100 anni fa la Beffa di Buccari sul MAS che oggi vediamo al Vittoriale
GARDONE RIVIERA – Nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918 d’Annunzio compie la “Beffa di Buccari”. Il Vate “osa l’inosabile” a bordo del motoscafo-anti-sommergibile che oggi possiamo ammirare al Vittoriale.
Nella baia di Buccari, nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918, si consumò una delle operazioni più clamorose della prima guerra mondiale. Tre Mas (Motoscafo armato silurante o motoscafo anti sommergibile) al comando di Costanzo Ciano, personalmente a bordo su una delle unità insieme a Gabriele d’Annunzio, penetrarono nella baia dove erano ormeggiate e protette navi militari e mercantili austroungariche.
Anche se il siluramento del naviglio non raggiunse risultati apprezzabili, l’audacia dell’operazione suscitò grande eco nell’opinione pubblica. Gabriele d’Annunzio calò in mare tre bottiglie coronate di fiamme tricolori, contenenti uno sprezzante e poetico messaggio di scherno verso la marina austroungarica.
Questo il testo: «In onta alla cautissima Flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d’Italia, che si ridono d’ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre a osare l’inosabile. E un buon compagno, ben noto – il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro – è venuto con loro a beffarsi della taglia».
La “beffa di Buccari” avrebbe rappresentato un passo decisivo nella propaganda bellica nazionale, anticipando il celebre “volo su Vienna“, di cui ricorrerà il centenario il prossimo 9 agosto.
Le unità designate all’operazione furono il MAS 94 (sottotenente di vascello CREM Andrea Ferrarini), il MAS 95 (tenente di vascello compl. Odoardo Profeta De Santis), e il MAS 96 (capitano di corvetta Luigi Rizzo) con a bordo il comandante di missione capitano di fregata Costanzo Ciano e Gabriele D’Annunzio.
Fondamentalmente il MAS è un motoscafo di tipo Orlando da 12 tonnellate di dislocamento, una serie che comprese i MAS dal 91 al 102, in legno con carena a spigolo e 27 nodi circa di velocità di punta; avevano una decina di uomini di equipaggio e armamento costituito generalmente da 2 siluri e alcune bombe di profondità, oltre a una mitragliatrice o a un cannoncino.
Il MAS 96 della beffa di Buccari giunse al Vittoriale (www.vittoriale.it) nel 1923 e venne dapprima ormeggiato nella Torre San Marco, poi posto nel parco del Vittoriale, dove si può ammirare tutt’oggi.
La sigla MAS significa motoscafo-anti-sommergibile, ma d’Annunzio aggiunse Memento Audere Semper, ovvero “ricordarsi sempre di osare”, a memoria dell’impresa in cui, appunto, aveva “osato l’inosabile”.
Attualmente sono conservati in Italia quattro MAS: il MAS 15 risalente al primo conflitto mondiale, conservato al Vittoriano (Roma); appunto il MAS 96 del Vittoriale; il MAS 472, risalente al secondo conflitto mondiale e ora situato a Marina di Ravenna; il MAS 473, gemello del precedente, conservato al Museo storico navale di Venezia.
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