Wedding in Arco: castello e casinò aprono ai matrimoni
ARCO – “Wedding in Arco” è il progetto dedicato a turisti e residenti su matrimoni e unioni civili. Si potrà dire “si” anche al Casinò municipale e al castello.
Al progetto l’Amministrazione comunale sta già lavorando da qualche tempo e conta di rendere operativo entro la primavera del 2017: sarà possibile sposarsi (o contrarre un’unione civile) non solo nella sala affrescata «Santoni» di palazzo Marcabruni-Giuliani (già utilizzata finora per i matrimoni dei residenti), ma anche al Casinò municipale (tre le opzioni: sala «Conti d’Arco», veranda liberty e Salone delle Feste) e – la location certo più suggestiva – al castello (nel prato della Lizza o nella Sala dei Giochi).
L’annuncio durante una conferenza stampa con il sindaco Alessandro Betta, il vicesindaco Stefano Bresciani e l’assessora al turismo Marialuisa Tavernini per l’Amministrazione comunale; per Amsa (Azienda municipale sviluppo Arco) il presidente Renato Veronesi e il vicepresidente Federico Chincarini; per l’APT Garda Trentino il presidente Marco Benedetti.
Oltre 380 milioni di euro di fatturato in un anno: è il valore economico del wedding tourism in Italia, secondo quanto emerso dai numeri di «Destination Weddings in Italy», la ricerca sul turismo dei matrimoni degli stranieri in Italia nel 2015, realizzata dal Centro studi turistici di Firenze.
L’anno scorso il mercato del wedding tourism in Italia ha generato 7.043 eventi, con una media di 53.998 euro di spesa ad evento, per un totale di 380,3 milioni di euro di fatturato stimato, per 333.823 arrivi e 1.145.683 presenze, con una media di 47 invitati ad evento. Le coppie di sposi sono arrivate da Regno Unito (26,4%), Usa (20,7%), Australia (8,4%), Irlanda (5,4%), Germania (4,9%), Canada (4,6%), Russia (3,3%), Francia (3,0%), Brasile (2,4%) e Svizzera (1,9%). La regione più ambita è stata la Toscana con il 32,1% del mercato e un fatturato di 122,7 milioni di euro.
Per il Comune di Arco – primo in Trentino a mettere in campo un simile progetto – non si tratta solo di ottenere entrate per le casse pubbliche, ma anche di creare un volano economico a beneficio del territorio, legato al notevole indotto dei matrimoni turistici (in particolare, ristorazione, ricettività e servizi annessi).
I costi andranno indicativamente da 550 euro (per palazzo Marcabruni-Giuliani e per la sala «Conti d’Arco» al Casinò) fino ad un massimo di 1500 euro (al castello e al salone delle feste del Casinò di domenica). Sono previste agevolazioni per i residenti. Come termine di riferimento, il Comune di Malcesine celebra ogni anno circa 300 matrimoni turistici, numeri che Arco si stima potrà potenzialmente raggiungere nel giro di 3-5 anni. In prospettiva il progetto sarà ampliato con l’offerta di pacchetti turistici, molto richiesti dagli sposi esteri, e – opzione da valutare – con il ricorso ad agenzie specializzate, tour operator e professionisti di settore «wedding planner» (le quali sostanzialmente si offrono di portare un considerevole numero di clienti), in grado di veicolare flussi turistici su questa motivazione di vacanza, sempre più richiesta in Italia.
Ad Arco ci si potrà sposare tutti i giorni della settimana e tutto l’anno, con l’eccezione del castello, dove il periodo va da aprile a settembre, più marzo e ottobre quando le condizioni meteo lo permettano. Il progetto ha già suscitato un forte interesse da parte degli operatori del settore. Alla definizione del progetto ha concorso l’APT Garda Trentino che, oltre a seguire l’attività promozionale, predisporrà sul sito web www.gardatrentino.it una sezione dedicata con possibilità di booking.
Il progetto è nato nell’ambito di una consulenza prestata gratuitamente da Paolo Borroi (rivano, noto esperto nel mondo turistico italiano nel campo dello sviluppo di brand territoriali, marketing e management di destinazioni turistiche), che s’è tradotta in una serie di proposte. Una di queste, quella appunto quella del «prodotto matrimoni turistici», è stata valutata dalla Giunta come interessante e meritevole di approfondimento, con lo sviluppo del progetto nella sua complessità. Un problema subito riscontrato è l’impossibilità del Comune di far fronte alla mole di lavoro richiesto, sia per l’Ufficio dello Stato Civile sia per il cantiere comunale, che è stato risolto chiamando a collaborare – oltre a Borroi in qualità di project manager esterno – la società pubblica Amsa, a sua volta interessata all’indotto che si verrà a creare.
Il progetto ha comportato la modifica del Regolamento comunale, che ad oggi non prevede la possibilità di matrimoni nelle location diverse dalla sala Giunta in municipio e dalla sala Santoni di palazzo Marcabruni-Giuliani. Già approvato (all’unanimità) dalla Commissione consiliare per i regolamenti, sarà sottoposto al vaglio del Consiglio comunale nella seduta del 21 dicembre. Tra l’altro, le nuove norme del Regolamento prevedono che oltre a sindaco e assessori (com’è ad oggi), possano officiare i matrimoni anche nuovi ufficiali di stato civile appositamente formati, che saranno amministratori e collaboratori di Amsa.
Il progetto Wedding in Arco rientra in un piano di sviluppo ben più articolato di ottimizzazione dell’immagine turistica arcense (tecnicamente definito «brand refresh») che ha l’obiettivo di uno sviluppo armonico e articolato degli «altri turismi» della città.
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