Chi ha scolpito il crocifisso del Duomo di Salò?
SALÒ – Da sempre attribuito a Giovanni Teutonico, il crocifisso del Duomo di Salò definito dal Mantegna «uno de’ più be’ crocifissi d’Italia» fu scolpito da altro autore.
La scoperta sarà resa nota in occasione della presentazione del libro della storica dell’arte Sara Cavatorti “Giovanni Teutonico. Scultura lignea tedesca nell’Italia del secondo Quattrocento” (ed. Aguaplano, Passignano s.T., 2016), promossa dall’Ateneo di Salò in collaborazione con la Parrocchia di Santa Maria Annunziata.
L’iniziativa, che si svolgerà in Duomo, sabato 22 aprile alle ore 16.30, intende offrire, a un pubblico interessato, il risultato di un approfondito studio sull’artista tedesco, ritenuto fino a pochi anni fa autore dell’imponente crocefisso ligneo conservato nella Cattedrale salodiana, e sull’opera scultorea di eccellenti artisti germanici a lui contemporanei.
Il capolavoro esposto nel Duomo, eseguito con raffinata tecnica d’intaglio e altrettanta eccellente sensibilità e capacità pittorica, gode ancora oggi del riflesso di un sapiente e sottile restauro svoltosi negli anni 1979-1981. Gli studi più recenti e comprovati attribuiscono la scultura, di rara intensità espressiva, al tedesco fra’ Paolo Moerich.
Ad illustrare l’opera interverranno l’autrice Sara Cavatorti e Angelo Loda, docente di Storia dell’Arte e funzionario della Soprintendenza di Brescia.
Il volume (Isbn: 9788897738763; Pagine: 344; prezzo 30 euro; acquistalo qui) ricostruisce la vicenda umana e artistica dello scultore Giovanni Teutonico, figura tra le più dibattute nel panorama degli studi dedicati alla statuaria in legno del Rinascimento. Intorno al capolavoro del maestro tedesco, il Crocifisso di San Pietro a Perugia datato 1478, si raccoglie un nutrito corpus di opere distribuite principalmente tra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, mentre il profilo biografico dello scultore viene ricostruito sulla base di documenti d’archivio inediti che dirimono le questioni cruciali della provenienza e dell’identità dell’artista. Ampio spazio è dedicato alla bottega di Teutonico, alla sua organizzazione interna e ai possibili rapporti che questa intrattenne con altre di medesima estrazione culturale: il tentativo è quello di ricostruire il dinamico scenario delle maestranze tedesche presenti in Italia centrale nella seconda metà del XV secolo, anche attraverso la compilazione di un nutrito repertorio, suddiviso in sei sezioni e corredato di informazioni sui restauri e le tecniche esecutive.
L’autrice Sara Cavatorti, laureata in Storia dell’arte all’Università degli Studi di Perugia dove sta concludendo il dottorato in Scienze Umane, ha svolto un anno da assegnista di ricerca incentrando i suoi studi sulla scultura lignea tedesca nell’Italia del secondo Quattrocento. Ha collaborato alla realizzazione di cataloghi di collezioni museali – Museo d’Arte Sacra di Orte e Collezione Alessandro Marabottini – e di cataloghi di mostre – Fece di scoltura di legname e colorì. La scultura del Quattrocento in legno dipinto a Firenze, Firenze, Galleria degli Uffizi, 21 marzo-28 agosto 2016. Ha pubblicato articoli e organizzato convegni inerenti al patrimonio artistico del Rinascimento e del Barocco tra Umbria, Marche e Lazio settentrionale.
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