Val di Sur, gli scavi documentano un insediamento preistorico
GARDONE RIVIERA – Venerdì 24 alle 17.30 in municipio Ateneo di Salò e Comune promuovono l’incontro«Ricerche archeologiche in Val di Sur. Tracce per una nuova storia di Gardone Riviera».
Il Monte Castello della Val di Sur (nella foto sopra), comune di Gardone Riviera, è stato oggetto, dal 26 giugno al 7 luglio 2017, di una campagna di scavi e ricerche alle quali hanno partecipato una ventina di studenti delle Università di Padova e di Pisa. Ne presentano i risultati, venerdì 24 novembre, alle 17,30, presso il Comune di Gardone, Gian Pietro Brogiolo (già professore ordinario di Archeologia Medievale all’università di Padova, che ha diretto lo scavo), Carlo Baroni (professore ordinario di Geomorfologia all’università di Pisa) e Marco Baioni (direttore del Museo Archeologico di Gavardo).
Le indagini, condotte dall’Ateneo di Salò sulla base di una concessione del MiBACT e finanziate dal Comune di Gardone Riviera, si proponevano tre principali obiettivi: la valutazione del deposito archeologico tramite prospezioni, pulizia di sezioni esposte, carotaggi e sondaggi; la scelta, in base alla valutazione, di tre settori di scavo, rappresentativi della stratigrafia conservata sulla sommità della montagna (m 625 s.l.m.); l’analisi geomorfologica e dei paesaggi del bacino di riferimento del castello attraverso ricognizioni.
Le ricerche hanno documentato una sequenza molto più complessa ed interessante di quanto si potesse immaginare da quanto suggerivano le fonti scritte e si osservava in superficie. Comprende infatti più fasi, a partire da un insediamento preistorico forse in relazione con le cave di selce del vicino Monte Pizzocolo. La frequentazione del sito prosegue poi in età romana e infine in età medievale, quando è attestato dalle fonti scritte il castello della Val di Sur.
Le ricerche, con l’obiettivo di ricostruire la storia diell’intera valle, proseguiranno nel 2018 su ampia scala per documentare non solo gli insediamenti sommitali ma anche i paesaggi agrari, i pascoli e i boschi, documentati dai catasti storici, dalle foto aeree e dal LiDAR.
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