Controllo della volpe nel rispetto della legge
BRESCIA – In merito alle notizie sui programmi di contenimento della volpe sulle colline del Garda bresciano, ecco le precisazioni dell’Ufficio Caccia della Provincia di Brescia.
«In merito alle notizie apparse sulla stampa locale – precisa la Provincia – che segnalano che su tutta la zona delle colline del Garda bresciano è stata autorizzata la caccia alla volpe al fine di eradicare la specie, la Provincia di Brescia precisa che sul nostro territorio, come in tutta la Regione Lombardia e in tutta Italia, la caccia alla volpe è consentita dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio (articolo 18 comma 1, lettera b della legge 157/92).
L’Ambito Territoriale Unico di Caccia ha proposto un piano di controllo della volpe all’Ufficio Territoriale Regionale di Brescia (UTR), che ha inoltrato la documentazione e richiesto parere a ISPRA, la cui risposta è stata positiva.
UTR Brescia ha quindi approvato con un decreto dirigenziale (3276 del 23.03.17) il controllo della volpe nella zona del Garda, attraverso cacciatori abilitati e formati dalla Polizia Provinciale, ai sensi dell’art. 41.
“La Provincia di Brescia – ha dichiarato il Presidente Pier Luigi Mottinelli – sta operando in un ambito di competenza regionale secondo le indicazioni e le regole stabilite dalla Regione stessa”.
Si ricorda che l’Ambito Territoriale Unico di Caccia ha avviato nell’ultimo anno un percorso di riqualificazione del patrimonio faunistico, ponendo particolare attenzione allo sviluppo delle potenzialità delle Zone di ripopolamento e cattura (ZRC) e delle Zone di rifugio e ambientamento (ZRA), con ragguardevoli sforzi sia in termini di personale impiegato sia per quanto concerne le risorse economiche.
“Tra gli obiettivi gestionali – ha dichiarato il Consigliere Diego Peli – ci sono la progressiva riduzione delle immissioni di fauna selvatica d’acquisto, interventi di miglioramento ambientale in particolare nelle aree destinate alla riproduzione della fauna selvatica (ZRC e ZRA), riduzione dei fattori che incidono negativamente sulla dinamica di popolazione delle specie di interesse venatorio e il miglioramento delle conoscenze delle popolazioni di fauna selvatica, con particolare riferimento a lepre, fagiano e volpe”.
Per la lepre, in particolare, si sta predisponendo uno specifico progetto di ricerca su ecologia e demografia attraverso marcatura con radiocollari VHF e monitoraggio tramite radio-tracking.
Tra i fattori che incidono negativamente sulla dinamica di popolazione delle specie selvatiche c’è l’azione svolta dai predatori, in particolare dalla volpe.
Il piano di controllo ha quindi previsto di incrementare il successo riproduttivo e delle consistenze di alcune specie di interesse gestionale, attivare di azioni di controllo conservativo del predatore, con un’impostazione capace di conciliare l’esigenza del contenimento della pressione predatoria esercitata dalla volpe con quella della sua conservazione a livello di specie, limitando impatti negativi su altre specie.
Il piano prevede inoltre la programmazione delle azioni di controllo in modo puntuale, concentrando gli interventi su contesti geografici che consentano l’applicazione di tassi di prelievo adeguati a prefissati obiettivi gestionali. (4 ZRC e 12 ZRA). E’ infine assicurato un attento monitoraggio dei risultati degli interventi, sia in termini di variazione della consistenza della volpe, sia di aumento di consistenza e successo riproduttivo delle specie di interesse gestionale, in modo da permettere una costante valutazione dei risultati conseguiti.
Si precisa infine che non è corretta l’informazione data alla stampa secondo la quale il numero dei capi da abbattere è imprecisato: “Il limite iniziale previsto di capi da prelevare è 300 – ha spiegato Peli – ma tale numero potrebbe subire variazioni, in base ai censimenti e ai monitoraggi in itinere”.
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