Salò a volo d’uccello, in un libro le straordinarie foto aeree di Rodella
SALÒ – “Salò a volo d’uccello” è il titolo del libro di Bams Photo che propone un’ottantina di fotografie aeree inedite. Per scoprire dettagli e contesti che nessuna esplorazione a piedi potrà mai mostrare.
Forse il primo a osservare Salò dall’alto, ben oltre le vertigini del campanile, fu uno straniero, tale Stephenson, che il 10 gennaio 1892 si librò nel cielo a bordo di una grandiosa mongolfiera. Il pilota si posizionò ad un’altezza di 200 metri, per poi scendere dolcemente all’orfanotrofio femminile, accolto come un eroe. Stephenson osservò la città con quella presa di distanza che consente di liberarsi dai condizionamenti fisici del camminare all’interno delle architetture e dalle chiusure dei coni visivi orizzontali.
Un privilegio ora accessibile a tutti grazie alle fotografie aeree pubblicate nel libro «Salò a volo d’uccello», che raccoglie, commentati da un testo di Marcello Zane (anche in inglese), un’ottantina di scatti, tutti inediti, dello studio monteclarense Bams Photo (www.bamsphoto.it), acronimo che unisce il capostipite Basilio Rodella alla moglie Alessandra e ai figli Matteo e Stefano.
Da tempo Basilio Rodella vola e fotografa dal cielo (suoi, ad esempio, gli scatti dei libri di Jaca Book «Italia dall’alto» e «Roma dell’alto»), convinto che «una città, per essere capita, debba essere volata». Il volume, tirato in mille copie e disponibile nelle librerie della zona a 60 euro, è il primo di una serie dedicata al Garda. «A Pasqua uscirà il libro dedicato a Gardone Riviera – dice Rodella -, poi quelli su Desenzano, Sirmione…».
L’idea di volare sul mondo e guardarlo dall’alto è connaturata all’uomo. Si pensi al mito di Dedalo e Icaro. Ma si è potuta concretizzare solo nella seconda metà del Settecento, con le prime ascensioni in pallone. Bisognerà attendere un altro secolo per la prima foto aerea, scattata dall’inventore della aereofotografia Gaspard-Félix Tournachon, detto Nadar, che nel 1858 solcò con una mongolfiera i cieli di Parigi e immortalò il parco Bois de Boulogne.
«Contemplare la nostra città dell’alto – dicono il sindaco Giampiero Cipani e il vice Pierantonio Pelizzari – è una rivelazione e una novità, così come prendere l’aereo per la prima volta; ci aiuta a capire la struttura e l’ordito architettonico di Salò, con una visuale assai diversa da quella a cui siamo abituati nella dimensione quotidiana».
L’obiettivo di Rodella ha inquadrato Salò con un’angolazione di 45° rispetto al suolo (non sono immagini zenitali, come quelle, ormai familiari, riprese dal satellite di Google Earth per intenderci). Sono scatti che rivelano una Salò inedita e diversa, palazzi, ville, corti e giardini nascosti, prospettive inusuali, spazi verdi inaspettati, chiese e conventi, strade e monumenti, tanta bellezza diffusa e qualche bruttura architettonica.
Si comprendono così le connessioni tra gli spazi, le simmetrie, le proporzioni, le stratificazioni, elementi che emergono dalle fotografie e che ci vengono raccontati dal testo di Zane, che ripercorre l’evoluzione della struttura urbana di Salò, che «mantiene il volto assegnatole da una civiltà – scrive Zane – attraverso tutta la sua storia di ricchezze e geografia di commerci, leggiadra quel tanto che l’ebbe a narrare in rima il poeta Carducci: quella Salò che al lago “incontro le porge dal seno lunato a sinistra/…/ le braccia candide, lieta come fanciulla che in danza entrando abbandona le chiome e il velo a l’aure”».
Il libro di Rodella non è ovviamente uno strumento urbanistico, ma può tornare utile anche qui: pare che, sfogliandolo, ad alcuni consiglieri comunali siano balzati all’occhio un paio di abusi edilizi.
È certamente un libro da assaporare lentamente, per scoprire dettagli e contesti che nessuna esplorazione a piedi potrà mai mostrare.
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