Sono terminate lunedì nelle acque antistanti il Casinò di Gardone Riviera, dopo due settimane di lavoro in acqua da parte dei sub, le operazioni di messa in sicurezza del tubo delle fogne urtato nel novembre scorso da una chiatta affondata.
Nel punto in cui la tubatura in polietilene era stata sollecitata dall’impatto con il relitto sono state posizionate nove clampe in acciaio inox di un metro l’una. Una sorta di “cerottone” metallico a protezione del tubo in polietilene, che è stato sollecitato dall’impatto con il relitto senza riportare cedimenti o rotture. La condotta è stata inoltre ancorata al fondale grazie a nuovi supporti, fissati a cinque corpi morti posizionati nelle acque antistanti il porticciolo.
Il progetto di messa in sicurezza della condotta è stato redatto dall’ing. Graziano Falappa, consulente del gestore del ciclo idrico Acque Bresciane.
I lavori sono stati eseguiti dagli operatori subacquei della ditta Carmar Sub di Ancona in collaborazione con i colleghi della Sub Work di Pergine, mentre il supporto logistico è stato fornito da Deep Exporers di Angelo e Daniel Modina e Nautica Guini.
L’intervento ha richiesto due settimane di lavoro, con cinque sub in acqua e tre operatori in superficie.
È l’atto conclusivo di una vicenda che ha tenuto banco per mesi sul Garda.
Il «caso» era scoppiato il 26 novembre scorso, quando alcuni sub sportivi notarono il relitto di una chiatta finito contro una tubatura nella quale vengono pompati ogni giorno circa 4mila mc di reflui fognari.
Una situazione potenzialmente disastrosa: se il tubo avesse ceduto il danno ambientale sarebbe stato enorme.
Il natante affondato era stato poi rimosso e recuperato, dopo alcuni tentativi falliti, lo scorso 8 marzo (leggi qui).
Nei giorni successivi Acque Bresciane ha progettato la messa in sicurezza della condotta, attuata nelle ultime due settimane e, appunto, conclusa ieri.