SALÒ – Percorso di revisione e implementazione dell’allestimento al museo del Nastro Azzurro di Salò, un luogo che ci racconta come la libertà democratica che godiamo oggi sia frutto di sacrifici e di sangue versato.
«Un museo piccolo ma vivo, dove i giovani possono comprendere che la realtà che vivono non nasce dal nulla». Alla luce di questa considerazione del direttore Emanuele Cerutti, il museo salodiano del Nastro Azzurro, esposizione unica nel suo genere in Italia che offre al visitatore un itinerario storico del Valor Militare dalle guerre d’Indipendenza alla seconda guerra mondiale, sta affrontando un percorso di revisione e implementazione dell’allestimento.
Il museo resta fedele agli ideali per cui venne fondato negli anni Quaranta, ma si rinnova per aprirsi al territorio, soprattutto al mondo della scuola. «L’obiettivo – spiega Cerutti – non è proporre uno scrigno di ricordi, ma creare uno strumento di didattica».
Il processo di rivisitazione dell’esposizione aveva preso il via un paio d’anni fa, con il trasferimento del museo dagli angusti ambienti di Palazzo Fantoni ai nobili spazi del MuSa, il museo civico salodiano, e troverà compimento entro novembre, quando il “nuovo” Nastro Azzurro (così chiamato perché le onorificenze militari erano sostenute da un nastro di seta azzurra) si presenterà al pubblico e alle scuole.
Intanto il museo sarà comunque visitabile, a partire da marzo, negli orari di apertura del MuSa (info: museodisalo.it) e da subito proporrà al visitatore alcune novità: una slitta d’emergenza utilizzata durante la Grande Guerra per il rifornimento delle posizioni d’alta quota fra Bresciano e Trentino; un obice, ora in restauro, donato dagli Alpini di Salò, anch’esso risalente alla Grande Guerra, dalle cui ferite nacque l’Istituto del Nastro Azzurro e l’idea stessa del museo; un nuovo allestimento nella Sala delle Armi dedicato «a un’arma non convenzionale – dice Cerutti – ma importantissima: la propaganda».
«Esponiamo un migliaio di cimeli – spiega il presidente della Federazione Provinciale dell’Istituto del Nastro Azzurro, Raffaele Rivolta – che rappresentano solo un decimo del patrimonio del museo». Che è particolarmente amato a Salò e dintorni, continuamente alimentato da donazioni spontanee.
Verrà migliorata anche la fruibilità dei pezzi esposti, oggi non ottimale, grazie a nuove teche che accoglieranno i pezzi di piccole dimensioni e i documenti cartacei. Sarà insomma ancora più emozionante visitare queste sale che raccontano il sacrificio di chi ci ha preceduto.
Altre info qui: www.istitutonastroazzurro.org/museo-storico-del-nastro-azzurro