Nell’oliveto secolare della villa romana scoperta una nuova cultivar di olivo
TOSCOLANO MADERNO – Scoperta una nuova cultivar di olivo. Mai catalogata, né classificata. Il lago di Garda, paradiso della flora mediterranea dal microclima unico, è un concentrato di biodiversità che continua a stupire il mondo scientifico.
La paternità della nuova cultivar va attribuita a Sergio Cozzaglio (nella foto sopra), olivicoltore toscomadernese, titolare dell’azienda agricola La Zadruga (www.lazadruga.it) e paladino dell’olio di qualità.
Da tre anni Sergio ha in gestione gli olivi comunali, tra cui quelli che circondano la villa romana dei Nonii Arrii di Toscolano, appartenuta appunto a Marco Nonio Macrino, dai quali Sergio ricava un prodotto di nicchia, che si è tra l’altro meritato le «Tre Foglie» nell’edizione 2016 della guida «Olii d’Italia» del Gambero Rosso.
A un occhio esperto come quello di Sergio non è sfuggito che alcuni ulivi che adombrano l’area archeologica avevano tratti distintivi diversi da tutti gli altri. Le cultivar presenti sul Garda sono numerose, da quelle più comuni come il Casaliva, il Frantoio e il Leccino, a quelle meno note, dal Miniol al Negrel. Ma alcuni olivi della villa romana avevano caratteristiche peculiari.
«Incuriosito – racconta Cozzaglio – ho inviato alcuni campioni al Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia». Qui opera un istituto di bioscienze e biorisorse che si occupa del tracciamento genetico dell’olivo, con l’obiettivo di catalogare l’impronta genetica del panorama varietale italiano. «C’è voluto un po’ di tempo – continua Cozzaglio – ma alla fine è emerso che questi olivi hanno un Dna non catalogato. Sono una varietà nuova e sconosciuta».
Questi pochi ma maestosi olivi hanno almeno 150 anni (foto dei primi del ‘900 li ritraggono già grandi) e producono olive ottime per produrre olio. «Tre anni fa – spiega Cozzaglio – abbiamo prodotto un olio monovarietale di ottima qualità. Negli ultimi due anni, invece, non siamo riusciti a farlo in purezza a causa della limitata produzione dovuta alle condizioni climatiche». Ora la nuova cultivar dovrà affrontare l’iter di classificazione per l’iscrizione al registro nazionale delle varietà botaniche.
La scoperta, in una terra a vocazione turistica in cui l’olio rappresenta un prodotto simbolo e gioca un ruolo importante nell’economia agricola, non si limita ovviamente ad una mera curiosità botanica, ma potrebbe dare origine a produzioni di nicchia, oltre a ribadire l’unicità del Garda dal punto di vista della ricchezza in termini di biodiversità.
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