Cluster Garda, task force scientifica per salvare il lago
VERONA – Sabato 28 a Verona l’evento “Cluster Garda”. Ricercatori di sette università e di tre centri di ricerca stilano la “Carta di Verona” indicando la strada per salvaguardare il Garda.
Il lago di Garda è un patrimonio straordinario ma fragile. I cambiamenti che si susseguono sempre più rapidamente lo espongono a numerose sfide per il futuro. Come si prepara la collettività ad affrontarle?
La comunità scientifica vuole mettere a disposizione le proprie competenze in maniera continuativa per supportare le decisioni e i progetti degli organismi competenti per la gestione di questo territorio, rivolgendo lo sguardo verso gli usi futuri di questo patrimonio al fine di valorizzarne le risorse e preservarle per le prossime generazioni.
Sabato 28 ottobre si è svolto a Verona, presso l’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, l’evento “Cluster Garda”. Ricercatori di sette università e di tre centri di ricerca hanno fatto il punto sullo stato della conoscenza sul lago di Garda, evidenziando i rischi e le opportunità che questa preziosa risorsa pone agli amministratori e alla popolazione. Vale la pena notare che l’interesse verso il lago di Garda non è esclusivamente locale, come testimonia la presenza dell’Università di Utrecht (Paesi Bassi) tra i proponenti dell’iniziativa.
Quattro relazioni tematiche identificano le problematiche negli ambiti dell’ambiente, degli ecosistemi, delle infrastrutture e del territorio. L’incontro è proseguito con una tavola rotonda con i rappresentanti di ATS “Garda Ambiente”, ATO Veronese, Garda Unico, AIPO e Navigazione Lago di Garda.
La proposta dei ricercatori è di creare una “Task Force” sul lago di Garda che abbia la funzione di coordinamento delle attività di ricerca, sfruttando le competenze degli enti incaricati del monitoraggio come ARPA e APPA, ma superando la frammentazione amministrativa che ostacola la produzione e lo scambio di dati.
Come segno tangibile di questo impegno, è stata firmata la “Carta di Verona per il coordinamento delle ricerche sul lago di Garda a sostegno della sua tutela e di uno sviluppo sostenibile”. Il documento contiene una lista di sfide prioritarie da affrontare e gli impegni della comunità scientifica. Per la prima volta, tutti i maggiori enti di ricerca che sono interessati al lago di Garda si trovano insieme con un obiettivo condiviso: fornire al territorio gli strumenti per la comprensione dei processi in atto e per la previsione delle dinamiche future, che siano legate agli interventi dell’uomo o agli effetti del cambiamento climatico.
La carta di Verona
Premessa. Il lago di Garda, tra i numerosi laghi naturali profondi che caratterizzano l’area subalpina, spicca per l’elevato valore naturalistico, culturale ed economico, e costituisce un patrimonio di straordinaria ricchezza. La qualità delle acque, le peculiari caratteristiche meteo-climatiche e il patrimonio paesaggistico e culturale ne hanno fatto una meta turistica e sportiva nota in tutto il mondo, aumentandone fortemente il valore economico.
Tuttavia la sua estensione e varietà di ambienti, il lungo tempo di ricambio delle acque, la collocazione in una delle aree più densamente abitate e industrializzate d’Europa, lo rendono particolarmente vulnerabile agli impatti antropici e agli effetti del cambiamento climatico. Molti laghi prealpini negli ultimi 50 anni hanno mostrato un significativo deterioramento, passando da uno stato oligotrofico a uno mesotrofico o di incipiente eutrofizzazione.
Anche il lago di Garda risente di questa tendenza, che può porre una seria ipoteca sull’utilizzo futuro delle sue risorse idriche e dei servizi ecosistemici a esse legati, con serie conseguenze per l’intera società. È quindi necessario e strategico agire per garantirne un’ottimale fruibilità, in linea con i vincoli imposti dalla normativa europea. Nel difendere la “risorsa lago” si difende anche la natura più profonda dei territori in cui si trova, e si pongono le premesse per la tutela della qualità della vita e dello sviluppo economico sostenibile e duraturo delle aree circostanti.
Il lago di Garda è un sistema estremamente complesso e delicato. Qualunque intervento dovrà tener conto delle sue caratteristiche intrinseche e delle sue dinamiche e poggiare su solide basi scientifiche e tecniche. Tuttavia le attuali conoscenze scientifiche sul lago di Garda, in particolare per quanto riguarda gli aspetti fisici, dovranno continuare ad essere oggetto di una profonda azione di aggiornamento, sia rispetto alle metodiche e alle tecnologie di indagine oggi disponibili, sia alle mutate condizioni ambientali.
