I sindaci del Garda: “L’imposta di soggiorno non si tocca”

LAGO DI GARDA - È un coro unanime quello dei sindaci gardesani, contrari ad ogni ipotesi di abolizione dell'imposta di soggiorno, come previsto nel "contratto per il governo" di Lega e 5 Stelle.

Se ne è parlato nei giorni scorsi a Gardone, a conclusione dell’iniziativa regionale Asset per la riqualificazione delle imprese di commercio, turismo e servizi ubicate sull’Alto Garda Bresciano.

L’imposta di soggiorno, introdotta tra il 2011 e il 2012 dai Comuni del lago, si è rivelata decisiva per elevare la qualità dei servizi turistici. Eppure la tassa – che, lo ricordiamo, grava sui turisti ospiti delle strutture ricettive, non su albergatori o cittadini – è messa in discussione dal nuovo Governo.

A pagina 51 delle 58 del cosiddetto «Contratto per il governo del cambiamento» sottoscritto da M5S e Lega (lo puoi scaricare qui) c’è scritto: «In considerazione del rifinanziamento delle risorse a favore degli enti locali prevediamo di abolire la tassa di soggiorno».

Diciotto parole che hanno sollevato un polverone sul Garda, e non solo.

Il presidente del consorzio di promozione Garda Lombardia, Franco Cerini, albergatore, non ha dubbi: «Non solo sono favorevole all’imposta, ma addirittura auspico un aumento tramite un’apposita tassa di scopo per finanziare il progetto di depurazione del lago».

Un’idea che trova d’accordo anche l’assessore regionale Alessandro Mattinzoli, favorevole all’imposta «se spesa per il territorio e il turismo».

L’abolizione sarebbe una «scelta demenziale» per il sindaco di Gardone Riviera, Andrea Cipani: «Visti i tagli dei trasferimenti statali, le uniche risorse a disposizione dei Comuni per la cura del territorio sono quelle dell’imposta di soggiorno».

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Comunità Montana, Davide Pace: «Giusto che i turisti contribuiscano a finanziare i servizi di cui usufruiscono».

Luigi Bertoldi, assessore a Tignale: «Se in questi anni è cresciuta la qualità dei servizi e dell’accoglienza è soprattutto merito dell’imposta di soggiorno».

Intanto dal Pirellone giunge la notizia che la Giunta regionale della Lombardia ha deliberato sulla «destinazione turistica dei Comuni lombardi», riconoscendo tutti i Comuni della Lombardia come turistici o città d’arte, dando loro la facoltà di applicare l’imposta di soggiorno. «L’auspicio – dice l’assessore regionale al turismo Lara Magoni – è che i Comuni che si avvarranno dell’imposta la sappiano impiegare come una vera e propria “imposta di scopo”, riutilizzando le entrate per fornire servizi sempre più efficienti e puntuali ai turisti, con infrastrutture e sistema di accoglienza all’avanguardia». Come del resto si fa sul Garda da anni e, Governo permettendo, si continuerà a fare.

Turisti sul Garda veronese.

 

Contrari ad ogni ipotesi di abolizione anche i sindaci del Garda veronese.

«Se il nuovo governo troverà una fonte di finanziamento alternativa e diretta per i comuni, nessun problema. Ma sono molto scettico sulla possibilità di trovare finanziamenti alternativi», ha detto al quotidiano L’Arena Tommaso Bertoncelli, sindaco di Brenzone (PD).

Stefano Nicotra, primo cittadino di Torri (Forza Italia), ha dichiarato: «Sono totalmente contrario perché quei denari sono spesi per manutenzioni, manifestazioni turistiche e il bus turistico che collega le varie aree del territorio. Senza tener conto che si riaprirebbe il problema del finanziamento del nuovo collettore».

Sulla stessa lunghezza d’onda Claudio Bertuzzi, vicesindaco reggente di Malcesine (Lega), che a L’Arena ha dichiarato: «Sono assai contrario all’eventuale eliminazione della imposta. O meglio, penso sarebbe possibile solo attuando prima la piena autonomia regionale. Penso sia davvero una follia ipotizzare l’abolizione della tassa di soggiorno, che si paga in qualunque città io sia andato e lo dico pure da albergatore. A Malcesine, peraltro, la abbiamo appena raddoppiata e per noi vale circa 1,4 milioni l’anno».

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