Salò, dove l’asino volò
SALÒ – Registriamo – senza commentare o prendere posizione che già si sono sprecati fiumi di inchiostro digitale sui social – l’affissione di un manifesto che ha suscitato qualche polemica a Salò.
Raffigura il leader leghista Matteo Salvini nei panni di Benito Mussolini, intento a fare il saluto romano, al fianco di Attilio Fontana, candidato del centro destra alla presidenza di Regione Lombardia criticato per una frase riguardo la presunta superiorità di una razza rispetto ad un’altra, nei panni di Adolf Hitler.
Accompagna il manifesto un volantino con la seguente scritta: “Salò, dove l’asino volò. L’asino: di sua natura lento e paziente, è stato preso come simbolo della tardità di ingegno, dell’ignoranza, dell’inciviltà. Credere che un asino voli significa credere cose impossibili. Che crede a questa diceria è un credulone, un ingenuo, uno stolto.
Salò: storicamente conosciuta per essere stata la “capitale” del fascismo è diventata il simbolo di quel tempo in cui si è creduto di poter fare l’Italia col Duce, quell’Italia che ha creduto nell’asino che vola…”.
Conclude il volantino: “L’asino dov’è cascato una volta non ci casca più. L’asino! E l’Italia?”
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