Per questa ragione, un gruppo di ricercatori appartenenti a Università ed Enti di Ricerca operanti nell’area dei grandi laghi prealpini, anche grazie a solide e attive collaborazioni internazionali, ha individuato una serie di priorità comuni che contribuiscono a delineare ambiti di ricerca e tracciare obiettivi di intervento. L’auspicio è che la necessità e l’opportunità di tutelare e valorizzare il lago di Garda in un’ottica integrata, consapevole e di sostenibilità ambientale diventino un impegno condiviso di carattere interdisciplinare, intersettoriale e territoriale.
Le priorità. I firmatari di questa carta si pongono come priorità i seguenti aspetti.
Conoscenza scientifica. In un contesto globalizzato e connesso le scelte per lo sviluppo futuro non possono che essere basate sulla conoscenza scientificamente fondata. I laghi prealpini italiani costituiscono risorse strategiche fondamentali, sulle quali il nostro livello di conoscenza complessivo è inadeguato (soprattutto in relazione a quanto viene fatto in altri paesi europei). La collaborazione e il dialogo tra ricercatori ed esperti di diversi ambiti in un quadro internazionale devono essere il modello di riferimento della ricerca su un sistema articolato e complesso come il lago di Garda.
Risorsa di acqua potabile e per l’agricoltura. Il lago di Garda costituisce una preziosa risorsa strategica di acqua potabile e per l’irrigazione. In ottica futura, questo risulta essere particolarmente importante a causa della progressiva diminuzione della piovosità e della disponibilità idrica in ghiacciai e nevai dovuta ai cambiamenti climatici in atto. Comprendere i cambiamenti in atto e definire strategie ottimali e condivise per limitare i conflitti nell’utilizzo della risorsa sono obiettivi necessari e concretamente attuabili, ma richiedono opportuni finanziamenti per le attività di ricerca.
Potenziale turistico. Il lago di Garda è un importante sito turistico che, ancorché già noto anche a livello internazionale, deve essere consolidato e preservato attivamente. Per arrivare a questo obiettivo è però fondamentale assicurarne le condizioni di salute, tutelandole laddove sono già buone e intraprendendo decisamente le misure necessarie laddove siano già evidenti i segni di degrado. È altresì necessario declinare l’idea di valorizzazione turistica in un’ottica ispirata alle migliori pratiche di sostenibilità già attuate in altre realtà internazionali.
Gestione amministrativa. È assolutamente necessario superare la frammentazione delle competenze amministrative divise tra due Regioni e una Provincia Autonoma. I grandi laghi richiedono un approccio tecnico integrato e unificato a scala di bacino idrografico, un obiettivo che richiede l’esistenza di opportuni organismi di coordinamento delle attività e, ancor prima, di condivisione della conoscenza. Solo a partire da questo presupposto sarà possibile fornire ai decisori le informazioni necessarie alla formulazione di scelte razionali, qualsiasi esse siano, per una gestione condivisa e motivata della risorsa comune.
Condivisione del sapere. È necessario pianificare il passaggio da un’ottica di inquadramento a una di intervento, che richiede una più profonda conoscenza degli effetti delle azioni che insistono sulla risorsa ambientale. Tale conoscenza richiede un investimento di lungo periodo e un continuo dialogo tra i diversi attori coinvolti nella produzione del sapere e nel suo utilizzo pratico attraverso strumenti modellistici a supporto delle decisioni. In quest’ambito, risulta ancora più prezioso il sostegno al coordinamento tra gli enti preposti alla ricerca e quelli a cui è delegato il monitoraggio: la condivisione di dati, insieme all’individuazione di problemi e allo sforzo coordinato per risolverli o prevenirli, sono obiettivi primari di questa collaborazione.
Metodologie di monitoraggio. L’utilizzo di metodi innovativi per la raccolta di dati e il monitoraggio della qualità delle acque è cruciale per aumentare la conoscenza sui laghi in maniera sostenibile. Il progresso tecnologico mette a disposizione una serie di nuove tecnologie quali droni aerei ed acquatici, sensori innovativi, sistemi di telerilevamento, che possono fornire dati e informazioni fondamentali per lo studio dei processi chimico-fisici dei laghi. Tuttavia è necessario uno sforzo notevole per integrare queste tecnologie in un sistema coerente e favorire il loro uso da parte degli enti preposti al monitoraggio dei corpi idrici. È inoltre fondamentale digitalizzare ed aggregare le informazioni raccolte per renderle fruibili in maniera semplice sia ai decisori, per informare gli sforzi di monitoraggio e di intervento, sia ai cittadini, per renderli partecipi dello stato attuale dei laghi e degli sforzi di salvaguardia intrapresi.
