LAGO DI GARDA – L’allarme lanciato da Federalberghi Garda Veneto: “Pericolo di infiltrazioni malavitose. Investimenti di facciata in campo turistico per riciclare denaro”.
Il presidente dell’associazione di categoria veronese Marco Lucchini ha affrontato lo scottante argomento delle infiltrazioni mafiose sul territorio in occasione delle recente assemblea di Federalberghi Garda Veneto (www.federalberghigardaveneto.it): «Siamo allarmati dai frequenti segnali che leggiamo sui media sull’aumento sul nostro territorio del grave pericolo di infiltrazioni malavitose, di forme di economia “borderline” che, con la scusa di investire in campo turistico, operano al solo scopo di riciclare denaro per conto di organizzazioni mafiose. Il settore del turismo, in particolare quello ricettivo e della ristorazione, si presta alla diffusione di queste “patologie cancerose” che distruggono una economia basata su sicurezza e legalità. Noi, come albergatori, svolgiamo anche una attività soggetta alla pubblica sicurezza, perciò spalanchiamo i nostri occhi, apriamo le nostre orecchie e senza paura denunciamo tutto ciò che di strano o di poco chiaro notiamo intorno a noi. Questo ci chiedono le istituzioni, questo è il nostro dovere nei confronti dei nostri figli e di chi, in tutti questi anni, ha costruito una realtà territoriale di economia etica e responsabile».
A conferma delle preoccupazioni di Lucchini giunge una notizia dal Garda bresciano dove, come riportato dal quotidiano Bresciaoggi si parla di un provvedimento cautelare antimafia emanato nelle ultime ore dal prefetto di Verona Salvatore Mulas.
Il quotidiano riferisce di una donna rumena che gli inquirenti ritengono sia la prestanome di una persona sospettata di essere vicina ad ambienti malavitosi, titolare di diverse attività operanti nel settore della ristorazione e del turismo, con esercizi pubblici a Boscochiesanuova, Nogarole Rocca e Bardolino.
Secondo Bresciaoggi la donna «risulta essere la titolare dell’hotel Il Gambero di Salò».