro informativo sul referendum costituzionale del 4 dicembre. Relaziona il senatore Paolo Corsini, che sostiene il “No”. Pd provinciale e “Comitato bresciano per il Si” negano il contraddittorio.
L’incontro, intitolato “L’azzardo costituzionale”, ha luogo sabato 19 novembre alle 16.30 al centro sociale “I Pini”, in via Montessori ed è promosso dal circolo Arci e dalla sezione Anpi di Salò. Introduce il prof. Gianpaolo Comini.
«Avremmo voluto fare un incontro in contraddittorio – spiega lo stesso Comini – con qualcuno al sostegno del SI, ma sia la segreteria provinciale del PD che il Comitato bresciano per il SI si sono sottratti, non accogliendo l’invito ad un confronto. Evidentemente, come sta capitando in generale in tutta la Provincia, preferiscono organizzare incontri di sola propaganda del SI senza un vero confronto. Per chi come me è stato coordinatore del neonato circolo del PD di Salò – da cui mi sono allontanato nel 2013, dopo il siluramento di Prodi, il padre dell’Ulivo, alla Presidenza della Repubblica, e il tradimento del voto politico del 2013, per cui il PD aveva chiesto un voto per un governo e un programma di centrosinistra, ove non c’era nessuna previsione di riforma costituzionale – è davvero triste constatare che un partito che si chiama democratico, non accetta neppure il confronto con un proprio esponente che dissente rispetto ad una riforma mal fatta, abbinata ad una riforma elettorale ancora peggiore, che verrà bocciata dalla Consulta, come già per il “Porcellum”».
Comini, infine, ricorda cosa sta scritto nel “Manifesto dei valori del PD” approvato nel 2009 all’indomani della sua nascita:
«La sicurezza dei diritti e delle libertà di ognuno risiede nella stabilità della Costituzione, nella certezza che essa non è alla mercé della maggioranza del momento, e resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Partito Democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità, a metter fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza, anche promuovendo le necessarie modifiche al procedimento di revisione costituzionale. La Costituzione può e deve essere aggiornata, nel solco dell’esperienza delle grandi democrazie europee, con riforme condivise, coerenti con i princìpi e i valori della Carta del 1948,confermati a larga maggioranza dal referendum del 2006».
«Mi pare evidente – il commento del prof. Gianpaolo Comini – che questi principi sono stati stracciati; non c’entra il Governo, ma una riforma mal fatta, che anche molti che la sosterranno lo fanno per altre ragioni, turandosi il naso, come ho sentito dire da Beppe Severgnini»
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