Sos palme sul Garda, piante sotto attacco della tignola killer
LAGO DI GARDA – L’infestazione delle palme del Garda da parte del lepidottero Paysandisia archon ne sta uccidendo centinaia, anche secolari, nei più bei giardini del lago.
L’allarme è lanciato da Fiorenzo Pandini, agronomo bresciano (www.fiorenzopandini.it): «C’è chi le odia e c’è chi le ama, ma certamente le palme non meritano le traversie che stanno subendo in questi anni nei nostri giardini più belli. A dar man forte al famelico punteruolo rosso è ora arrivata dalla giungla amazzonica anche la grande tignola, la Paysandisia».
I primi casi di morte improvvisa delle palme gardesane sono stati segnalati a Maderno, Padenghe e Bogliaco già nel 2013. Si pensava al famoso punteruolo rosso, ma ben presto gli agronomi hanno riconosciuto la presenza di un altro insetto, appunto la Paysandisia archon, detta anche grande tignola delle palme.
«Lungo la gardesana – dice il dott Pandini – la mortalità interessa nel 95% dei casi le palme del genere Chamaerops e Trachycarpus, le predilette da questa farfalla, e oggi conta quasi mille casi nel tratto tra Padenghe e Toscolano. In Europa l’insetto è stato rinvenuto come prima comparsa in Spagna nel 2001 e da qui si è diffuso in tutto il bacino mediterraneo. Oggi è da considerare diffuso in tutta l’Italia ma soprattutto nelle zone a clima mite dove le palme abbondano. La femmina depone un centinaio di uova, distribuendole su 10-20 palme diverse; una sola femmina può perciò infestare tutte le palme di un giardino. Le uova schiudono dall’inizio dell’estate e subito le giovani larve penetrano lo stipite rodendone le foglie. Lo svernamento avviene allo stadio di larva e, nella primavera successiva, si forma la crisalide in un bozzolo di fibre vegetali, escrementi e seta con fuori uscita dell’adulto all’inizio dell’estate».
Il danno è enorme. «Il danno causato da questo parassita -dice l’agronomo – può essere più o meno grave in funzione del numero di larve presenti nella “testa” della palma. Sulle palme del genere Chamaerops e Trachycarpus, la presenza di una mezza dozzina di larve uccide la pianta in 2-3 anni. Il rischio per i giardini e i parchi del Garda è perciò enorme e difficilmente risolvibile perché le comuni irrorazioni insetticide sono inefficaci».
Come difendersi? «La salvaguardia dei nostri giardini – continua Pandini – non può prescindere da un attento controllo diagnostico sulle condizioni fitosanitarie delle palme. Per tale motivo gli agronomi bresciani hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione finalizzata ad attivare i controlli fitosanitari e a sopprimere i focolai esistenti. Va detto intanto che la difesa richiede una precisa diagnosi perché le palme soffrono altri parassiti e perciò l’improvvisazione nelle cure può dare fallimenti totali. Secondo punto: in caso di Paysandisia la cura richiede speciali iniezioni insetticide nel sistema vascolare della pianta o anche applicazioni nel suolo con palo iniettore direttamente nella zona radicale».
Quanto possibilità di sopravvivenza ha una pianta colpita? «Le possibilità di risanamento e recupero – conclude Pandini – delle palme infestate ci sono, ma risulta necessario utilizzare l’insetticida specifico, con il mezzo adeguato e sulle giovani larve neonate. Va detto infine che la negligenza in tal senso è “vietata” per legge perché la lotta alla tignola della palma è obbligatoria secondo decreto del Ministero delle Politiche Agricole in recepimento della direttiva comunitaria».
I commenti sono chiusi.