Sviluppo territoriale. I laghi sono il genius loci del territorio in cui sono collocati, al punto che a un’eventuale perdita della loro integrità corrisponderebbe un incolmabile degrado della nostra qualità della vita. In passato, il lago di Garda svolgeva il ruolo di collegamento tra la pianura e i territori montani, mentre oggi si caratterizza prevalentemente come una cesura territoriale il cui superamento è relegato quasi esclusivamente ai trasporti legati al turismo. È necessario ritrovare il concetto di una Regione del Garda unitaria che superi la frammentazione amministrativa e permetta di condividere strategie ambientali, economiche e culturali.
Gli impegni. Negli ambiti consentiti dalle proprie disponibilità e competenze, il gruppo di ricercatori firmatari si impegna a:
– continuare a dedicare impegno a indirizzare le proprie attività di ricerca su lago di Garda;
– costituire un gruppo interdisciplinare per affrontare le complesse dinamiche che interessano il lago di Garda e preparare insieme proposte di progetti da sottoporre a bandi per finanziamento;
– indirizzare le proprie ricerche anche a obiettivi circoscritti, ma perseguibili nel breve termine, caratterizzati da concretezza, accessibilità e valore aggiunto per la società, offrendosi di rispondere alle esigenze dei territori e delle amministrazioni nell’ambito delle proprie competenze;
– mirare a un’efficace e ampia comunicazione dei risultati delle ricerche alla società, aspirando sempre più al coinvolgimento attivo delle persone e alla valorizzazione della conoscenza locale;
– continuare l’attività di stimolo presso gli enti gestori e le realtà territoriali, anche al fine di ottenere finanziamenti adeguati per l’avanzamento della conoscenza sul lago di Garda.
I firmatari auspicano che le Autorità e gli Enti preposti alla gestione del territorio, nonché tutti i soggetti pubblici e privati che hanno a cuore il lago di Garda e le sue risorse, vogliano collaborare a sostenere fattivamente questo impegno, in tutte le forme loro consentite.
Verona, 28 ottobre 2017
Dott. Luca Adami – Università di Trento (luca.adami@unitn.it)
Dott.ssa Marina Amadori – Università di Trento (marina.amadori@unitn.it)
Dott. Mariano Bresciani – CNR-IREA (bresciani.m@irea.cnr.it)
Dott. Sandro Carniel – CNR-ISMAR (sandro.carniel@ismar.cnr.it)
Prof. Hendrik A. Dijkstra – Utrecht University (H.A.Dijkstra@uu.nl)
Dott. Francesco Falcieri – CNR-ISMAR (francesco.falcieri@ve.ismar.cnr.it)
Prof. Alessandro Farinelli – Università di Verona (alessandro.farinelli@univr.it)
Prof. Francesco Fatone – Università Politecnica delle Marche (f.fatone@staff.univpm.it)
Dott. Luca Gasperini – CNR-ISMAR (luca.gasperini@bo.ismar.cnr.it)
Prof. Giacomo Gerosa – Università Cattolica del Sacro Cuore – Brescia (giacomo.gerosa@unicatt.it)
Dott.ssa Claudia Giardino – CNR-IREA (giardino.c@irea.cnr.it)
Prof. Alfredo Marzocchi – Università Cattolica del Sacro Cuore – Brescia (alfredo.marzocchi@unicatt.it)
Prof. Edie Miglio – Politecnico di Milano (edie.miglio@polimi.it)
Dott. Sebastiano Piccolroaz – Utrecht University (s.piccolroaz@uu.nl)
Prof. Marco Pilotti – Università di Brescia (marco.pilotti@unibs.it)
Dott. Nico Salmaso – Fondazione Edmund Mach – Trento (nico.salmaso@fmach.it)
Prof. Marco Toffolon – Università di Trento (marco.toffolon@unitn.it)
Dott.ssa Giulia Valerio – Università di Brescia (giulia.valerio@unibs.it)
Prof. Dino Zardi – Università di Trento (dino.zardi@unitn.it)
Evento promosso da: Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, Comunità del Garda, Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente, Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Scienze Marine, Fondazione Edmund Mach, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Brescia, Università Cattolica del Sacro Cuore – Brescia, Università Politecnica delle Marche, Università degli Studi di Trento, Utrecht University – Paesi Bassi, Università degli Studi di Verona
con il contributo di: Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente Trento, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Lombardia, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Veneto, Istituto Idrografico della Marina
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