Selva Capuzza: le cento vendemmie della famiglia Formentini
SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA – Quest’anno sarà la centesima vendemmia della famiglia Formentini, vignaioli di Selva Capuzza. Una storia di passione, identità, salvaguardia di territori e culture.
«Cento anni – scrivono i responsabili dell’azienda (cantina, ma anche ristorante e agriturismo) situata nel bel mezzo dell’anfiteatro morenico a sud del Lago di Garda – che hanno visto quattro generazioni dedicarsi alla produzione vinicola con crescente consapevolezza del significato e della responsabilità di questo mestiere. Cento anni nei quali abbiamo cercato di lasciare impronte il più possibile positive e leggere, offrendo il nostro contributo per la protezione dei sapori di questi luoghi, fatti di cultura, storia, ambiente, paesaggio, identità e persone».
La storia: da Hirundo alle Cantine Colli a Lago
L’origine storica delle Cantine Colli a Lago risale al 1908, quando il Conte Bonmartini fondò le allora denominate Cantine “Hirundo”. Hirundo, dal latino hirundo-is, significa rondine.
Il Conte scelse questo nome a sottolineare come, tra i movimenti migratori delle rondini ed i due appuntamenti fondamentali della produzione vinicola, esistesse una antica affinità. Infatti la vendemmia di settembre coincide con la loro discesa verso il caldo sud e l’imbottigliamento primaverile con il loro ritorno. Queste colline sono ancora adesso luogo di sosta del migrare delle rondini.
Da quando l’azienda Hirundo passò di proprietà della famiglia Formentini, attiva dal 1917 nella vitivinicoltura, fu cambiato il suo nome con l’attuale Colli a Lago. Il nome storico venne riservato alla produzione degli spumanti, per il quale il nome Hirundo è riconosciuto come uno dei marchi storici del Lago di Garda.
Da allora le Cantine Colli a Lago guidate da Vincenzo Formentini – enologo di scuola albese – firmarono alcuni momenti importanti dell’enologia della zona: lo sviluppo degli spumanti ottenuti con il vitigno Lugana, l’ideazione di un vino da fine pasto ottenuto con il vitigno Tocai (oggi Tuchì), che portò fino alla DOC San Martino della Battaglia “Liquoroso”, la fiducia data alla produzione di Lugana in purezza e la riscoperta del Tocai (sempre della DOC San Martino della Battaglia) attraverso lo studio e la selezione clonale del vitigno.
Questi vini sono presenti in diverse parti del mondo, dove vi sono ristoratori e appassionati che amano trovare nel vino l’espressione di una identità territoriale e di uno stile produttivo orientato alla eleganza ed all’armonia.
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Info: www.selvacapuzza.it.
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