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Anche un quadro (brutto) di Hitler in mostra a Salò

SALÒ – Tra i tanti spunti che offre il Museo della Follia inaugurato a Salò, farà certo discutere il quadro di Hitler, esposto in anteprima mondiale.

L’allestimento presenta opere e installazioni di artisti la cui mente, attraversata dal turbamento, ha dato vita ad un’arte allucinata e visionaria.

Frutto di una follia distruttrice e non creatrice è, invece, l’olio esposto in mostra in anteprima mondiale, opera di Adolf Hitler, di proprietà di un collezionista privato di Berlino che ha chiesto di restare anonimo.  

Hitler disse all’ambasciatore britannico Neville Henderson: «Io sono un artista e non un politico. Una volta che la questione polacca sarà risolta, voglio finire la mia la vita come un artista».

In realtà, anche come artista, Hitler valeva davvero poco.

Lo psichiatra Paolo Crepet, in occasione della presentazione della mostra, lo ha definito «il più grande internatore della storia, impersonificazione della totalità del male».

Il quadro apre la sezione “I pazzi politici”, curata dal direttore del MuSa, Giordano Bruno Guerri, che analizza la relazione tra manicomi e politica nel periodo fascista: l’internamento civile in queste strutture riguardava spesso soggetti considerati pericolosi per il regime. Ricoverarli all’interno dei manicomi era la maniera più semplice per renderli inoffensivi, per neutralizzarli, evitando processi che avrebbero messo in luce la loro innocenza.

Ammette Guerri che «come pittore Hitler non era un granché», ma certo la presenza del quadro in quella sezione ha un valore simbolico più che artistico.

Il valore artistico del quadro di Hitler è stroncato anche dal critico Vittorio Sgarbi: «Non sembra il dipinto di un dittatore, ma di uno sfigato!».

Il critico d’arte Vittorio Sgarbi e lo psichiatra Paolo Crepet in occasione della presentazione del Museo della Follia.

Info: www.museodellafollia.it

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GardaPost