Residuo fiscale e proteste. Verso il referendum di domenica
SALÒ – Il nord versa allo Stato più di quanto riceve. Volantino di protesta a Salò, dove il “residuo fiscale” ammonta a 57,2 milioni, ovvero 5.380 euro a cittadino, neonati e ultracentenari compresi.
Si è parlato nei giorni scorsi sulla stampa del cosiddetto “residuo fiscale“, in seguito alla diffusione di alcuni dati elaborati dalla Associazione Artigiani e Piccole Imprese Cgia di Mestre (www.cgiamestre.com) che in vista del referendum di Lombardia e Veneto in programma domenica 22 ottobre (si vota dalle 7 alle 23), ha condotto uno studio accurato sul tema.
Cos’è il residuo fiscale? In buona sostanza è la differenza tra tutte le entrate (fiscali e di altra natura, come alienazione di beni patrimoniali pubblici e riscossione di crediti) che le Pubbliche Amministrazioni (sia statali che locali) prelevano da un determinato territorio e le risorse che in quel territorio vengono spese o, meglio, investite.
Le tasse che paghiamo vanno a coprire le spese pubbliche dello Stato (dal mantenimento del Parlamento agli stipendi degli insegnanti), a pagare il debito pubblico nazionale, ma anche a sostenere le zone più povere di altre. E visto che la Lombardia è tra le Regioni più ricche, qui il residuo fiscale è maggiore.
Ogni cittadino lombardo versa sul “conto corrente” del resto del Paese, più di 5.500 euro all’anno, per un totale di 53,9 miliardi di euro. Neonati e ultracentenari inclusi.
Attenzione non si tratta di pressione fiscale (la Lombardia è comunque la regione più “tartassata” d’Italia: nel 2015 ogni residente di questo territorio, sempre neonati e ultracentenari compresi, ha mediamente corrisposto al fisco 11.898 euro), ma appunto del residuo fiscale.
Secondo elaborazioni da Unioncamere veneto su dati Conti Pubblici Territoriali (clicca qui per saperne di più) il residuo fiscale pro capite ammonta a 5.641 euro in Lombardia, 3.988 euro in Emilia Romagna, 3.446 euro in Veneto, 2.231 euro in Piemonte, 2.272 euro nella Provincia autonoma di Bolzano, 865 euro nel Lazio, 1.90.2 euro in Toscana, 1.467 euro in Liguria, 646 in Valle d’Aosta, 400 in Umbria, 332 euro nella Provincia Autonoma di Trento, 306 in Friuli Venezia Giulia, 32 in Campania.
Nelle altre Regioni, dove il territorio riceve più di quanto versa, il valore è negativo: – -286 euro in Abruzzo, -1.240 euro in Puglia, -1.409 euro in Molise, -1.474 in Sicilia, -1.527 euro in Basilicata, -2.786 euro in Sardegna, -3-015 in Calabria.
Per quanto riguarda il bresciano, la sola Brescia città ha un residuo fiscale che supera il miliardo di euro, secondo solo a Milano. Ecco i dati sul residuo fiscale relativo ai Comuni del Garda bresciano.
Bedizzole 12.337 abitanti – r. fiscale 66.369.227 euro
Calvagese della Riviera: 3.569 abitanti – r. fiscale 19.200.111 euro
Desenzano del Garda: 28.856 abitanti – r. fiscale 155.236.314 euro
Gardone Riviera: 2.652 abitanti – r. fiscale 14.266.936 euro
Gargnano: 2.878 abitanti – r. fiscale 15.482.746 euro
Limone sul Garda: 1.164 abitanti – r. fiscale 6.261.958 euro
Lonato del Garda: 16.307 abitanti – r.o fiscale 87.726.593 euro
Magasa: 133 abitanti – r. fiscale 715.499 euro
Manerba del Garda: 5.308 abitanti – r. fiscale 28.555.391 euro
Moniga del Garda: 2.544 abitanti – r. fiscale 13.685.930 euro
Padenghe sul Garda: 4.543 abitanti – r. fiscale 24.439.928 euro
Polpenazze del Garda: 2.623 abitanti – r. fiscale 14.110.925 euro
Puegnago del Garda: 3.406 abitanti – r. fiscale 18.323.222 euro
Roè Volciano: 4.551 abitanti – r. fiscale 24.482.966 euro
San Felice del Benaco: 3.413 abitanti – r. fiscale 18.360.880 euro
Sirmione: 8.217 abitanti – r. fiscale 44.204.907 euro
Soiano del Lago: 1.895 abitanti – r. fiscale 10.194.511 euro
Tignale: 1.232 abitanti – r. fiscale 6.627.777 euro
Toscolano Maderno: 7.969 abitanti – r. fiscale 42.870.744 euro
Tremosine sul Garda: 2.119 abitanti – r. fiscale 11.399.562 euro
Valvestino: 186 abitanti – r. fiscale 1.000.622 euro
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