Linfano, associazioni contro la cementificazione
ARCO – Le Associazioni ambientaliste della Busa chiedono la salvaguardia delle aree verdi di Linfano: «La zona rimanga agricola, nessuna edificazione!».
Ecco il comunicato di Italia Nostra, WWF, Amici della Terra Alto Garda, Comitato Sviluppo Sostenibile, Comitato Salvaguardia Olivaia e Associazione Riccardo Pinter.
«La storia del tentativo di speculare sul Linfano inizia quando il mondo era molto diverso, nel 1971 col piano di fabbrica di Arco che prevedeva 180.0000 metri cubi.
Il Piano Urbanistico Comprensoriale (Arco Porto) aveva, si fa per dire, ridotto le volumetrie a 130.000 metri cubi.
Poi però a salvare questa zona pregiata è intervenuta a più riprese la Giunta Provinciale, spinta anche dalle sollecitazione ambientaliste e dalla legge Galasso n. 431/1985 a protezione delle aree lacustri, che annulla (1985) un progetto di lottizzazione, approva misure di salvaguardia (1986) e, sulla scorta del parere della Commissione urbanistica provinciale (Determinazione n. 28 del 10.05.1990) che propone la creazione di una zona agricola con totale eliminazione delle prerogative edificatorie della zona, stralcia l’edificabilità dell’area dal Piano Urbanistico Comprensoriale del 1991.
Ma per l’area del Linfano non c’è pace, nella fase di elaborazione del P.R.G. di Arco (1998) viene nuovamente inserita una qualche edificabilità, ancora una volta interviene la Commissione urbanistica provinciale relazione n. 7 del 19 marzo 1999 proponendo “di stralciare ogni previsione espansiva sia in termini di ampliamento delle strutture esistenti che soprattutto di nuove aree edificabili in tutto l’ambito del Linfano rinviando a un piano attuativo la definizione dei possibili usi di questa fragilissima porzione di territorio, sulla base di criteri e indirizzi tese non solo alla salvaguardia delle scarse aree ancora libere in fascia lago, ma a incrementarle trasferendo le attività esistenti oltre la strada statale” .
Conseguentemente, la Giunta Provinciale in fase di approvazione del P.R.G. del 2000 modificava d’ufficio l’art. 71 delle n.t.a. cancellando le previsioni di nuovi volumi, e prevedendo solo il trasferimento in fascia nord delle attività esistenti a sud.
Quando AMSA decise di acquistare le aree del Linfano nel 2000 – è opportuno ricordarlo anche al sindaco di Arco, la cui memoria sembra vacillare sul punto – non erano edificabili. Ma soprattutto la Provincia bene due volte ne aveva rilevato l’importanza ambientale impedendone l’edificazione.
Nonostante ciò nel 2003 Renato Veronesi, allora sindaco, con una variante inserì ex novo l’edificabilità di 20.000 metri cubi: purtroppo in quell’occasione la provincia si distrasse. Ricordiamo anche che quei 20.000 metri cubi sono già stati realizzati, e sono l’attuale Garda Thermae.
Arrivando ai giorni nostri ecco che l’Amministrazione di Arco ci riprova sulla restante area a sud di quella già edificata dal Domenichelli.
Di recente abbiamo assistito con piacere all’intervento dell’assessore provinciale all’Urbanistica Daldoss che riprendeva l’Amministrazione comunale e sottolineava come la presenza di Veronesi fosse un “elemento di disturbo”.
Conseguentemente ci aspettavamo che la Provincia si assumesse, come in passato, il compito di preservare i beni degli abitanti dell’Alto Garda in coerenza con i pareri delle CUP, ma anche del Piano Urbanistico Provinciale che individua espressamente tra le criticità per il turismo l’eccessiva urbanizzazione e antropizzazione dei comuni di Arco e Riva, purtroppo dai giornali sembrerebbe che il Comune di Arco sia riuscito a mercanteggiare parecchi metri cubi.
È questo, assessore Daldoss, che è avvenuto? Se così fosse non solo si butterebbero nel cestino i pareri delle varie commissioni urbanistiche, ma si vanificherebbero le premesse della sua stessa legge provinciale che prevede, certo timidamente ma chiaramente, di limitare il consumo di suolo, come ormai si fa nei paesi più avanzati.
Auspichiamo di non essere lasciati soli in balia di una amministrazione che vede ancora nel cemento una via di sviluppo.
Il Linfano è una delle poche aree agricole attigue al lago e dunque il ruolo della Provincia è fondamentale per far comprendere agli amministratori locali come la Busa non possa più permettersi la creazioni di altre aree edificabili, pena la perdita irreversibile della sua identità.
Diversamente non potremmo, nell’interesse collettivo, che ricorrere alla Magistratura, per tentare di tutelare ciò i nostri politici non proteggono».
Firmato: Italia Nostra sez. trentino – WWF sez. trentino – Amici della Terra Alto Garda – Comitato Sviluppo Sostenibile – Comitato Salvaguardia Olivaia – Associazione Riccardo Pinter.
Ricordiamo infine che ad Arco è in programma questa sera, lunedì 4 settembre a Palazzo dei Panni, con inizio alle 20, un incontro indetto dall’Amministrazione comunale sulla Variante del Piano regolatore generale per la ridisciplina dell’area di Linfano (leggi qui).
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